
Guangzhou Opera House in China dell’architetto Zaha Hadid

L’Haydar Aliyev Centre (Baku, Azerbaijan) disegnato da Zaha Hadid

Zaha Hadid è l’architetto del del Finance Built di Pechino

Il Galaxy Soho, la mega struttura che comprende uffici, mall, stores, ristoranti dell’architetto Zaha Hadid Architects

L’archistar Zaha Hadid

Biblioteca centrale di Vienna ad opera dell’archistar Zaha Hadid

Guangzhou Opera House (Guangdong – Cina), una creazione dell’architetto Zaha Hadid

L’archistar Zaha Hadid

Particolare del Dongdaemun Design Plaza a Seoul

Il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, progettato da Zaha Hadid e gestito dalla fondazione MAXXI del Ministero per i Beni Culturali
L’architetta iracheno-britannica Zaha Hadid, celebre per i progetti futuristici tra cui lo stadio del nuoto dei giochi olimpici di Londra e il MAXXI di Roma, è morta di infarto a Miami. Aveva 65 anni. Nata e cresciuta a Baghdad, la Hadid era stata la prima donna a vincere il prestigioso premio Pritzker, paragonabile al Nobel per l’architettura.
Angolature nascoste e dettagli sorprendenti erano la cifra dell’Hadid che con un approccio rivoluzionario disegnava i suoi iconici edifici, progettati nello studio del quartiere “hip” di Clerkenwell a Londra.
Commissionati in tutto il mondo le opere della “più grande architetto donna del globo” vanno dall’Heydar Aliyev Centre di Baku in Azerbaijan a un condominio extralusso lungo il parco della High Line di Manhattan, dagli impianti BMW di Lipsia alle stazioni della funicolare di Innsbruck e la Guangzhou Opera House in Cina.
Messaggi di cordoglio sono arrivati dai suoi piu’ noti colleghi: Lord Rogers, l’architetto del Centre Pompidou e del Millennium Dome, ha osservato che “nessuno, tra gli architetti degli ultimi decenni, ha avuto piu’ influenza di lei”.
Genio del design non aveva non collezionato anche qualche “insuccesso”: il suo disegno per l’Opera House di Cardiff era stato clamorosamente bocciato negli anni Novanta e l’archistar non era riuscita a tradurre un progetto in realtà fino a quando non aveva ricevuto la commessa per il Museo dei trasporti di Glasgow, ultimato nel 2011.
Ma anche l’estate scorsa il disegno dello stadio per i giochi di Tokyo 2020 era finito su un binario morto tra polemiche sui costi: sarebbe stato il piu’ caro della storia con un cartellino del prezzo da 2,5 miliardi di dollari.
