Italian Tattoo Artists e lo stile (speciale) delle donne tatuatrici

Italian Tattoo Artists e lo stile (speciale) delle donne tatuatrici

FLORENCE E LE ALTRE  – Si è aperta oggi la terza edizione di Italian Tattoo Artists: fino a domenica 16 settembre, il Palasport Parco Ruffini di Torino si trasforma in un gigantesco laboratorio dove tatuatori (esclusivamente italiani), appassionati del …Leggi tutto

FLORENCE E LE ALTRE  – Si è aperta oggi la terza edizione di Italian Tattoo Artists: fino a domenica 16 settembre, il Palasport Parco Ruffini di Torino si trasforma in un gigantesco laboratoriodove tatuatori (esclusivamente italiani), appassionati del genere e semplici curiosi possono confrontarsi sulle nuove tendenze.

 

Già, i tatuaggi. In questi ultimi anni hanno visto una grande diffusione (moda o forma d’arte?), ma in passato hanno attraversato diverse valenze: a partire dai nativi delle isole Marchesi, a tutti i significati tribali, fino ad arrivare ai simboli di appartenenza delle bande giovanili e non. Insomma, comunque un ambito soprattutto maschile.

Ma non a Torino (e non più oggi), dove accanto ai migliori tatuatori maschi d’Italia (tra gli altri Alex Nardini, Giorgio Marini, Michele Turco, Matteo Pasqualin, Enrico Gambini, Luke Red, Marco Galdo di Trafficanti d’Arte e Franco Roggia) si trova un nutrito gruppo di tatuatrici donne (da Ink Lady a Gaia Pisani, da Donna Mayla e Chiara Manzini).

Proprio a Chiara, 35 anni, due figli, un marito, ho chiesto di raccontare la sua esperienza. “Ho iniziato sulla scia di Michele (Turco, il marito, ndr): per dieci anni ho osservato qui in studio lui che tatuava. E piano piano mi ha preso la passione. Ora tatuo da tre anni, anche se per i primi due ho fatto tanta gavetta, ho fatto di tutto: dalle scritte ai ‘tribalini’ alle stelline. Perché la cosa fondamentale è imparare, avere pazienza e non voler a tutti i costi bruciare le tappe”.

È un settore difficile per una donna?
‘Non sembra. Forse una volta era un settore più maschile ma oggi sono molte le tatuatrici. È vero che forse io sono stata facilitata dal fatto di avere un marito tra i più bravi tatuatori d’Italia, ma vedo tante ragazze iniziare questa attività’.

C’è differenza tra un tatuatore uomo e uno donna?
‘Certo. Premetto che sono convinta che ogni tatuatore debba raggiungere un proprio stile perché quelli bravi si specializzano, non possono fare tutto con la stessa abilità. Con il tempo, però, ho notato che sono più le donne a decidere di portare avanti uno stile preciso, forse perché abbiamo le idee più chiare, o solo un occhio più fine’.

Quale è il tuo stile?
‘Mi sto buttando sulla grafica, con immagini realistiche ma sempre interpretate con un tratto grafico. Michele, invece, è quasi esclusivamente realistico, un riproduttore fedelissimo e puro (tra l’altro, nel 2013/14, Turco intende tatuare solo volti e scene di film, ndr). Questa mia passione mi deriva anche dagli studi che ho fatto: la scuola di oreficeria, che puntava molto sulla grafica. E comunque è fondamentale accompagnare le persone al tatuaggio. Sia io che Michele facciamo tattoo unici, studiati per ogni singola persona. Per questo impiego anche due giorni per studiare il progetto. Il primo appuntamento, di un paio d’ore almeno, serve per capire il carattere, gli interessi del cliente. Poi lavoro insieme a lui (o lei) per arrivare alla scelta finale. Che deve essere quella in grado di trasferire, attraverso il disegno, un sentimento sul corpo’.

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laurabarsottini