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(Getty Images)
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Un Paese sotto scorta

Politici, giornalisti, sindacalisti e potenziali vittime della criminalità organizzata: ecco la fotografia di chi vive sotto il controllo diretto delle forze dell'ordine in Italia

Non è passata inosservata la presenza di Roberto Fico allo spettacolo di Beppe Grillo della scorsa settimana. L’ex presidente della Camera si è presentato scrive “Il Foglio” con scorta al seguito. Ma Fico non è l’unico ex politico a muoversi in giro per il Paese accompagnato dagli agenti di scorta. Infatti tutti presidenti del Consiglio, della Camera, del Senato e della Repubblica come prevede la norma sulla tutela, hanno diritto di mantenere la scorta a vita e il numero degli agenti da impiegare non viene deciso dall’interessato ma dal Ministero dell’Interno in base alle informazioni raccolte dall’Ucis (Ufficio centrale interforze per la sicurezza).

Una scorta a cui soprattutto gli ex politici che non sono stati raggiunti da minacce ma ne hanno comunque diritto potrebbero rinunciare come nel caso di Fico che ci ha risposto che lui non la vuole ma è la Prefettura a dargliela. Anche perché come è stato evidenziato più volte ci sono persone realmente a rischio che e per cui non ci sono dispositivi di protezione sufficienti per la loro tutela.

Scorte in Italia, i numeri

Secondo gli ultimi dati resi noti dal Viminale che risalgono al luglio 2019 in totale le persone che vivono sotto scorta in Italia sono 569. Numeri che hanno subito un aumento durante la pandemia a causa delle minacce ricevute dai virologi da parte dei no vax. Per assicurare questo servizio il Ministero dell’Interno, oltre a fornire 404 vetture blindate e 234 vetture non specializzate, a giugno 2019 impiegava in totale 2.015 agenti formati per il servizio di protezione.

A vivere sotto scorta oltre i politici sono soprattutto magistrati, imprenditori, diplomatici, giornalisti, alti dirigenti dello Stato pentiti di mafia ma anche sindacalisti della Cgil, Uil e Cisl. I politici sotto scorta sono circa 90 tra questi compare il nome di Massimo D’Alema, Giorgio Napolitano, Giuseppe Conte, Roberto Fico, la senatrice Lilliana Segre, Giuliano Amato e molti altri.

Nel dettaglio per loro ci sono quattro livelli di scorta. Primo livello: 2 o 3 auto blindate con 3 agenti ciascunaSecondo livello: 2 auto blindate con 3 agenti ciascuna. Terzo livello: 1 auto blindata con 2 agenti. Quarto livello: 1 auto non blindata con 1-2 agenti

I giornalisti sotto scorta

Una categoria molto minacciata è quella dei giornalisti. Massimo Giletti è sotto scorta dal giugno del 2020, dopo aver ricevuto minacce da parte della mafia. Sigfrido Ranucci è invece protetto dall'agosto del 2021, a causa di alcune inchieste di “Report” sul narcotraffico. Lo scorso ottobre Roberto Saviano è arrivato a 15 anni di vita sotto tutela, dopo le minacce ricevute per il libro “Gomorra”. Accanto a questi nomi celebri, ci sono anche tanti giornalisti meno famosi, ma che con analogo coraggio combattono battaglie pericolose. Ad esempio Marilena Natale che lo scorso novembre è stata aggredita verbalmente da un pregiudicato che le detto, tra l'altro, “ti faccio vedere io”. Proprio la presenza della scorta ha consentito di gestire l'episodio senza gravi conseguenze.

L’assegnazione delle scorte

La gestione delle informazioni per l’assegnazione delle scorte è in carico all'UCIS (Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale), ente fondato nel 2002 dal Governo Berlusconi dopo l'omicidio del giuslavorista Marco Biagi. Secondo i suoi ultimi dati ufficiali i suoi interventi con le scorte vengono decisi per queste motivazioni: 58% per un possibile attacco da parte della criminalità organizzata, 38% per rischio attentato terroristico e il 4% per altri tipi di minaccia.

Cosa fa l’Ucis? «L’Ucis è stato ridotto ad un mero raccoglitore di informazioni che vengono fornite alla commissione centrale speciale per la definizione e applicazione delle speciali misure di protezionedi cui è a capo il sottosegretario Nicola Molteni. La scorta a vita spetta a tutti i presidenti di Camera, Senato, del Consiglio e della Repubblica. Ad esempio Massimo D’Alema ha un dispositivo di scorta che prevede 2 agenti, Roberto Fico ne ha 4, mentre Silvio Berlusconi ha 6 agenti di scorta più altri che paga da solo. Mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha 10 agenti di scorta ed il magistrato Nicola Gratteri scortato dai NOCS, ha 8 agenti e tre macchine blindate per muoversi. Anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha la sua scorta nonostante non esca a causa delle sue gravi condizioni di salute. Tenga presente che tra Roma, Milano e Palermo sono 600 gli agenti di polizia impiegati per le scorte che vengono tolti ovviamente dal servizio ordinario e diventano operativi solo dopo un periodo di formazione speciale. In più a questi numeri vanno aggiunti tutti i dispositivi di protezione previsti per i pentiti ed i giornalisti» ci racconta un poliziotto

Di che cifre parliamo per il solo impiego degli agenti di scorta?

«Facendo una stima, basti pensare che ogni agente perlomeno di polizia ha uno stipendio base di circa 3mila euro. Se lei considera solo i 600 agenti di polizia per le città di Roma, Milano e Palermo parliamo di oltre 21 milioni di euro l’anno. Ovviamente a questi andrebbe sommato il costo delle altre forze dell’ordine impiegate per la protezione».

Come mai l’Italia detiene il record assoluto in Europa per le scorte?

«Perché Italia c’è una mafia molto radicata, per questo abbiamo numeri da record anzi molto spesso mancano anche le auto per le scorte e le assicuro che è un problema. Inoltre nessuno degli ex politici ha mai rinunciato alle scorte anche quelli che non ne avrebbero più bisogno ma è comunque prevista dalla norma. Comunque i dispositivi di tutela e scorta sono sottoposti a revisione periodica per valutare l’attualità della minaccia».

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Linda Di Benedetto