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Il miglior Man Booker di tutti i tempi? 'Il paziente inglese'

Il romanzo di Michael Ondaatje si è aggiudicato il Golden Man Booker Prize: è il libro più bello nei 50 anni di storia del celebre premio inglese

Il paziente inglese di Michael Ondaatje ha conquistato il Golden Man Booker Prize. In sostanza il celebre romanzo del 1992 dell’autore canadese è stato incoronato come miglior libro fra tutti quelli che hanno vinto il prestigioso Man Booker Prize nel corso dei suoi 50 anni di storia.

Il Golden Man Booker Prize

Si tratta di un premio che rientra nell’ambito delle celebrazioni per il mezzo secolo di vita del Man Booker Prize. Il famoso riconoscimento letterario è stato infatti istituito nel 1968 (la prima edizione è del ’69), con lo scopo di premiare ogni anno il miglior libro scritto in lingua inglese e pubblicato nel Regno Unito (dal 2018 anche in Irlanda).

Per festeggiare, dunque, si è pensato di realizzare una maxi competizione fra i vincitori di tutte le edizioni, dal primissimo podio del ’69, Something to Answer For di Percy Howard Newby (mai pubblicato in Italia), fino a Lincoln nel Bardo di George Saunders (Feltrinelli), che ha trionfato nel 2017 (fra l’altro primo scrittore americano a vincere in un premio che è storicamente appannaggio di inglesi o provenienti da paesi del Commonwealth).

Michael-Ondaatje-Agence-Opale-Alamy-Stock-PhotoLo scrittore Michael OndaatjeThe Man Booker Prize / Agence Opale Alamy Stock Photo


Come si è votato

Due le fasi di voto per il Golden Man Booker. Innanzitutto è stato chiesto a una giuria composta da autorevoli personaggi della cultura inglese di scegliere i migliori romanzi del Booker di ogni decade, dal ’69 fino ai giorni nostri. I giurati erano il giornalista Robert McCrum, che ha scelto fra i vincitori dei primi dieci anni In uno Stato libero del premio Nobel Vidiadhar Surajprasad Naipaul (Booker Prize nel 1971). Gli anni Ottanta sono stati affidati al giudizio del poeta Lemn Sissay, che ha segnalato Incontro in Egitto di Penelope Lively (Booker Prize nel 1989), mentre alla selezione per gli anni Novanta ci ha pensato la scrittrice Kamila Shamsie, che ha deciso favorevolmente per Il paziente inglese. I primi anni Duemila sono stati scremati dal conduttore radiofonico Simon Mayo, il quale ha scelto Hilary Mantel con Wolf Hall (Booker Prize nel 2009) e, infine, l’ultima decade è stata affidata alla poetessa Hollie McNish, che ha indicato Lincoln nel Bardo di George Saunders.

Fatta in questo modo la cinquina di libri finalisti, ci si è dunque rivolti alla volontà popolare, con una votazione sul sito ufficiale (fra il 26 maggio e il 25 giugno 2018), che ha visto appunto prevalere Il paziente inglese.

Il-paziente-inglese-ondaatje-garzantiCopertina del romanzo 'Il paziente inglese', di Michael Ondaatje Garzanti


Il paziente inglese

La trama è nota: verso la fine della Seconda guerra mondiale, in un convento abbandonato nella campagna toscana, tre uomini e una donna trovano rifugio dagli ultimi drammi del conflitto. Uno di questi personaggi è il conte ungherese Laszlo Almasy, che giace in un letto gravemente ferito dopo un incidente aereo nel deserto. Si prende cura di lui l’infermiera canadese Hana, che non conoscendone l’identità lo chiama “il paziente inglese”. Con i due ci sono anche David Caravaggio, italo canadese, ladro e spia dei servizi segreti britannici, e Kirpal Singh, noto come Kip, artificiere di origini sikh incaricato di trovare e disinnescare mine ed esplosivi lasciati nei dintorni dai tedeschi in fuga.

Le vicende, i sentimenti e i ricordi dei quattro personaggi restituiscono molto efficacemente una narrazione della guerra e delle sue conseguenze sulle persone, che permette al lettore di immedesimarsi e riflettere.

Da questo romanzo è stato tratto l’omonimo film del 1996 di Anthony Minghella, che vinse ben 9 premi Oscar. Nel 1992 Il paziente inglese si è aggiudicato il Man Booker Prize, ex aequo con Sacred Hunger di Barry Unsworth.

Michael Ondaatje non è d’accordo

Felice ma anche modesto, Michael Ondaatje ha così commentato il proprio trionfo: “Nemmeno per un secondo posso illudermi che il mio sia il miglior libro fra quelli della lista finale, soprattutto tenendo conto che comprende anche un romanzo di V. S. Naipaul, cioè uno dei grandi maestri del nostro tempo, e un capolavoro come ‘Wolf Hall’. So più di chiunque altro che ‘Il paziente inglese’ non è perfetto e ha degli errori nella gestione del ritmo”.


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Il paziente inglese
di Michael Ondaatje
(Garzanti)
327 pagine

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Andrea Bressa