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ANSA / FRANCO CUFARI
Economia

Zes, Zone economiche speciali: cosa sono e dove nasceranno

Si tratta di aree portuali del Mezzogiorno che beneficeranno di agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative

Il ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, intervenendo in un incontro pubblico, ha annunciato che da qui ai primi di ottobre sarà emanato il decreto che stabilirà le regole di funzionamento delle Zone economiche speciali (Zes) che poi entro l’anno dovrebbero diventare operative. Stiamo parlando di aree del Sud collegate a zone portuali, destinatarie  di  importanti benefici fiscali e semplificazioni amministrative, che nelle intenzioni del governo dovrebbero consentire lo sviluppo di imprese già insediate o che si insedieranno, attraendo anche investimenti dall’estero.

Si tratta di iniziative già diffuse all’estero, e a questo proposito è il caso di ricordare che la Zes più famosa e sviluppata è quella di Dubai. Ma come funzionano praticamente queste aree a tassazione agevolata e quali sono le zone del nostro Paese che potrebbero ottenere questo particolare status amministrativo?

Le caratteristiche di una Zes

Secondo quelle che sono le norme vigenti,una Zes, per essere definita tale, deve innanzitutto comprendere un’area portuale, collegata alla rete transeuropea dei trasporti con caratteristiche stabilite da un preciso regolamento comunitario.

La zona in questione deve poi essere istituita all’interno dei confini statali, in una zona geografica chiaramente delimitata e identificata. Potrà darsi anche il caso che alla Zes vengano accluse aree territoriali non direttamente adiacenti all’area principale, purché ci sia però un nesso economico funzionale con la zona portuale.

Agevolazioni e condizioni

Come già accennato l’istituzione di una Zes porta come conseguenza principale la possibilità per le imprese di sfruttare importanti agevolazioni fiscali e di beneficiare di rilevanti semplificazioni di carattere amministrativo e burocratico. È prevista inoltre l’applicazione, in relazione agli investimenti effettuati nella Zes, di un credito d’imposta proporzionale al costo dei beni acquistati, entro il 31 dicembre 2020, nel limite massimo, per ciascun progetto d’investimento, di 50 milioni di euro.

Per ottenere questi benefici però le imprese devono mantenere le attività nella Zes per almeno cinque anni successivi al completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni, pena la revoca dei benefici concessi e goduti, e non devono essere in liquidazione o in fase di  scioglimento.

Dove sorgeranno le Zes

Secondo quelle che sono le indicazioni contenuto nel decreto Sud che istituisce le Zes nel nostro Paese, dovrebbero sorgere almeno cinque di queste aree in altrettante Regioni meridionali: Calabria, Campania, Sicilia, Basilicata e Puglia.  Si parla principalmente delle aree di Gioia Tauro, Napoli-Salerno,  Bari, Taranto.

Nel sopra citato intervento pubblico, il ministro De Vincenti, ha però annunciato che molto probabilmente nella lista delle Regioni che potranno beneficiare delle Zes saranno presto incluse anche Abruzzo e Molise. È il caso infine di sottolineare che, per la nascita e lo sviluppo delle Zes, al momento, il decreto Sud prevede uno stanziamento di  circa 200 milioni di euro, da utilizzare  tra il 2018 e il 2020.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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