VolvoS60R-DesignLaunch
Volvo, Ufficio stampa
Economia

Volvo, la prima fabbrica negli Stati Uniti

A Charleston, South Carolina, un investimento da oltre un miliardo di dollari, 4000 addetti, 150mila auto all'anno prodotte prevalentemente per il mercato Usa

La guerra dei dazi tra Stati Uniti ed Europa ha già delle conseguenze inattese sulle due sponde dell’oceano.

Harley-Davidson, simbolo del made in USA, ha annunciato di portare in Europa la produzione di moto per il vecchio Continente. E le Case auto europee stanno valutando analoghe contromosse. Prima a muoversi è Volvo Cars che ha inaugurato la settimana scorsa il suo primo stabilimento sul suolo americano, nell’assolata e laboriosa Charleston, Carolina del Sud.

Dopo Europa e Cina, gli Stati Uniti diventano così il terzo mercato di riferimento dell’azienda svedese di auto di lusso che negli ultimi quattro anni, a seguito dell’acquisizione da parte del gruppo cinese Geely Holding, divenuto di recente anche azionista di Daimler AG, ha visto le proprie vendite in costante aumento, con una crescita record del 7.0% a livello globale nel 2017, rispetto all’anno precedente.

I numeri dell’investimento americano testimoniano l’impegno messo in atto dalla Casa di Göteborg: 1.1 miliardi di dollari per uno stabilimento che costruirà automobili per il mercato locale (ma una quota sarà anche esportata verso Canada e Sud America) e che nei prossimi anni impiegherà fino a 4.000 addetti, con una produzione a pieno regime di 150.000 veicoli l’anno.

Sarà la S60, la nuova berlina dall’impronta sportiva, basata sulla piattaforma modulare SPA, a uscire per prima dalla fabbrica statunitense. A partire dal 2021, entrerà in produzione anche il nuovo SUV a 7 posti XC90, a conferma della rilevanza che questo Paese avrà per Volvo, con vetture al 100% di produzione americana.

Ma questa scelta non restituisce solamente un valore in termini commerciali e strategici.

Håkan Samuelsson, Presidente e CEO di Volvo Cars, nel corso dell’inaugurazione della nuova struttura ha sottolineato soprattutto l’investimento nelle persone e nella formazione di una generazione di lavoratori, quelli americani, che si apprestano a costruire le automobili del futuro, simbolo di una nuova era dell’Automotive dove saranno l’elettrificazione, le nuove tecnologie, e i servizi offerti alla clientela a rappresentare il focus dell’azienda svedese.

La S60 sarà infatti la prima vettura offerta senza la variante diesel, apripista di una produzione che già dal 2019 realizzerà esclusivamente modelli con propulsori elettrici o ibridi.

L’impianto di Charleston non rappresenta quindi solo una tappa intermedia all’interno di un processo di crescita della Casa svedese, ma un punto di partenza per una nuova famiglia di veicoli, in un mercato dell’auto che è prossimo a una rivoluzione epocale.

Per gli Stati Uniti il rapporto con la Svezia continua così a consolidarsi: gli operai di Volvo a Charleston si aggiungono ai 365.000 americani che già lavorano per aziende svedesi.

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Nina Stefenelli