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CIRO FUSCO/ANSA
Economia

Tassa sulla plastica: a cosa sta pensando la Ue

L’imposta preannunciata dalla Commissione dovrebbe contribuire a disincentivarne l’uso e aggiusterà anche i conti di Bruxelles

Mentre in Italia siamo ancora alle prese con la querelle sui sacchetti ecologici biodegradabili per frutta e verdure, dall’Europa arriva un nuovo allarme per i consumatori, legato ai costi per l’utilizzo della plastica. La Commissione di Bruxelles infatti avrebbe la seria intenzione di varare una tassa proprio sulla plastica, con l'intento dichiarato di disincentivarne l'uso.

Una misura, che tra l'altro, i vertice dell'Unione non nascondono, potrebbe servire anche ad aggiustare i conti comunitari, in vista della definitiva dipartita della Gran Bretagna dopo il voto sulla Brexit. Ma vediamo meglio a cosa starebbero pensando a Bruxelles in tema di plastica.

La strategia europea

L’idea di imporre una tassa sulla plastica non è circolata grazie a una qualsiasi indiscrezione di stampa, ma è stato direttamente il commissario al bilancio Gunter Oettinger a presentarla pubblicamente, inserendola in una sorta di strategia europea sulla plastica.

L’imposta in questione, secondo l’autorevole rappresentante della Commissione Ue, potrebbe spingere i cittadini comunitari a ridurre il consumo di plastica. In questo modo la sua produzione calerebbe, senza contare che il gettito erariale finirebbe direttamente nelle casse del bilancio europeo, andando a colmare in parte quel buco da 12-14 miliardi che si aprirà dopo la già ricordata Brexit.

Troppa plastica

La scelta di puntare su una tassa da imporre sulla plastica, è arrivata in considerazione del fatto che, come ha affermato lo stesso Oettinger, “noi utilizziamo e produciamo troppa plastica, che nonostante il riciclaggio finisce nei rifiuti". Tra l’altro, a partire dal 2018, la nostra plastica usata, non andrà nemmeno più in Cina, dove “diventava giocattoli per bambini", ha aggiunto il commissario .

"Dal primo gennaio di quest’anno – ha spiegato infatti Oettinger - la Cina ha chiuso il mercato e noi dobbiamo ridurre la quantità di plastica". Per questo Bruxelles ha pensato ad un modo per disincentivare la circolazione del materiale inquinante, che potesse tra l’altro essere anche utile ai fini economici.

Mancano i dettagli

La tassa sulla plastica resta a tutti gli effetti ancora un’idea, che dovrebbe essere ufficialmente presentata il prossimo 16 gennaio insieme ad un pacchetto di altre misure di carattere ambientale. Tra l’altro, avrebbe il primato di essere la prima vera tassa di carattere comunitario. Mancano però tutti i dettagli.

Non è chiaro ad esempio se a pagarla saranno direttamente i consumatori, oppure le imprese in fase di produzione, con costi che poi comunque a cascata si scaricherebbero sui cittadini dell’Unione. Ovvio che noi italiani, che già paghiamo per i sacchetti biodegradabili, ci troveremmo su questo fronte a non dover sostenere nessun costo aggiuntivo, essendoci in un qualche modo già adeguati per tempo.

Ma, come sappiamo, gli ambiti di utilizzo della plastica nella nostra vita quotidiana sono svariati, e dunque andranno fatte valutazioni molto accurate, per evitare che la nuova tassa immaginata a Bruxelles, non si trasformi in un vero e proprio salasso per milioni di cittadini comunitari. Staremo a vedere.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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