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Economia

Risparmio: perché gli italiani non pensano al futuro

Difficile panificare un progetto di lungo termine con gli investimenti: l'orizzonte temporale dei risparmiatori arriva in media a 5 anni

Gli italiani non pensano al futuro, soprattutto quando risparmiano e investono. Colpa del "presentismo": è uno dei più forti pregiudizi degli italiani (gli esperti li chiamano bias comportamentali), che ci porta spesso a rinviare più in là le decisioni chiave sui propri risparmi. Preferiamo vivere nel "qui e ora" - o forse vi siamo costretti - e non riusciamo a pianificare gli investimenti sul lungo periodo. La fotografia emerge da una recente indagine dell'istituto di ricerca Demia e IWBank Private Investments, la banca del gruppo UBI Banca specializzata nella gestione degli investimenti. Vediamola in dettaglio.

Orizzonte ristretto

La riscerca è stata effettuata su 1.500 investitori di tutte le fasce di età e con la disponibilità a investire almeno 10 mila euro, ha mostrato il limitato orizzonte temporale degli investitori italiani: 2 italiani su 10 associano il futuro a un periodo inferiore a 1 anno; 6 su 10 non vanno oltre un orizzonte di 5 anni e solo 1 su 10 interpreta tale concetto come un periodo superiore ai 10 anni.ù

Le tre fasce di età

L'indagine, inoltre, ha diviso il campione in baby boomers (nati tra il 1944 e il 1964), generazione X (tra il 1065 e il 1983) e millennials (tra il 1984 e il 1993). Le tre fasce di età sono caratterizzate da diverse traiettorie di vita, differente grado di stabilità economica e indipendenza rispetto alla generazione precedente, ma sono accomunate da obiettivi riassumibili in quattro pilastri comuni: il mantenimento del tenore di vita, il benessere familiare, la sicurezza economica e il supporto alla salute.

Pianificare è difficile

Secondo lo studio, uno delle principali cause che ci costringe a schiacciare il futuro nel presente sarabbe la difficoltà incontrata a pianificare i propri investimenti (risulta facile solo per 3 su 10). Già, perché gli italiani, a ben guardare, non sono un popolo di sprovveduti: quando gli si chiede di pensare al proprio futuro, sembrano davvero consapevoli sulla necessità di pianificare i propri risparmi.

Dall'indagine emerge che 7 su 10 si dichiarano convinti che "risparmiare di più e in modo continuativo sia una ricetta che può garantire a se stessi un tenore di vita adeguato in futuro". Inoltre, è diffusa la consapevolezza circa l’importanza del risparmio (per 8 italiani su 10) e della pianificazione di lungo termine (6 su 10).

La società in continua evoluzione

Poi c'è un altro ostacolo che ci impedisce di vedere noi stessi fra 10, 20 o 30 anni: l'incertezza del mondo lavorativo e della società. "La capacità di proiettarsi nel futuro è limitata e scoraggiata dai continui cambiamenti a molti livelli, in una società che viene descritta come in rapida e continua evoluzione, sempre meno caratterizzata da certezze" sottolinea Andrea Pennacchia, direttore generale di IWBank Private Investments.

"Alla reticenza personale, anche tra i boomers, nel pensarsi e descriversi anziani, si somma la difficoltà tra le altre fasce di età di prevedere la situazione complessiva e personale nei prossimi 10, 20, 30 anni, portando in tal modo i rispondenti a un tipico bias comportamentale, il presentismo appunto, molto diffuso in finanza" conclude Pennacchia.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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