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(Ansa)
Economia

Gli effetti benefici della «Second Hand» su economia e ambiente

Boom della Second Hand: fa bene al portafoglio, all'ambiente e anche all'economia

Vendendo e comprando online 20milioni di oggetti gli italiani nel 2022 hanno fatto bene all’ambiente come se avessero bloccato il traffico di Milano per 19 mesi, parlando di tonnellate di CO2risparmiate.

La Second Hand fa bene al portafoglio (in tempi di caro-vita soprattutto), ma anche all’ambiente (meno CO2 e rifiuti): Ma è una forma di economia circolare che quindi fa bene anche all’economia: genera un valore economico di 25 miliardi di euro (1,3% del Pil), crea occupazione (si stima che nell’Unione Europea potrebbero esserci 700mila nuovi posti di lavoro entro il 2030) e ci rende più autonomi e meno dipendenti dagli altri Paesi quanto a materie prime.

Gli italiani che comprano e vendono beni di seconda mano sono sempre di più. Il 57% nel 2022 (dato in crescita). Con quale impatto per l’ambiente? Lo ha quantificato Subito (piattaforma leader in Italia per comprare e vendere in modo sostenibile e seconda piattaforma di e-commerce con oltre 16 milioni di utenti unici al mese). I dati dello studio “Second Hand Effect 2022” (fatto da Istituto di Ricerca Ambientale Svedese) ci dicono che i 20 milioni di oggetti venduti sulla piattaforma l’anno scorso hanno portato a un potenziale risparmio di 2,7 tonnellate di CO2. Tradotto è come se si fossero evitate le emissioni prodotte per un anno da una città di 374mila abitanti o quelle per produrre 119 miliardi di cialde di caffè. È come se si fossero riempiti di alberi nuovi 2.500 campi da calcio.
A farci evitare maggiormente CO2 è stata la compravendita di oggetti della categoria Motori (-2.293.594 tonnellate di CO2). A seguire Casa e Persona, Elettronica e Sport & Hobby. Campania (-410mila tonnellate di CO2), Lombardia (-369 mila tonnellate di CO2) e Lazio (301.385 tonnellate di CO2) sono le regioni più green d’Italia

Ma non è solo risparmio di CO2, c’è anche il tema materie prime. L’Unione Europea importa circa la metà di quelle che consuma (dati Eurostat). La forbice tra esportazioni e importazioni è ancora troppo sbilanciata, tanto che nel 2021 si è registrato un deficit commerciale di 35,5 miliardi di euro. La compravendita di beni di seconda mano è uno dei tasselli per “liberare” l’economia europea (e italiana) dai rischi legati alle materie prime: difficoltà di approvvigionamento (per questioni geopolitiche per esempio), volatilità dei prezzi, dipendenza da altri Paesi. Ciò vale soprattutto per le materie prime critiche, necessarie per batterie e motori elettrici.

Ecco, tornando ai 20 milioni di compravendite che hanno fatto evitare CO2, hanno anche fatto risparmiare 153mila tonnellate di plastica (quantitativo che equivale alla produzione di 61 miliardi di mattoncini per costruzioni giocattolo), oltre 1 milione di tonnellate di acciaio (pari all’occorrente per costruire 8mila Statue della Libertà) e ancora 100mila tonnellate di alluminio (quello che serve per 3,1 miliardi di componenti per iPhone).

Un boom della second hand e una transizione verso un’economia più circolare possono portare vantaggi anche non “visibili” direttamente. C’è sicuramente l’evidente riduzione della pressione sull’ambiente. I processi industriali e l'uso dei prodotti sono responsabili del 9,10% delle emissioni di gas serra in Europa, mentre la gestione dei rifiuti rappresenta il 3,32% (Agenzia europea dell'ambiente). Ma ci sono poi la riduzione della dipendenza dalle materie prime, l’incremento dell’occupazione, l’aumento della competitività e l’impulso alla crescita economica (+ 0,5% del Pil dati Parlamento europeo). I tempi? I modi? Intanto, vendendo e comprando online 20milioni di oggetti gli italiani nel 2022 hanno risparmiato e…bloccato il traffico di Milano per 19 mesi, parlando di tonnellate di CO2 evitate.

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Cristina Colli