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Economia

Occupazione: ritorno ai livelli pre-crisi

Questo il risultato di uno studio emerso nella nota congiunta tra Istat, ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal e riferito al secondo trimestre 2018

Cresce l’occupazione e torna ai livelli pre-crisi. Nel secondo trimestre 2018 l’occupazione è significativamente in crescita sia rispetto al primo trimestre sia a livello tendenziale, in leggera accelerazione rispetto al trimestre precedente. È quanto emerge dall’ottava Nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione relativa al secondo trimestre 2018 che l’Istat, il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, l’Inps, l’Inail e l’Anpal pubblicano oggi in contemporanea sui rispettivi siti web.

Il tasso di occupazione destagionalizzato è risultato pari al 58,7%, in notevole crescita (+0,5 punti percentuali) rispetto al trimestre precedente, l’aumento interessa tutte le classi di età (anche a livello tendenziale). L’indicatore supera di oltre tre punti il valore minimo del terzo trimestre 2013 (55,4%), tornando ai valori pre-crisi e sfiorando il livello massimo del secondo trimestre del 2008 (58,8%).

Le dinamiche del mercato del lavoro si sono sviluppate, si legge nella Nota, in un contesto di lieve rallentamento della crescita del Pil (+0,2% in termini congiunturali e +1,2% su base annua) rispetto al ritmo registrato nei due trimestri precedenti; l’input di lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) registra una dinamica più rapida di quella del Pil a livello congiunturale (+0,4%) e più lenta su base tendenziale (+0,9%). Nel secondo trimestre - continua la Nota congiunta Istat, Inps, ministero del Lavoro, Inail e Anpal - l’aumento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti riguarda sia le posizioni a tempo indeterminato (+53 mila) sia quelle a tempo determinato (+34 mila). Se le prime crescono per il secondo trimestre consecutivo, a ritmi più accentuati per un aumento delle trasformazioni, le posizioni a termine aumentano ininterrottamente dal secondo trimestre 2016.

Secondo i dati tendenziali delle Comunicazioni obbligatorie l’incidenza delle attivazioni a tempo determinato è pari all’80,3%, in aumento rispetto al 78,2% registrato nel secondo trimestre del 2017. In termini di saldi tra attivazioni e cessaemerzioni, su base annua e a ritmi meno intensi, l’aumento del lavoro dipendente a tempo determinato continua per il nono trimestre consecutivo (+361 mila). Questi segnali si confermano per le imprese industriali e dei servizi che mostrano, secondo la fonte Inps-Uniemens che include il lavoro in somministrazione e a chiamata, un nuovo incremento del tempo determinato (+335 mila su base annua). Contestualmente, le posizioni lavorative a tempo indeterminato presentano una crescita nei dati sia delle Comunicazioni obbligatorie (+64 mila posizioni) sia dell’Inps (+57 mila posizioni).

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a cura di LABITALIA/ADNKRONOS