L'estate 2023 si chiude con il segno meno per turisti e fatturato
Economia

L'estate 2023 si chiude con il segno meno per turisti e fatturato

Dopo il boom di Natale, Pasqua e del periodo dei «ponti» ci si aspettava un trimestre da record: non è stato così. In calo i turisti italiani. Ci salvano gli stranieri

Poteva andare meglio, ci si aspettava andasse meglio. L’estate 2023 non è stata l’estate da record di turisti che si prevedeva fosse. La realtà è stata diversa dalle ottimistiche stime di primavera. Non siamo davanti a un flop, ma siamo lontani dai boom del 2019. La colpa? Un - 5,7% (in agosto addirittura – 10%) di vacanzieri italiani. A salvare l’estate turistica del Belpaese sono stati gli stranieri, tornati in vacanza nel nostro Paese dopo il Covid.

Il bilancio non è ancora definitivo, ma guardando a giugno, luglio e agosto i dati di Assoturismo Confesercenti parlano chiaro: c’è stata una battuta d’arresto. Flessione netta del turismo interno (-5,7%), aumento del 3,6% degli stranieri. Il trimestre estivo si chiude con -1,4% di pernottamenti. In termini assoluti siamo davanti a 50,5 milioni di presenze nelle strutture ricettive, circa 207 milioni di pernottamenti, 3 milioni in meno rispetto all’anno scorso. A perdere sono state soprattutto le località di mare (-3,2%), seguite dalle mete in campagna e collina (-3,1%). In lieve aumento i turisti nelle città e nei centri d’arte (+2,7%), stabile la situazione di laghi e montagna. A salvare il bilancio dell’impresa turismo sono stati l’aumento delle presenze degli stranieri (+3,6%) e il +15% nelle spese pro-capite. Da dove sono arrivati i turisti d’oltralpe? Per lo più da Francia, Olanda, Stati Uniti e Polonia. In leggero aumento anche gli arrivi da Repubblica Ceca, Belgio, Svizzera, Australia, Canada, Ungheria, Spagna e Regno Unito. Stabile invece il numero di turisti dalla Germania, Scandinavia, Corea del Sud e Israele, mentre sono in calo gli indiani, austriaci, cinesi e giapponesi e ovviamente i russi.
Spiccano alcuni casi. In Sardegna i numeri di porti e aeroporti sono stati positivi, ma per quanto riguarda la ricettività si è registrato il segno meno, addirittura fino al -30% di agosto (numeri Associazione albergatori Olbia). Romagna e Marche hanno vissuto una flessione tra il 15% e il 25% rispetto al 2022. Sono in discesa anche i numeri di Sicilia e Puglia. In Gargano sembra esserci stata una stagione a due velocità: hanno tenuto gli stabilimenti balneari, mentre c’è stato un calo dei guadagni fino al 30% per alberghi e ristoranti.

Niente boom del turismo e italiani che preferiscono Albania, Grecia, Montenegro e Turchia al Belpaese. Ovviamente il fattore principale è quello economico. Aldilà degli scontrini “pazzi” come quello del toast diviso in due per due euro sul lago di Como, i costi per le famiglie sono cresciuti ovunque. Caro ombrelloni, caro voli, caro ristorante. L’inflazione ha spinto i prezzi e tolto potere d’acquisto. Ci sono poi i motivi “contingenti”, come il post alluvione in Romagna che ha fatto volare le disdette e i problemi all’aeroporti di Catania che hanno spinto altrove molti turisti.

La sorpresa potrebbe arrivare da settembre. Le stime prevedono 10 milioni di italiani in vacanza nel nostro Paese. Numeri da record, spinti dal risparmio. Per una settimana a Gallipoli a settembre una famiglia risparmia fino al 70% rispetto ad agosto (stime Assoutenti). In Sardegna fino al 50%, mentre in Sicilia il 60%. A fine anno anche questo entrerà nel conto del “come è stato il turismo in Italia nel 2023”.

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