Dazi Usa verso l'Europa: le conseguenze per l'Italia
Economia

Dazi Usa verso l'Europa: le conseguenze per l'Italia

Il settore agroalimentare italiano potrebbe subire danni per un miliardo di euro. Colpiti Parmigiano, mozzarella e prosciutto. Salvi, pare, olio e Prosecco

Un miliardo di euro. E' il conto che il settore agroalimentare italiano rischia di dover pagare a causa della guerra dei dazi Usa-resto del mondo.

Dopo il via libera del Wto ai 7,5 miliardi di dollari che gli Usa potranno chiedere all'Europa (sotto forma di dazi doganali) a compensazione degli aiuti illegali a Airbus l'Italia inizia a fare i conti delle possibili conseguenze economiche delle gabelle USA sull'import made in Italy. Formaggi, olio, vino, marmellate e prosciutti, a partire dal prossimo 18 ottobre, potrebbero subire rincari fino al 100%.

Quali prodotti saranno interessati dai dazi

La lista dei prodotti interessati dalle misure ritorsive non è ancora definita, ma entro una decina di giorni la commissione statunitense Dsd emetterà quel verdetto che fa tremare l'intero sistema import export europeo.

In Italia il mercato dell'export USA vale ogni anno 4,2 miliardi di euro e le conseguenze della politica protezionista americana nei confronti dei prodotti che arrivano dall'estero sarebbero drammatiche per il nostro mercato. I prodotti più penalizzati sarebbero quelli caseari: in primis parmigiano reggiano e grana padano.

Parmigiano reggiano e grana padano

Gli USA, infatti, dopo la Francia, sono il più importante mercato d'esportazione del parmigiano reggiano. Ogni anno volano negli States 10 milioni di chili del re dei formaggi. Un chilo di parmigiano, oggi, costa circa 40 dollari; con l'imposizione del super dazio il prezzo di un chilo di formaggio arriverebbe a 60 dollari e il Consorzio stima che il rincaro potrebbe determinare il crollo del 90% del mercato USA.

In questo modo "avanzerebbero" 9 milioni di chili di parmigiano che non potrebbero essere assorbiti da nessun mercato tanto potente. Il bug economico causato nel settore è stimato intorno ai 360 milioni di euro l'anno. E non andrebbe meglio al grana padanoche subirebbe un danno di circa 270 milioni di euro e una perdita di mercato del 90%. 

Le conseguenze sulla catena del latte

A catena la guerra commerciale Usa andrebbe a colpire anche i produttori di latte italiani. Visto che il 40% del latte prodotto nel nostro Paese serve a creare parmigiano e grana e considerato che si stima una perdita del 90% della produzione destinata all'export verso l'Usa, il latte rimarrebbe invenduto e oltre al danno produttivo il costo stesso del latte al dettaglio in Italia aumenterebbe a dismisura finendo per gravare anche sulle tasche di tutti i consumatori.

La mozzarella di bufala

Ancora nel settore caseario anche la mozzarella di bufala campana dop subirebbe gravi danni visto che il mercato USA del settore vale da solo 10 miliardi di euro e una mozzarella dop su 3 vola fuori dall'Italia con gli States in testa ai mercati extra UE più attivi.

Al consumatore americano, a oggi, un kg di bufala campana costa in media 45 dollari (20 euro di produzione +2,5 di dazi +20 euro tra spedizione e intermediazioni). Con eventuali dazi al 100% arriveremmo a 65 dollari al chilo (si calcolano sul prezzo di produzione medio).

Olio, pasta e prosecco

E poi ci sono anche l'olio extravergine d'oliva e la pasta: i due baluardi della cucina made in Italy. 

Nel 2018 l'export di olio verso gli Usa è valso 436 milioni di euro, mentre quello di pasta ammonta a circa 305 milioni. Ora un litro d'olio costa 12,38 euro, dal 18 ottobre potrebbe balzare a 24,77 euro e un chilo di pasta arriverebbe a costare quasi 4 euro. 

La passione USA per le bollicine del prosecco italiano ha fatto sì che il mercato solo nel 2019 subisse un incremento del 17% che potrebbe avere una pesante battuta d'arresto in caso i dazi colpissero anche questo prodotto che vedrebbe raddoppiato il suo costo sugli scaffali dei negozi passando dagli attuali 15 euro a bottiglia a 30 euro se non di più.


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Barbara Massaro