Ponte Morandi
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Economia

Crollo ponte Morandi, ecco cosa prevede il decreto Genova

Previste spese complessive per circa 650 milioni di euro. Autostrade esclusa dalla ricostruzione, tagliati i fondi per città e Porto

Il Parlamento ha approvato il Decreto Genova, che ora sarà così pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Si tratta di un provvedimento importante che complessivamente prevede spese per circa 650 milioni di euro.

Un insieme di misure e interventi per decidere i quali forse si è perso fin troppo tempo secondo i cittadini di Genova, ma che alla fine dovrebbe servire innanzitutto a realizzare la cosa più importante: la ricostruzione del Ponte Morandi a ormai più di 90 giorni di distanza dal suo tragico crollo.

Tra l’altro, tra le decisioni più significative adottate dal decreto è confermata l'esclusione di Autostrade dalla ricostruzione del ponte, è previsto che lo Stato anticipi i soldi se la società non dovesse pagare, mentre saltano i fondi per il Terzo Valico. Ma vediamo nel dettaglio i provvedimenti più importanti, destinati anche a supportare l'economia della città di Genova, decisi dal governo.

Commissario ancora da decidere

Negli 11 articoli di interventi urgenti per Genova è confermato l'arrivo di un commissario straordinario (il Sindaco del capoluogo ligure, Bucci) per la ricostruzione con ampi poteri, che opererà in deroga ad ogni disposizione di legge extrapenale.

Resterà in carica 12 mesi, rinnovabili per non oltre un triennio, e che verrà nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri entro 10 giorni dall'entrata in vigore del decreto.

Sarà il commissario ad affidare la ricostruzione del ponte a "uno o più operatori economici" che non abbiano alcuna partecipazione diretta o indiretta in concessionarie di strade a pedaggio o siano da esse controllate o collegate.

Autostrade metterà solo i soldi

Autostrade per l'Italia sarà dunque esclusa da qualsiasi intervento diretto nella ricostruzione. Ma con una postilla aggiunta nelle ultime versioni del decreto per evitare una misura ad hoc: "anche al fine di evitare un indebito vantaggio competitivo nel sistema delle concessioni autostradali".

Autostrade dovrà invece provvedere alle spese di ricostruzione entro 30 giorni dalla richiesta del commissario. La novità dell'ultima stesura è che, nel caso in cui la società non dovesse pagare o ritardasse il versamento, sarà lo Stato a provvedere: è infatti autorizzata la spesa di 30 milioni annui dal 2018 al 2029, pari a complessivi 330 milioni, che verranno attinti dal Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale.

Altri stanziamenti

Per la città di Genova arrivano inoltre altri 20 milioni di risorse per il 2018-19, in aggiunta ai 33,5 milioni stanziati subito dopo il crollo. Un significativo passo indietro però rispetto ai 90 milioni di nuovi fondi preventivati in un primo momento, soprattutto per il trasporto locale.

Tra l’altro vengono anche dimezzate da 500 a 250 le assunzioni per permettere agli enti locali di far fronte all'emergenza. E anche i 30 milioni di euro stanziati per il Porto sono inferiori ai 90 promessi in un primo momento.

Serviranno, tra le altre cose, a istituire la "Zona Logistica Semplificata - Porto e Retroporto di Genova” comprendente i territori portuali e retroportuali del capoluogo ligure. Infine, ultima nota dolente, spariscono i fondi per il Terzo Valico.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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