"Black, black, black" di Marta Sanz, un giallo dalla Spagna
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"Black, black, black" di Marta Sanz, un giallo dalla Spagna

Un investigatore gay è il protagonista di questo noir dalle atmosfere alla Almodovar, ricco di riferimenti alla letteratura di genere

Il giallo non passa mai di moda perché ha dei meccanismi efficaci e malleabili, che spesso si prestano a essere girati, modificati, rivoluzionati. In questo modo, se l’operazione è fatta ad arte, il libro diventa un “giallo d’autore”, con una sua impronta originale, nuova e riconoscibile.

Questo è il caso di Black, black, black , dell’autrice spagnola Marta Sanz, edito per Nutrimenti. Abbiamo il morto, c’è l’investigatore e la relativa indagine, in questo noir ambientato in un vecchio condominio di Madrid, che sembra il centro del mondo. Ma il risultato della ricetta è un pasto in tre portate che soddisfa i palati più esigenti.

La vittima si chiama Cristina Esquivel, giovane dottoressa strangolata nel suo appartamento. Dopo un anno nessuno conosce il colpevole e la polizia ha ormai archiviato il caso. A riaprirlo ci pensa Arturo Zarco, un investigatore privato un po’ dandy e naif, chiamato dai genitori della ragazza convinti che l’assassino sia il marito marocchino. Zarco è un quarantenne omosessuale con un matrimonio alle spalle. E il suo alter ego investigativo, il suo Watson, è proprio la ex moglie Paula, con la quale ha un turbolento rapporto pieno di affetto ma anche di rancore.

Le indagini si svolgono in un soffocante palazzo ricco di casi umani: dalla vecchia Leo sempre attaccata allo spioncino della porta, alla coppia di anziani disabili assistiti dal poco raccomandabile figlio. Ci sono poi Olmo, un misterioso ragazzo daltonico che colleziona farfalle, di cui si invaghisce Zarco, e sua madre Luz, una signora bizzarra che sembra sapere più di quello che dice.

Le tre portate sono i tre capitoli in cui è suddiviso il libro (i “black” del titolo per intenderci), in ognuno dei quali la storia è raccontata (o vissuta) da una voce diversa. Nel primo troviamo il narciso Zarco, con i suoi tentativi di assomigliare il più possibile ai grandi protagonisti della letteratura poliziesca (come i personaggi creati da Raymond Chandler, Agatha Christie, Rex Stout, Andrea Camilleri), il cui racconto è reso attraverso le telefonate con Paula.

Luz è protagonista della seconda parte, con il suo disagio di donna sola, afflitta da una menopausa precoce e un profondo malessere esistenziale. La sua voce ci arriva attraverso il diario che sta scrivendo per il suo psichiatra, pagine che passano dal dramma alla pura follia, intervallate da momenti di lucidità. L’ultima portata è infine dedicata a Paula.

Le donne (la femminilità) giocano un ruolo molto importante nel libro, donandogli delle atmosfere vicine ai film di Almovodar.

Marta Sanz convince con Black, black, black. Il gioco di usare diverse voci e diversi registri ci dona un racconto dinamico, che apre prospettive così lontane tra loro da rapirci, in attesa di scoprire dove porterà la pagina successiva.

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Andrea Bressa