'L'inferno e ritorno', il romanzo sul caso Fritzl
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'L'inferno e ritorno', il romanzo sul caso Fritzl

L'autore francese Régis Jauffret prova racconta la vicenda di Elisabeth Fritzl, la ragazza rinchiusa e seviziata dal padre per 24 anni

Nel 1984 Elisabeth Fritzl, diciotto anni, viene segregata dal padre Josef nella cantina della sua villa ad Amstetten, in Austria. Passerà i successivi 24 anni lì sotto, subendo quotidianamente abusi di ogni tipo, da quelli sessuali alla privazione dell'acqua. Anche i figli avuti dalle gravidanze non volute subiranno le stesse violenze, nel silenzio della moglie, dei vicini e delle autorità. Elisabeth ne uscirà solo nel 2008, rivelando al mondo un caso senza precedenti di violenza, delirio di onnipotenza, crudeltà, follia senza spiegazione.

Régis Jauffret ne ha tratto un libro, L'inferno e ritorno , pubblicato da Piemme. Non un saggio, non un'inchiesta giornalistica, ma un romanzo, in cui si dà conto di questo incubo vissuto dalla ragazza ricostruendo la storia attraverso un mix di generi dettato dalle fonti a disposizione.

Il libro mescola con sapienza indagini sull'inchiesta ufficiale (molto fallace), ricostruisce notizie vere e false circolate in quei giorni, esplora il caso giudiziario nelle sue varie sfaccettature. Dall'altra parte Jauffret aggiunge una narrazione della tremenda quotidianità di Elisabeth (che nel libro si chiama Angelika) e del 'popolo della cantina', cercando anche di calarsi nella mente del papà-mostro.

Il presupposto di questa scelta stilistica è nella constatazione che esistono abissi talmente profondi e inspiegabili che solo una narrazione di fiction può affrontare. Jauffret, marsigliese classe 1955, considerato una delle voci più originali della letteratura francese, ha scritto altri romanzi che scavano nelle zone più oscure dell'anima, come Il banchiere (Barbès, 2011) e La Ballade de Rikers Island, ispirato al caso Strauss-Kahn .

Fritzl e la sua vicenda sono stati lo spunto anche per un romanzo del 2011 intitolato Elisabeth , di Paolo Sortino (Einaudi), a dimostrazione di quanto la realtà possa davvero superare le fantasie più spaventose.

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Martino De Mori