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(Getty Images)
Calcio

Spese, bilanci e debiti: tutti i numeri dell'Inter di Zhang

Il conto della proprietà cinese che ha riportato i nerazzurri a vincere sfiora i 900 milioni di euro. Ora il futuro è incerto, dopo il passaggio forzato di proprietà al fondo californiano Oaktree - ADDIO ZHANG, L'INTER E' DI OAKTREE

Guidare l'Inter per otto anni, dal 2016 al 2024, è costato alla famiglia Zhang poco meno di 900 milioni di euro. La cifra esatta, al netto di altri apporti che potrebbero emergere nella lettura del bilancio che si chiuderà il prossimo 30 giugno, è di 893.531.765 euro divisi tra denaro speso per prelevare il club dall'indonesiano Thohir, aumento di capitale iniziale, finanziamenti sotto forma di prestiti poi convertiti in capitale e le sponsorizzazioni collegate alla casa madre Suning che nella prima fase dell'era cinese hanno rafforzato il fatturato della società.

Una montagna di soldi che difficilmente tornerà in tasca a Zhang, qualunque sia l'esito della perizia che determinerà il valore dell'Inter e quanto Oaktree dovrà riconoscere come differenza tra il debito non ripagato e il fair value al netto dei debiti finanziari.

La traiettoria di Suning alla guida dell'Inter è spaccata in due metà precise. C'è un prima del Covid e un post pandemia. Nella prima fase (dal 2016 al 2020) la proprietà cinese ha concentrato il grosso degli sforzi economici per migliorare le performance sportive della squadra e aumentare i ricavi a bilancio. L'acquisto nel giugno del 2016 è costato complessivamente circa 270 milioni di euro di cui 92,4 milioni versati a Thohir per rilevare il suo 68,55% delle azioni e altri 142 milioni per un immediato aumento di capitale.

Da lì in poi la famiglia Zhang ha sempre scelto la strada del finanziamento soci per immettere capitali dentro il club. In tutto 462 milioni (126 dal 2021 in poi) cui si aggiungono sponsorizzazioni 'cinesi' che nel corso del tempo hanno toccato quota 197 milioni di euro. Dal 2021, però, gli apporti si sono notevolmente ridotti per le difficoltà della casa madre Suning e per le imposizioni restrittive del governo cinese, non più interessato ad investire nel calcio europeo.

E' un fatto che il prestito erogato dal fondo californiano Oaktree, poi diventato la leva per il passaggio di proprietà con escussione del pegno, sia stata la fonte dalla quale Steven Zhang ha tratto dal 2021 in poi i soldi da mettere nell'Inter. Una provvista in Lussemburgo dalla quale ha attinto fino all'ultimo periodo, se è vero che nella stagione 2021/2022 la proprietà cinese ha finanziato l'Inter per 75 milioni di euro più altri 51 nel 2022/2023.

Questione debiti. Al 30 giugno 2023 l'Inter denunciava un debito lordo complessivo di 807 milioni di euro di cui 409 per il bond che scade nel febbraio 2027 e che ogni anno genera interessi finanziari che appesantiscono il conto economico. Altri 130 milioni figuravano alla voce debiti verso soci (vedi forma di finanziamento). Il resto del debito - per un totale di circa 268 milioni di euro - era suddiviso tra fornitori, tributari, previdenza, società di calcio e vari ma va ricordato che a bilancio c'erano anche crediti e, solo per restare alla voce 'società di calcio' per 97,5 milioni debito lordo facevano contrappeso 74,6 di crediti. Al di fuori del bond, cifre in linea con tutti gli altri top club della Serie A.

Il patrimonio netto era negativo per 109 milioni di euro grazie anche alle misure straordinarie Covid, di cui l'Inter si è avvalsa, che hanno consentito di posticipare di cinque anni i passivi di bilancio 2021 e 2022. Successivamente al 30 giugno 2023, però, sono presenti una serie di conversioni a copertura del patrimonio netto negativo che hanno notevolmente alleggerito la posizione.

Dal 2019 al 2023 l'Inter ha bruciato 573 milioni di euro con una serie di passivi da spavento soprattutto nella fase cruciale della crisi pandemica: -102,4 milioni nel 2019/2020, -245,6 (il massimo) nel 2020/2021 e -140,1 nel 2022/2022. Poi si sono sentiti gli effetti della spendig review con i mercati a saldo zero o positivo e dell'aumento del fatturato per la riapertura degli stadi. Nel 2022/2023 il rosso è stato di 85,3 milioni di euro e quello atteso al 30 giugno 2024 è stimato intorno al -40/50 con proiezioni di pareggio di bilancio nel 2025.

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Giovanni Capuano