Inter, la corsa in Champions League vale il doppio dei ricavi del Triplete
Superando il Feyenoord i nerazzurri verso i 100 milioni di euro di premi dalla Uefa. Nel 2010 la vittoria di Madrid ne aveva fruttati meno della metà - VOLATA CHAMPIONS, IL RANKING UEFA AGGIORNATO
L'Inter gioca per la gloria e per la borsa. Il traguardo dei quarti di finale della Champions League, a un passo nel doppio confronto con il Feyenoord, significa per i nerazzurri fare tombola alla voce ricavi Uefa. Il match di San Siro con gli olandesi vale 12,5 milioni di euro, bonus a disposizione di chi entra nelle magnifiche otto dell'Europa che conta, con proiezione quota 100 nei premi complessivi incassati dalla Uefa.
Una cifra record, vicinissima a quella della stagione conclusa con la finale di Istanbul che aveva consentito all'Inter di scrivere a bilancio la bellezza di 101,3 milioni di euro. In caso di passaggio ai quarti di finale della squadra di Simone Inzaghi il parziale, con la speranza di poter andare oltre, è di 98,5 milioni cui bisogna aggiungere i cinque incassi già garantiti dalle sfide casalinghe e il sesto contro il Bayern Monaco (favoritissimo rispetto al Bayer Leverkusen battuto all'andata) che da solo si collocherà non distante dal botteghino da 10,4 registrato nel maggio 2023 per il derby di semifinale contro il Milan.
Tradotto: contro il Feyenoord c'è in palio un assegno da una ventina di milioni di euro. Una montagna di soldi che fa felice Oaktree, sulla strada dell'equilibrio di bilancio alla fine di questa stagione grazia soprattutto alle ricadute economiche dei risultati sportivi della squadra: la scommessa di trattenere i top player, garantendo rinnovi al rialzo, sta pagando anche nel futuro le strategie sul mercato saranno in parte aggiornate andando a caccia di talenti più giovani rispetto alla politica dei parametri zero delle ultime stagioni.
Il jackpot incassato dai nerazzurri in questa campagna europea autorizza, però, anche a una riflessione più ampia su come sta cambiando la Champions League. Dalla scorsa estate la Uefa è entrata nella nuova era, con il format allargato a 36 squadre e un calendario che ha cambiato le abitudini di tutti costringendo a imparare regole e funzionamento della prima fase a classifica unica. Il montepremi a disposizione dei club è cresciuto a 2,5 miliardi di euro pur vedendo calare il valore nominale delle singole partite (da 16 a 13 milioni).
Un compromesso che non ha spento le istanze di chi lavora al progetto della (fu) Superlega - oggi Unify League - ma che ha accentuato la corsa al rialzo della coppa più importante del panorama europeo. C'è un dato che la fotografa in maniera impietosa. L'Inter del Triplete conquistato a Madrid nel 2010 fatturò come premi Uefa meno della metà di quanto valgono oggi i quarti di finale: 49 milioni di euro. Soldi garantiti ora dalla semplice somma di bonus partecipazione (18,6), market pool televisivo (24) e ranking decennale (7,4). Senza nemmeno contare i risultati del campo e quanto maturato con i vari passaggi di turno.
Solo esserci, insomma, vale quanto arrivare ad alzare il trofeo tre lustri fa. Senza dimenticare che da aprile in poi ci saranno in palio altri 40 milioni di euro massimi per semifinali (15), finale (18,5) ed eventuale vittoria (6,5). L'Inter gioca per la gloria e per il bilancio, insomma. Ed è sempre più chiaro perché nessun top club del Vecchio Continente possa permettersi di restare fuori dal cerchio magico della Champions League se non a prezzo di sacrifici economici da parte delle rispettive proprietà.
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