Il 2 agosto 2027 il cielo è pronto a regalare uno spettacolo imperdibile: un’eclissi solare totale della durata massima di 6 minuti e 23 secondi. Un tempo lunghissimo, quasi sospeso, che renderà l’evento uno dei più rari e suggestivi mai osservati, che non verrà superato prima del 2114.
Cosa succede durante un’eclissi totale
Durante la fase di totalità il Sole verrà completamente coperto dalla Luna e il paesaggio cambierà volto. In pieno giorno, la luce si spegnerà come al tramonto, le stelle faranno la loro comparsa e l’aria si raffredderà improvvisamente. L’orizzonte assumerà tonalità innaturali, con sfumature metalliche e riflessi rosati, creando una sensazione quasi irreale, difficile da raccontare e impossibile da dimenticare.
Una combinazione astronomica irripetibile
Non tutte le eclissi sono uguali e quella del 2027 sarà straordinaria per una serie di coincidenze rarissime. La Luna si troverà vicinissima al perigeo, apparendo insolitamente grande nel cielo, mentre la Terra sarà prossima all’afelio, rendendo il Sole leggermente più piccolo. A questo si aggiunge il passaggio dell’ombra lunare su basse latitudini, che ne rallenterà lo scorrimento sulla superficie terrestre. È proprio questa danza cosmica a permettere una totalità che supera i sei minuti, contro una media che raramente arriva a tre.
L’eclissi più lunga del secolo, o quasi
Dal punto di vista tecnico, il primato assoluto resta all’eclissi del 22 luglio 2009, che raggiunse 6 minuti e 39 secondi. Tuttavia, quella durata record si verificò quasi interamente sopra l’oceano, coinvolgendo solo marginalmente aree abitate. Per questo motivo, l’eclissi del 2 agosto 2027 viene considerata la più lunga realmente osservabile da territori continentali e accessibili, oltre a essere la più significativa fino al 2114.
Come apparirà dall’Italia
Dall’Italia l’eclissi sarà parziale, ma tutt’altro che trascurabile. Nel Nord-Est il Sole verrà coperto per poco più della metà, mentre la percentuale aumenterà progressivamente scendendo verso Sud. A Lampedusa si arriverà a un’impressionante copertura del 99,8 per cento, con il disco solare ridotto a una sottilissima falce di luce. In teoria, basterebbe spingersi di circa venti chilometri più a sud, appena oltre il limite delle acque internazionali, per assistere alla totalità restando nell’area geografica italiana.