Crollo del M5S e di Scelta Civica e ripresa del bipolarismo: gli ultimi sondaggi
Che cosa dicono i sondaggi quando sono passati quasi cinque mesi dalle elezioni? Chi vincerebbe oggi se dovessimo (malauguratamente) tornare a votare con questa legge elettorale? E soprattutto: quando sono affidabili questi dati se sistematicamente il tasso di indecisione (come rivelano tutti i principali istituti di ricerca) raggiunge un terzo dell’elettorato e coloro che preferiscono non rispondere alle domande vengono segnalati tra il 70% e l’80% del campione? A queste domande i sondaggisti rispondono generalmente che l’affidabilità di un sondaggio non sta solo nella ampliezza e rappresentatività del campione (generalmente tra le 800 e le 1000 interviste) ma anche nella vicinanza al voto. Per dirla semplice: un sondaggio è tanto più affidabile quanto più vicina è la data delle elezioni.
SONDAGGI IPSOS PER BALLARO’ |
02/07 |
23/04 |
25/02 (ELEZIONI) |
SCELTA CIVICA MONTI |
5,6% |
8,0% |
8,3% |
FRATELLI D’ITALIA |
2,4% |
1,8% |
2,0% |
CONCLUSIONI (DA MANEGGIARE CON CURA)
1) Benché non abbia risolto i propri problemi interni, il centrosinistra e il Pd, dopo il crollo segnalato dagli istituti di ricerca nelle settimane successive all’elezione di Napolitano, sono tornati a essere competitivi, come alla vigilia del voto del 25 febbraio. Per Ipsos e Emg il Pd è il primo partito, segnalato rispettivamente, nelle rilevazioni del 1° e del 2° luglio 2013, al 29,2% e al 29%. La tenuta del governo Letta sembra avergli giovato.
2) Il M5S – che ora tuona contro i sondaggisti di regime – è in trend discendente. Aveva il 25% il 25 febbraio scorso, è segnalato al 16,6% (Ipsos) e al 17% (Emg) nelle rilevazioni del 1° e il 2° luglio.
3) Il PdL è in ottimo stato di salute. Dopo il boom delle settimane immediatamente successive al voto, il suo trend si è stabilizzato attorno al 26-27%, comunque cinque punti in più di quanto non sia riuscito a ottenere alle elezioni.
4) Tra i partiti minori c’è da segnalare l’ottimo stato di salute di Sel – segnalato attorno al 5% – che sembra aver beneficiato della crisi del Pd dopo il pasticcio dell’elezione del presidente della Repubblica. E al contempo il vero e proprio tracollo di Scelta civica, segnalata al 5-6%, né più né meno le stesse cifre che prendeva l’Udc prima della (sfortunata) discesa in campo di Monti.