A tutto campo in vista del Consiglio europeo dei prossimi giorni, non senza stoccate alla Bce per la politica sui tassi e prese di posizione decise sul Mes che sta infiammando il fronte politico interno. Giorgia Meloni è intervenuta alla Camera per le comunicazioni di rito in vista dell’appuntamento europeo e ha affrontato tutti i temi dell’attualità nazionale e internazionale.
Sul Mes ha detto: “È una partita complessa, sulla quale io credo che l’Italia abbia obiettivi condivisi da gran parte delle forze politiche e che sono stati oggetto di sostegno bipartisan già con i governi precedenti. Per questa ragione, lo voglio dire con serenità ma anche con chiarezza, non reputo utile all’Italia alimentare in questa fase una polemica interna su alcuni strumenti finanziari, come ad esempio il Mes. L’interesse dell’Italia oggi è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le nuove regole del patto di stabilità, il completamento dell’Unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutono nel loro complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito c’è una questione di metodo su come si faccia a difendere l’interesse nazionale”.
Duro l’attacco alla presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, finita nel mirino del suo Governo per la corsa dei tassi di interesse: “L’inflazione è tornata a colpire l’economia, è un’odiosa tassa occulta che colpisce soprattutto i meno abbienti. È giusto combatterla con decisione ma la semplicistica ricetta dell’aumento dei tassi intrapresa dalla Bce non appare agli occhi di molti la strada più corretta. L’aumento dei prezzi non è figlio di un’economia che cresce troppo velocemente ma di fattori endogeni, primo tra tutti la crisi energetica. Non si può non considerare il rischio che l’aumento costante dei tassi sia una cura più dannosa della malattia”.
E poi ancora sull’emergenza migranti: “Grazie al nostro lavoro si fa strada l’approccio che tende a superare la distinzione tra movimenti prima e secondari. Se non si affronta a monte la difesa dei confini e non si contrasta la migrazione illegale prima che arrivi sulle nostre coste, è impossibile una politica di immigrazione efficace”. “Il vero nodo rimane uno: distinguere i migranti economici da chi ha diritto alla protezione internazionale, sono due materie diverse per anni contrapposte. Un ragionamento figlio di calcoli ideologici che ha indebolito chi ne aveva diritto. La difesa dei confini esterni è l’aspetto fondamentale, chi ha dato fiducia a me e al governo si aspetta risultati concreti e non importa se serve tempo, i risultati saranno strutturali e duraturi”.
