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Il Bossi pensiero

Il Bossi pensiero

Come Eravamo

Da Panorama del 17 ottobre 1993

Questo testo è tratto dalla relazione del segretario federale al primo congresso ordinario della Lega Nord, a Pieve Emanuele (Milano), febbraio 1992.

“I partiti non ci fregheranno, perché la Lega ce l’ha duro. Durooo!”. Nella replica conclusiva al congresso, Umberto Bossi, acclamato segretario della Lega nord, si lascia andare a quella che lui stesso definisce la sua “popolanità”. Quello sfogo diventa “la” notizia per molti giornali e apre una polemica sulla volgarità del linguaggio leghista. Sfugge a molti osservatori la vera novità di quel congresso, che sancisce la fine delle divisioni tra i movimenti autonomisti e la nascita di un partito destinato a diventare in breve la prima forza politica del Nord. E’ trascorso poco più di un anno dal primo Congresso ordinario della Lega lombarda: un tempo brevissimo ma già sufficiente a operare profonde trasformazioni nell’ organizzazione interna del movimento, che ha dovuto strutturarsi sulla base delle scelte congressuali in modo da poter operare per un progetto egemone, capace di portare la Lega lombarda al primo posto del consenso elettorale in Lombardia e al contempo capace di coagulare in uno strumento unitario i differenti movimenti autonomisti e federalisti che da anni operano di comune accordo per perfezionare il progetto della Lega Nord. Un anno quindi di cambiamenti e potenziamenti organizzativi a dir poco impressionanti, accelerati per di più dalle vittorie elettorali. Onestamente confessiamo che è stata un’ affannosa corsa contro il tempo, una lunga e faticosa gestazione per preparare la nascita della Lega Nord, ma anche per scongiurare il rischio che le carenze organizzative si ripercuotessero in modo traumatico sulla nostra rappresentanza nelle istituzioni pubbliche. Lo Stato centralista La chiave di interpretazione del momento storico che viviamo ci viene offerta dal fallimento del comunismo che ci conferma che la dinamica economica sociale di stampo classista è stata espulsa dalla forma istituzionale, per cui è arrivato il tempo in cui è la forma istituzionale che si deve adeguare alle esigenze della società civile. In altre parole l’ adeguamento passa attraverso il superamento della forma nazionalista e quindi centralista dello Stato nazionale che per la sua natura dispotica è inadatto a volgere al positivo le tensioni della modernità. A questo punto la verità va detta ad alta voce: dobbiamo prendere atto che non si può migliorare lo stato nazionale centralista. Esso è solo uno stato da cambiare. Resta ora da capire come fare per trasformare il centralismo dello Stato italiano senza mettere in discussione la visione solidaristica per cui saremmo noi i grandi nemici del meridione invece che i grandi nemici del clientelismo ruffiano e mafioso dei partiti nel meridione, e anche senza mettere in discussione la visione unitaria dello stato per cui agiremmo contro la costituzione. Quante volte ci siamo sentiti dire che le leghe costituiscono una risposta sbagliata a problemi giusti? Che certamente c’ è necessità di autonomia ma che i veri regionalisti sono loro, i partiti del centralismo? In realtà ci accusano soltanto per esorcizzare la nostra inarrestabile avanzata elettorale ma gli tornerà difficile fermarci. Molto difficile. Noi camminiamo da dodici anni per conquistare l’ autonomia e il federalismo e abbiamo dato vita non soltanto alla Lega lombarda, ma abbiamo tenuto a battesimo numerosi movimenti autonomisti nelle regioni del nord, li abbiamo trascinati con noi in Europa come Alleanza Nord, e oggi siamo convenuti qui insieme per fonderci in un movimento unitario: quella Lega Nord che chiamiamo la Potentissima. Abbiamo sventato insidie e pericoli favorendo la nascita nel centro e nel sud della Lega Centro e della Lega Sud cui auguriamo un successo come il nostro. Vi ho detto molte cose ma una ve la devo ripetere: e cioè di non illudervi. Non illudiamoci perché la partitocrazia non vuole perdere una virgola del suo potere, è una delle massime “crazie” e tale vuole restare. Non vuole cambiamenti soprattutto per quanto riguarda la forma dello Stato, che finché resta centralista garantisce che le tasse che rastrella la mano pubblica finiscano nelle casse dello stato, che sono la loro banca privata. Non illudiamoci inoltre che trattando con i partiti si possano ottenere concessioni: la Lega Nord, così come è stato per la Lega lombarda, si deve contrapporre in blocco all’ attuale sistema politico corrotto e inefficiente, centralista e fascistoide, e ai partiti che lo impersonano. Nessuna collaborazione con tali partiti, né a livello di governo, né di amministrazione. Sappiamo che non sarà facile raggiungere l’ autonomia e il federalismo contro il quale si schierano molti tipi di élite, democratiche a parole ma che non sono disposte a limitare il loro potere, ma ovunque i popoli preferiscono la libertà alla tirannia, l’ autonomia e il federalismo al centralismo nazionalista per cui la nostra vittoria è nel senso della storia.

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