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Giappone: ha trionfato il partito del premier Kishida

Giappone: ha trionfato il partito del premier Kishida

Il risultato delle ultime elezioni giapponesi garantisce al premier un’ampia maggioranza. Tra le sfide che lo attendono: Covid, economia, Cina e Corea del Nord


Vittoria per il neopremier nipponico Fumio Kishida. Le elezioni generali, tenutesi in Giappone lo scorso 31 ottobre, hanno infatti visto nettamente prevalere il suo schieramento, il Partito Liberal Democratico. In particolare, quest’ultimo è riuscito ad aggiudicarsi la maggioranza assoluta alla Camera dei rappresentanti, con 261 seggi su 465. Si tratta di un risultato significativamente più brillante di quello che era stato preconizzato dagli exit poll. Lo schieramento partner dei liberaldemocratici, Komeito, ha ottenuto invece 32 seggi, portando quindi complessivamente la coalizione che sostiene il premier a quota 293 seggi.

Attenzione però: perché non è tutto oro quello che luccica. Rispetto alle elezioni generali del 2017, il Partito Liberal Democratico ha infatti perso 15 seggi. Ricordiamo che questo schieramento esprima il premier ininterrottamente dal 2012 (dai tempi, cioè, di Shinzo Abe). Tuttavia, nel corso degli anni, ha parzialmente perso influenza. In particolare, come sottolineato dalla Bbc, tale compagine è finita recentemente sotto accusa a causa della gestione della pandemia e a pagarne le conseguenze è stato il precedente primo ministro, Yoshihide Suga, dimessosi improvvisamente dopo appena un anno dall’inizio del suo incarico: una mossa, questa, dettata dal crollo di popolarità in cui era incorso. E’ così che un mese fa ha preso il suo posto Kishida. Un Kishida che, nonostante la suddetta perdita di seggi rispetto al 2017, può comunque tirare un sospiro di sollievo: i risultati elettorali conseguiti domenica dai liberaldemocratici risultano infatti sufficientemente positivi egli garantiscono una maggioranza parlamentare blindata.

Nel suo primo discorso da premier, Kishida aveva promesso delle misure sia per combattere il Covid-19 che per supportare l’economia giapponese provata dalla pandemia. Il premier – che è stato ministro degli Esteri tra il 2012 il 2017 – aveva anche offerto la sua visione in materia di politica internazionale. In tal senso, Kishida aveva avuto parole particolarmente dure innanzitutto verso la Corea del Nord. “Lo sviluppo nucleare e missilistico da parte della Corea del Nord è totalmente inaccettabile”, aveva dichiarato, promettendo di voler agire per risolvere l’annosa questione dei rapimenti e dicendosi a tal proposito “determinato a incontrare personalmente il presidente Kim Jong-un faccia a faccia, senza alcuna condizione”. Un altro fronte caldo è poi quello cinese. “Dirò alla Cina le cose che devono essere dette ed esorto fortemente la Cina ad agire in modo responsabile, continuando allo stesso tempo i dialoghi con la Cina e cooperando su questioni di interesse comune”, aveva detto. Parole piuttosto fredde erano da lui state inoltre riservate alla Russia, mentre si era mostrato piuttosto aperto nei confronti di Taiwan.

Secondo quanto riferito da The Diplomat a fine settembre, Kishida porta avanti una prospettiva significativamente filoamericana. La stessa fonte ha riferito tra l’altro di una sua forte amicizia con John Kerry, ex segretario di Stato e attuale inviato speciale statunitense per il clima. Non a caso, la notizia del premierato di Kishida è stata ben accolta dalla Casa Bianca. “L’alleanza Usa-Giappone è la pietra angolare della pace, della sicurezza e della prosperità nell’Indo-Pacifico e nel mondo, e non vedo l’ora di lavorare a stretto contatto con il primo ministro Kishida per rafforzare la nostra cooperazione nei mesi e negli anni a venire”, aveva dichiarato un mese fa il presidente statunitense, Joe Biden, in una nota. Ricordiamo, per inciso, che Tokyo faccia parte del Quad: un quartetto di nazioni (di cui fanno parte anche Stati Uniti, India e Australia), volto ad arginare l’influenza cinese sull’Indo-Pacifico. Ora, le elezioni generali del 31 ottobre dovrebbero conferire stabilità interna al Giappone: il che dovrebbe prevedibilmente riverberarsi sugli impegni di Tokyo in politica estera. La sponda americana resta salda, mentre la tensione sul dossier taiwanese continua a rivelarsi preoccupante. E’ in questo contesto che si avvia di fatto il premierato di Kishida.

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