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«A settembre guideremo la riscossa del paese»

«A settembre guideremo la riscossa del paese»

Un anno fa mandò all’aria il primo governo Conte. E dice: «Rifarei quello strappo cento volte di fronte a questo podio degli incompetenti». Il segretario della Lega parla a tutto campo. Dall’emergenza economia a quella dell’immigrazione, dallo scandalo del bonus ai rapporti con gli alleati. E promette: «Con le elezioni regionali il bluff finirà».


Il mercatino del Forte è un perfetto spaccato d’Italia». Un anno dopo il ribaltone Matteo Salvini è di nuovo in mezzo alla gente, bermuda e maglietta, il popolo prima di tutto, «capitano ancora un selfie». Il suo osservatorio sociologico preferito è questo, impossibile fargli cambiare idea. E dalle onde del Tirreno è facile indurlo a guardare l’orizzonte di dodici mesi fa, quando con una mossa per molti ancora incomprensibile mandò all’aria il governo Conte 1. E senza volerlo diede campo libero all’esecutivo delle quattro sinistre, quello della grande palude. Fu autolesionismo, istinto, investimento a medio termine? Il modo migliore per saperlo – e per conoscere la temperatura di un Paese costretto a farsi scandire l’esistenza dal termometro – è chiederlo a lui.

Senatore Salvini, è pentito di quel terremoto?

Rifarei lo strappo del 20 agosto altre cento volte. Allora fu necessario, l’immobilismo era già realtà. Quello che è mancato all’Italia e agli italiani nei giorni successivi è stato l’esercizio primario della democrazia: le elezioni. Qualcuno ha preferito i giochi di potere.

Matteo Renzi li ha mascherati dietro la mossa del cavallo.

La mossa del cavallo morto. Un anno di nulla, caratterizzato solo da molti numeri in discesa: Pil, rilancio, investimenti. La grande depressione. Un solo numero è in crescita esponenziale, ma non so quanto gli italiani ne siano contenti: quello degli sbarchi. Luglio su luglio siamo a 7 mila contro mille. L’invasione continua. Un exploit del quale non andrei troppo fiero.

Non poteva avere un po’ di pazienza prima di far saltare tutto?

Con i Cinque stelle non si poteva andare avanti. Le avvisaglie dell’agonia si sono trasformate in paralisi totale nel Conte 2. Oggi un governo con la banda Toninelli sarebbe impensabile, non c’è una riforma seria da ricordare. Dopo un anno posso solo individuare il podio degli incompetenti.

Chi vince le olimpiadi degli orrori?

Al primo posto metto la grillina Lucia Azzolina per due scelte indimenticabili: il plexiglass nelle prime elementari e i banchi con le ruote. Seconda arriva la renziana Teresa Bellanova; lo dice chi lavora ogni giorno nell’agricoltura e nella pesca, dove il made in Italy subisce schiaffi nonostante le eccellenze. In più non vuole reintrodurre i voucher, regolarizzare il lavoro. Associazioni e singoli operatori si sentono abbandonati dalle istituzioni.

Manca la medaglia di bronzo.

Va ad Alfonso Bonafede. Uno dei temi sui quali l’alleanza con i grillini non stava più in piedi era la giustizia. Una delle priorità della Lega era la riforma e invece di proporla, il ministero ha fatto melina per mesi. Esattamente come oggi non c’era volontà di risolvere i problemi del mondo giudiziario. Bonafede sarà ricordato per la scarcerazione dei mafiosi durante il lockdown e per lo scandalo Palamara. Nel frattempo due processi li ho sulle spalle io.

Come pensa di affrontarli?

Con serenità e determinazione perché ho solo difeso il mio Paese, ho rispettato il mandato degli elettori che ci hanno votato. Nei confronti miei e della Lega è in atto una persecuzione politica. Non ho intenzione di chinare il capo. I nostri avvocati hanno chiesto al tribunale di Perugia tutti gli atti dell’inchiesta Palamara.

Per quale motivo?

Partendo dalle intercettazioni voglio guardare in modo approfondito le carte dei processi ai quali è stata sottoposta la Lega. Tutti, anche quello sui fantomatici 49 milioni che non abbiamo mai visto. Un caso unico al mondo per mettere alle corde un partito.

Cosa pensa di fare per difendersi?

Aprire un dibattito pubblico. A inizio ottobre andrò a Catania a testa alta, in quei giorni trasformeremo la città del processo nella capitale mondiale delle libertà. Una Festa delle Libertà. Organizzeremo convegni, incontri, dibattiti sulla libertà di parola, di cura, di espressione. In nessun Paese d’Europa ci sono processi a ministri per atti politici. Motonave Gregoretti, Open Arms: quelle decisioni le prenderei ancora. Anzi le prenderò quando gli italiani mi rimanderanno al governo.

Un anno all’opposizione, cinque mesi di pandemia. La Lega ha perso un po’ di consenso.

Da sempre preferisco i sondaggi delle spiagge, delle piazze, a quelli dei media. Il Giro d’Italia in mezzo alla gente mi sta dando conferme. In queste settimane, da parte delle migliaia di persone che sto incontrando, noto ancora più determinazione e voglia di cambiare rispetto a un anno fa.

Come va il Giro d’Italia estivo di Matteo Salvini?

È un incontro imprescindibile con il Paese reale che vive, lavora e nonostante tutto spera in un futuro migliore. Qualche giorno con i miei figli e poi si riparte: il 20 in Toscana, il 21 al Meeting di Rimini, il 22 nelle Marche, il 23 e il 24 in Puglia, poi in Campania, Lazio, Marche, Liguria, Calabria, Lombardia. Faccio quello che non fanno gli altri, coloro che pontificano per professione.

Ha colto l’irritazione per lo scandalo dei 600 euro?

Ho parlato con i commercialisti e i parlamentari coinvolti. Mi è stato spiegato che i professionisti hanno fatto la richiesta in automatico, senza chiederlo agli interessati. E che è già stato restituito tutto. I parlamentari verranno sospesi, i consiglieri regionali non saranno più ricandidati perché bisogna essere iperattenti. Ma la vicenda non riguarda soltanto loro.

Cosa intende dire?

Se fossi il presidente dell’Inps oggi avrei vergogna a farmi vedere in giro. Ci sono migliaia di italiani che non vedono la cassa integrazione da marzo, altrettanti che si sono visti rifiutare il bonus. L’Inps non ha pagato gli artigiani ma ha pagato i parlamentari. In un Paese civile Pasquale Tridico si sarebbe dimesso, un presidente così potrebbe al massimo percepire il reddito di cittadinanza.

Per il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese tutti i migranti sono richiedenti asilo. Che ne pensa?

È la strada per abolire i decreti Sicurezza, una scelta destinata a creare ancora più anarchia e più reati. Al mercato di Forte dei Marmi tutti indossano la mascherina, ma fuori ci sono almeno cento abusivi che non rispettano le distanze e non hanno nessun dispositivo di sicurezza sanitaria. Non capisco perché il governo accetti questa doppia realtà, a meno che non si tratti di una strategia per aumentare il caos.

Nel frattempo Giuseppe Conte galleggia.

È un esecutivo immobile, incapace di decidere sulle riforme per totale mancanza di sintonia fra Pd e 5Stelle. Niente su Alitalia, niente su Ilva, niente su Autostrade, niente di niente. Solo giochi delle tre carte. Da mesi il premier Conte non parla che di stato d’emergenza. Servirebbero più decreti sicurezza, non meno. Ma piddini e grillini non possono scappare all’infinito dalle responsabilità.

Tutta colpa di quei «pieni poteri» che lei chiese l’estate scorsa.

Io li avevo chiesti agli italiani, passando dalle elezioni, per formare un governo in grado di governare davvero e concretizzare le riforme indispensabili per un Paese moderno. Conte se li è presi in silenzio per annegare l’Italia nella palude a colpi di Dpcm. A settembre il bluff finisce.

Spera che il voto coincida con la spallata?

Decideranno gli italiani, finalmente. In sette regioni, poi nel 2021 in città rappresentative come Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna. Vedo le grandi manovre e sono contento. Virginia Raggi che si ricandida nella capitale con il sostegno di Beppe Grillo e di Lucia Azzolina è un segnale preciso: dobbiamo prepararci a governare Roma. Beppe Sala a Milano ha perso smalto e idee. Chiara Appendino ha fatto perdere a Torino fiere, olimpiadi, finanziamenti. L’obiettivo è vincere 5-0.

Ne è così sicuro? La Lega nazionale ha causato qualche mal di pancia al Nord.

Mal di pancia? Ne ho sentito parlare da un sistema mediatico che rappresenta solo gli interessi economici degli editori e monta la panna contro di noi. Sono più credibili i fumetti che leggo con i miei figli. Come la pensano gli elettori del Nord lo diranno le elezioni in Veneto, Liguria e Val d’Aosta; siamo così divisi che se va come deve andare, governeremo ovunque al Nord. E in Puglia vogliamo vincere dopo 15 anni di Nichi Vendola e di Michele Emiliano.

L’attacco alla Lombardia non è mai finito.

Il tempo farà giustizia. La speculazione che la sinistra ha fatto del Covid-19 in Lombardia contro la sanità è stata squallida. Ci sono 160 mila italiani che ogni anno vanno in Lombardia a farsi curare da altre regioni, 50 mila solo dalla Campania. Lo dico a beneficio dello sceriffo Vincenzo De Luca: se fossero così sicuri di trovare lo stesso trattamento a casa loro risparmierebbero tempo e soldi.

L’economia è in ginocchio, sarà davvero un autunno difficile?

Non sarà difficile, sarà micidiale. Solo in Toscana le associazioni di categoria prevedono che ci saranno 150 mila posti di lavoro in meno su 3,7 milioni di abitanti. E i mitologici soldi dall’Europa sui quali il premier, il ministro Gualtieri e tutta la sinistra ci hanno fatto il lavaggio del cervello, arriveranno non prima dell’estate 2021. Sempre che arrivino.

Qual è la ricetta della Lega?

Impegno totale su fisco, tasse, partite Iva. Per la prima volta nella storia del nostro Paese in settembre ci sarà lo sciopero dei commercialisti e noi saremo in piazza con loro. Una protesta fiscale fino ad arrivare, se necessario, allo sciopero fiscale. Abbiamo chiesto lo stralcio di 12 milioni di cartelle: proponiamo il 15 per cento del dovuto subito e cartella rottamata. Solo così si aiuta l’economia reale.

Sarà contrapposizione totale?

Conte non ci ha mai ascoltato e non comincerà a farlo adesso. Su tasse, fisco, imprese, scuola, sicurezza non perdoniamo niente. E neppure sulle pensioni, visto che adesso vogliono azzerare Quota 100 per reintrodurre la legge Fornero. Quota 100 è costata poco e ha liberato 300 mila italiani che lavoravano da una vita, lasciando il posto ai giovani.

La prosecuzione dello stato di emergenza è stata definita «liberticida» anche da costituzionalisti quirinalizi come Sabino Cassese.

Abbiamo inaugurato lo stato d’emergenza senza emergenza. In quest’ultima parte di agosto consiglio gli italiani di leggere La fattoria degli animali o 1984 di George Orwell. È già tutto scritto: i processi alle idee, il bene che diventa male, la pace che diventa guerra. Tira un’aria di regime con la complicità dei media.

Il tema va approfondito.

Qualche giorno fa il bollettino delle vittime Covid era di cinque morti, enfatizzato nei titoli per spaventare gli italiani, ma nello stesso giorno cinque persone erano decedute in un solo incidente stradale. Senza contare che quotidianamente nel nostro Paese muoiono 1.800 persone. Questo è terrorismo mediatico.

Fratelli d’Italia è dato al 18 per cento dai sondaggi, sta diventando un alleato impegnativo.

Io lavoro bene con tutti e non cambio atteggiamento se un alleato è al 5 per cento o al 15, tanto è vero che alle prossime Regionali anche Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno candidati importanti. Mai peccare di arroganza. L’importante è che l’area alternativa a Pd-Cinque stelle cresca ancora. Ho la sensazione che il 20 e 21 settembre saranno belle giornate.

Un anno dopo il giorno zero la vedo ottimista. Perché?

Di Maio va al mare, Conte va dove dice Casalino, Renzi va sui giornali. In mezzo ai cittadini ci siamo solo noi. Li vedo, li sento, intuisco che la gente è stanca della palude e del caos. Non può piovere per sempre. La strategia cinese o venezuelana del governo non durerà.

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