
Un tariffario di una casa di appuntamento esposto nel museo “Domenico Agostinelli” di Dragona (Roma).

Una targa riportante il nome di una casa di appuntamento esposto nel museo “Domenico Agostinelli” di Dragona (Roma).

Una foto della senatrice Lina Merlin datata 12 marzo 1956. È a questa senatrice socialista, ex partigiana, che si deve l’abolizione delle case di tolleranza.

Un fermo immagine tratto da una scena di “Case chiuse” (2011) di Filippo Soldi. Un viaggio attraverso il tempo nel mondo delle case di tolleranza dagli inizi alla fine passando per i filmati d’epoca e le testimonianze di personaggi dello spettacolo e della gente comune.

Un modello di “catalogo” con il quale i clienti potevano scegliere la donna con le quali appartarsi in una casa di appuntamento esposto nel museo “Domenico Agostinelli” di Dragona (Roma).

Un tariffario di una casa di appuntamento esposto nel museo “Domenico Agostinelli” di Dragona (Roma).

Immagine del documentario “Case chiuse” (2011) di Filippo Soldi.

Immagine del documentario “Case chiuse” (2011) di Filippo Soldi.

Un numero civico eseguito in vetro colorato per attirare l’attenzione sull’entrata di una casa d’appuntamento, esposto nel museo “Domenico Agostinelli” di Dragona (Roma).

Una bambola che veniva messa davanti a una casa di tolleranza per segnalare la presenza di giovani minori esposta nel museo “Domenico Agostinelli” di Dragona (Roma).

Un quadro con numeratore per segnalare il tempo e la stanza occupata dal cliente di appuntamento esposto nel museo “Domenico Agostinelli” di Dragona (Roma).

Una foto della senatrice Lina Merlin datata 1971, ai tempi in cui si discuteva della legge sul divorzio. È a questa senatrice socialista, ex partigiana, che si deve l’abolizione delle case di tolleranza.
Dopo dieci anni di burrascosa discussione parlamentare, sessant’anni fa, il 20 febbraio 1958 veniva approvata la legge Merlin (legge 20 febbraio 1958, n. 75), che abolì la prostituzione legalizzata in Italia – con gli annessi controlli sanitari obbligatori – e chiuse le case di tolleranza, introducendo sanzioni per chi sfruttava le prostitute.
Le legge, però, se ha introdotto il reato di sfruttamento del corpo altrui, anche se in ambiente organizzato, non considera reato la vendita del proprio corpo. Questa è un’assenza che ha permesso di continuare la merceficazione del proprio corpo, per strada o nelle case.
Socialista, ex partigiana, insegnante, è stata Lina Merlin, prima donna a essere eletta al Senato, la firmataria della legge. La senatrice ricevette anche minacce di morte per aver promosso la legge che chiudeva i bordelli: la notte che entrò in vigore la normativa (nel settembre del 1958) ne furono chiusi oltre 560. Il loro nome era “case chiuse” per via delle finestre sempre sbarrate per motivi di ordine pubblico e di privacy.
In questa gallery ripercorriamo alcune foto di oggetti e interni di casini, prima della legge Merlin. Ci sono anche immagini del documentario del 2011 Case chiuse di Filippo Soldi, un viaggio attraverso il tempo nel mondo delle case di tolleranza, la cui ideazione risale alla notte dei tempi. Un viaggio che parte da lontano, dal lupanare di Pompei e dal papiro erotico del Museo Egizio di Torino per arrivare alle luci soffuse dell’Artemis di Berlino, con le sue bibite analcoliche e la sua attenzione al benessere, passando per i filmati d’epoca, e le testimonianze di personaggi dello spettacolo.
