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“La scuola che conta”: la classifica Eduscopio 2025 boccia il mito delle metropoli, premia le province

“La scuola che conta”: la classifica Eduscopio 2025 boccia il mito delle metropoli, premia le province

L’edizione 2025 di Eduscopio conferma la forza dei licei di provincia e mostra come la qualità scolastica dipenda dai risultati reali più che dai nomi blasonati

Con la pubblicazione dell’edizione 2025 di Eduscopio, la piattaforma della Fondazione Giovanni Agnelli che confronta i risultati post-maturità delle scuole superiori italiane, si conferma una tendenza ormai ben nota ma spesso sottovalutata: nelle classifiche nazionali dei “migliori licei” a brillare non sono tanto le grandi scuole dei capoluoghi, quanto molti istituti della provincia, che talvolta surclassano i “nomi blasonati”.

Il podio nazionale: vince un liceo veneto

Sul gradino più alto del podio si colloca quest’anno il Liceo Giovanni Battista Ferrari di Este (Padova), un liceo scientifico con opzione “scienze applicate”, cioè con informatica al posto del latino, che ottiene un punteggio di 94,45/100. Un risultato che stride e rimette in discussione alcuni stereotipi: non è un classico liceo di città, né un istituto “storico e prestigioso”, però in termini di preparazione universitaria e successo post-diploma si dimostra oggi il migliore d’Italia.

Seguono, subito dietro, altri istituti di provincia: tra questi si segnalano il liceo di Fossano (Cuneo) e quello di Feltre (Belluno), rispettivamente con punteggi molto vicini alla vetta. 

Il bilancio dell’edizione 2025: su 1.355.000 diplomati analizzati, provenienti da circa 8.150 indirizzi scolastici, la graduatoria sottolinea come la qualità educativa non risieda più solo nelle tradizioni urbane, ma anche e soprattutto nell’efficacia reale dei percorsi studio-università.

Milano e le realtà lombarde: conferme e qualche sorpresa

Per tutti coloro che vivono a Milano, i dati 2025 mostrano una fotografia interessante. Nella classifica dei licei e istituti tecnici di città e provincia emergono conferme ma anche qualche “scossone”.

I licei Alessandro Volta e Giovanni Berchet guidano la classifica locale, rispettivamente per scientifico e classico.

Tra gli istituti linguistici continua a dominare il Civico Manzoni, mentre tra le scienze umane primeggia il Liceo Maria Consolatrice. 

Interessante novità: in provincia, istituti meno centrali, come il Clemente Rebora di Rho o il Lucio Fontana di Arese, si fanno notare nella classifica generale, segnalando che la “provincia” può offrire alternative valide anche rispetto al nucleo della metropoli. 

Il quadro milanese sembra quindi stabile ma non immune al rimescolamento: la “forchetta” tra pubblico, privato/paritario, centro e periferia si fa sempre più ampia, e l’esito finale non dipende più soltanto dal nome, ma, se si osservano i numeri, da quanto efficacemente la scuola prepara al futuro reale. 

Un’analisi critica: cosa ci dicono (e cosa no) i numeri

Il metodo di Eduscopio si basa su indicatori concreti: risultati universitari (media voti e numero di esami superati), tasso di occupazione post-diploma, e coerenza tra studio e lavoro nel caso degli istituti tecnici.

Ma, come riportano gli analisti, “non basta la classifica”: dietro ai numeri non si vede la qualità del clima scolastico, l’offerta extracurriculare, la capacità di coltivare creatività e cittadinanza critica. E soprattutto: gli istituti che emergono nelle top-10 sono spesso pubblici, statali, in provincia, un fatto che sfida il pregiudizio che vede scuole “élite” solo nei grandi centri o nei licei tradizionalmente prestigiosi.

Inoltre, l’edizione 2025 segnala la, non sorprendente, difficoltà dei percorsi “quadriennali” rispetto a quelli tradizionali: gli studenti diplomatisi in quattro anni ottengono in media risultati inferiori al primo anno universitario rispetto ai colleghi passati per il quinquennale. Un campanello d’allarme per chi credeva nella “scorciatoia”.

Cosa significa per le famiglie? Qualche consiglio da “orientamento consapevole”

Non fermarsi al nome: scegliere un liceo solo perché “blasonato” non basta: meglio valutare i risultati reali (tasso di superamento esami, crediti, abbandoni).

Guardare oltre il centro urbano: molti dei migliori istituti emergono in provincia: a volte un piccolo paese è più “virtuoso” di una grande città.

Pensare al proprio progetto di vita: vuoi studiare all’università, lavorare subito, o magari optare per un percorso tecnico? I risultati variano molto a seconda dell’indirizzo: usa lo strumento Eduscopio come termometro, non come vademecum assoluto.

Non confondere scuola “bella” e scuola “efficace”: ambiente, prestigio, laboratori, nell’economia dell’insieme tutto conta. Tuttavia, una buona scuola è anche quella che prepara concretamente al futuro.

Perché questa classifica attrae e perché è giusto guardarla con occhio critico

La 2025 di Eduscopio non è semplicemente una graduatoria tra istituti: è un indicatore sociale, un riflesso di come la formazione media superiore in Italia stia cercando di dimostrare che può progettare un futuro reale per i giovani. In un paese come il nostro, dove il dibattito sull’istruzione è spesso ideologico o nostalgico, i numeri servono a ricordare che la scuola, se funziona, è prima di tutto strumento di responsabilità e speranza. E per chi vive a Milano e magari sta pensando al “dopo medie” per un fratello, un figlio, un amico: questa classifica può essere un utile punto di partenza. Ma non l’unico.

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