Dopo la consegna da parte ucraina della bozza di pace revisionata ai negoziatori americani, le trattative tra Stati Uniti ed Europa sono entrate in uno stato di febbrile concitazione. Le dichiarazioni dei vari leader si susseguono una dietro l’altra, spesso in maniera contraddittoria.
Merz agli Stati Uniti: “pace non sopra la nostra testa”
Dopo la telefonata di 40 minuti occorsa ieri tra Donald Trump e i leader di Germania, Francia e Regno Unito, oggi il Cancelliere tedesco Friedrich Merz ha parlato in conferenza stampa in occasione della visita del Segretario generale della Nato Mark Rutte a Berlino.
«Siamo saldamente al fianco dell’Ucraina», ha esordito il Cancelliere, ripetendo il mantra che la maggior parte delle cancellerie europee va riaffermando a cadenza quotidiana.
Quindi, entrando nel vivo del tema, Merz ha dichiarato che la posizione di Francia, Uk e Germania in merito al modo di porre fine alla guerra consta di tre punti. «Primo, vogliamo una tregua per l’Ucraina che finalmente, dopo quattro anni, metta fine a questa guerra tremenda».
«Il secondo punto è che vogliamo che questa tregua sia assicurata da garanzie di sicurezza robuste, giuridiche e materiali», in modo da essere «duratura».
Come terzo punto, Merz ha sottolineato che la «soluzione che emergerà dalla trattativa dovrà tutelare gli interessi della sicurezza dell’Europa. Perciò è importante che come europei prendiamo parte al negoziato». «Nessuna pace sopra le nostre teste», ha concluso il Cancelliere.
Lunedì nuovo incontro, ma resta il “giallo” della presenza americana
Secondo il Cancelliere, le trattative di pace proseguono sul giusto tracciato: «Se continuiamo il processo come lo immaginiamo, ci saranno colloqui con l’amministrazione statunitense nel weekend e potrebbe esserci un incontro all’inizio della prossima settimana a Berlino».
Mentre «la partecipazione dell’amministrazione statunitense a questo incontro dipenderà molto dai documenti su cui lavoreremo in questo momento». «Sono abbastanza fiducioso che avremo successo».
Riguardo alla telefonata di ieri sera con Trump, Merz ha affermato che essa si sia svolta in un’atmosfera di «mutuo rispetto», e che possa nel complesso essere definita «costruttiva».
Trump in pressing su Zelensky ed europei
Una ricostruzione che non sembra però trovare riscontro nelle parole dello stesso Presidente americano, che ieri sera ha invece asserito di aver «discusso dell’Ucraina con parole piuttosto forti».
Sul possibile nuovo summit con gli europei, invece, il tycoon ha detto che sebbene «vorrebbero che andassimo a un incontro in Europa questo weekend», l’amministrazione deciderà «in base a ciò che ci riporteranno. Non vogliamo sprecare tempo».
Quindi un nuovo attacco al Presidente ucraino, criticato per non aver tenuto le elezioni presidenziali. Trump ha quindi ribadito che l’Ucraina deve «essere realistica» sulla sua posizione nel negoziato, aggiungendo che «sarebbe bello se Zelensky leggesse la proposta americana, tenendo conto che un sacco di gente sta morendo».

Lavrov conferma: “Con gli Usa superate le incomprensioni”, con l’Europa no
I continui battibecchi tra le due sponde dell’Atlantico sembrano quasi aver fatto dimenticare che per ottenere una pace duratura occorrerà convincere anche la Russia ad accettare le condizioni del nuovo piano di pace.
Parlando da Mosca, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha affermato che in seguito all’incontro del 2 dicembre al Cremlino «Vladimir Putin e Stephen Witkoff hanno risolto tutti i malintesi tra Russia e Stati Uniti nel corso del loro ultimo incontro».
Di più, sarebbero stati riconfermati anche le intese raggiunte nel summit di agosto ad Anchorage, in quell’occasione, ha affermato Lavrov, «Russia e gli Stati Uniti hanno concordato che l’Ucraina dovrebbe tornare a uno status di non allineamento, neutralità e assenza di armi nucleari».
Lavrov è quindi tornato ad attaccare i leader europei, accusati di volere solo una tregua per «riprendere fiato e riavviare la guerra». «Molti che si preparano alla guerra fantasticano di inviare truppe in Ucraina come ‘peacekeepers’. Per noi, questi cosiddetti ‘peacekeepers’ diventeranno immediatamente bersagli legittimi, tutti devono capirlo».
La posizione russa conferma quindi di voler escludere l’Europa dalle trattative, o perlomeno di ignorarne le richieste in favore di un abboccamento russo-americano. «L’Europa sta cercando in tutti i modi di sedersi al tavolo delle trattative, ma le idee che coltiva non saranno utili ai negoziati», ha chiosato Lavrov.
