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Non solo Ponte sullo Stretto di Messina. Ecco tutti gli altri megaprogetti

Non solo Ponte sullo Stretto di Messina. Ecco tutti gli altri megaprogetti

Quello che collegherà Calabria e Sicilia, con i suoi 3.600 metri, è da record. Ma in molti Paesi, dagli Stati Uniti all’Europa, sono in costruzione megastrutture grazie all’evoluzione tecnologica. E la Cina guida la «classifica».


Se ne parla fin dai tempi di Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie. Correva l’anno 1840 e il sovrano chiese ad un gruppo di architetti e ingegneri di studiare un ponte che collegasse la Sicilia con la Calabria. Ma pare che i costi eccessivi fecero desistere dall’ardito progetto. Il sogno di unire le due sponde però non si è mai spento: l’idea è stata riproposta ennesime volte e a non tradurla in realtà hanno contribuito motivazioni economiche e tecniche, nonché la tradizionale prudenza dell’Italia di fronte ad opere complesse. Ora però sembra che il Ponte sullo Stretto si farà per davvero. I piani praticamente definitivi sono già stati messi a punto anni fa: nel 2006 la società Stretto di Messina ha affidato la progettazione e la costruzione dell’opera al consorzio Eurolink, di cui è leader il gruppo italiano Webuild. Il 20 dicembre del 2010 Eurolink ha consegnato il progetto definitivo e il 29 luglio del 2011 la società Stretto di Messina lo ha approvato. Nonostante gli impegni di vari governi a riaprire il dossier, solo con l’esecutivo di Giorgia Meloni e del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini la macchina si è rimessa in movimento con l’obiettivo di avviare il lavori già nel 2024. Il progetto è impegnativo: prevede la costruzione tra i comuni di Messina e di Villa San Giovanni del ponte sospeso più lungo al mondo, con una lunghezza complessiva di 3.660 metri e una campata di 3.300 metri sostenuta da due torri poste a terra alte 399 metri. Webuild stima un costo di circa 11 miliardi, ripartiti in 4,5 miliardi per il ponte in sé, 5,3 miliardi per le opere di collegamento funzionali al ponte, e 1,1 miliardi per altre opere di collegamento non direttamente funzionali al ponte e di mitigazione ambientale.

Al di là dei costi, il ponte rappresenta anche una grande sfida ingegneristica: lo stretto tra Scilla e Cariddi è uno dei luoghi più ventosi del Mediterraneo, con lo scirocco che tocca picchi di velocità superiori a 140 chilometri orari; le maree sono estremamente forti; e poi siamo in una zona sismica, nel 1908 un terremoto di magnitudo 7,1 della scala Richter provocò la distruzione di Messina e 80 mila morti. Ma la tecnologia ha fatto passi da gigante e Webuild assicura che il ponte avrà i requisiti di integrità strutturale più elevati al mondo, compatibili con un sisma di magnitudo 7,5. E sarà in grado di resistere a venti di 300 chilometri orari, grazie al suo design aerodinamico (battezzato Messina Deck). Tra l’altro, l’ampia lunghezza della campata le garantirebbe una maggior flessibilità. Il ponte potrebbe essere realizzato in soli sei anni.

Mentre l’Italia affronta tra le polemiche l’avventura dello Stretto, nel resto del mondo fiumi e bracci di mare vengono uniti da nuovi ponti che sfondano un record dietro l’altro. L’infrastruttura di questo genere più lunga del globo è in Cina, nel delta del fiume Yangtze, si stende per 164 chilometri ed è stata completata nel 2010. Si chiama Danyang–Kunshan e fa parte del collegamento ferroviario ad alta velocità Pechino-Shanghai. È uno dei tanti ponti che coprono specchi d’acqua poco profondi e che, con la loro sfilza di piloni, non rappresentano sfide particolarmente straordinarie. A differenza dei ponti sospesi, come quello sullo Stretto di Messina, molto più impegnativi.

Qui il primato mondiale spetta alla Turchia con il Ponte dei Dardanelli (o Canakkale Bridge), una struttura costruita vicino alla città di Gallipoli, lunga 3.563 metri con una campata di oltre due chilometri e due torri di 334 metri di altezza. Eccezionali i tempi di realizzazione: il governo turco ha lanciato ufficialmente il progetto nel 2016, i lavori sono iniziati nel 2017 e l’opera è stata aperta al pubblico nel 2022, con più di un anno di anticipo rispetto ai piani. Il secondo ponte sospeso più lungo del mondo è in Giappone, sullo stretto di Akashi, costruito per unire la città di Kobe all’isola Awaji. Ha una storia molto interessante: inaugurata il 5 aprile 1998, alta 282,8 metri, lunga 3.911 metri con una campata principale di 1.991 metri, l’opera è stata realizzata in una zona soggetta a terremoti, tifoni, correnti violente. Mentre il cantiere del ponte era ancora aperto, 17 gennaio del 1995 si abbatté su quell’area il terribile terremoto di Kobe che provocò oltre seimila vittime.

Il sisma dimostrò la tenuta delle due torri alte 300 metri che erano state già costruite e che sarebbero divenute l’asse portante del futuro ponte di Akashi. Nonostante l’epicentro del sisma fosse localizzato proprio nella faglia dello stretto, le due torri non subirono danni gravi, anche se la torre Sud si spostò di 120 centimetri rispetto alla sua posizione iniziale. I tecnici di Webuild spiegano che quella realizzazione «rappresenta una pietra miliare nell’evoluzione delle tecniche ingegneristiche adottate nella costruzione dei grandi ponti sospesi. La sua realizzazione segna infatti un punto di svolta nella costruzione di questo genere di opere perché l’Akashi può essere considerato l’ultimo grande esempio di ponte a impalcati reticolari, che appartengono alla prima generazione dei ponti sospesi (come per esempio il Golden Gate di San Francisco) prima di passare agli impalcati progettati con un profilo alare, in grado di sopportare sollecitazioni ancora più elevate. Per il ponte di Akashi il governo giapponese ha fatto costruire due modelli delle torri in scala 1:100 in modo da sottoporli a severissime prove all’interno della galleria del vento, dimostrando così la loro capacità di sopportare raffiche fino ai 150 chilometri orari. Dopo la gigantesca opera giapponese le tecniche ingegneristiche di costruzione dei ponti si sono ulteriormente evolute, con la costruzione del Canakkale Bridge, il ponte dei record in Turchia che adotta il Messina Deck, ovvero il modello dell’impalcato progettato per il Ponte sullo Stretto di Messina».

Queste innovazioni sono state adottate dal gruppo Webuild nella costruzione del ponte di Braila, il secondo ponte sospeso più lungo del continente europeo inaugurato nel luglio scorso in Romania. Con la sua campata sospesa sul Danubio lunga 1.120 metri e le due torri alte 192,4 metri, il nuovo ponte sul Danubio sostituirà un collegamento in traghetto lento e spesso interrotto durante l’inverno e le cattive condizioni meteorologiche. Attualmente sono in costruzione decine di mega-ponti in giro per il mondo. Il più grande è negli Stati Uniti: il Gordie Howe International Bridge, lungo 2,4 chilometri, attraverserà il fiume Detroit collegando le città di Detroit e di Windsor, in Canada.

Nelle Filippine dovrebbero iniziare il prossimo anno i lavori del ponte Interlink Bataan-Cavite, lungo 32,2 chilometri che attraversa la baia di Manila. In Nigeria un consorzio guidato dalla China Civil Engineering Construction Corporation, ha ottenuto l’appalto per il ponte di 37 chilometri che unirà l’isola di Lagos e la città di Lagos. Mentre la Tanzania intende realizzare il più lungo ponte dell’Africa tra Dar es Salaam e l’isola di Zanzibar, un’infrastruttura lunga 50 chilometri. Negli Usa Webuild è impegnata nel rifacimento dello spettacolare Long Beach International Gateway, lungo 2.700 metri. Ma è la Cina il paradiso dei nuovi ponti, simbolo di potenza ingegneristica: secondo le statistiche pubblicate dal ministero dei Trasporti del Dragone, il Paese ospita otto dei dieci ponti sospesi più grandi del mondo, cinque dei quali sono attualmente in costruzione, e otto dei dieci ponti ad arco più lunghi del mondo di cui due in fase di realizzazione.

Tra le opere più spettacolari il Lingdingyang, che fa parte del collegamento Shenzhen-Zhongshan nella provincia del Guangdong, nel sud della Repubblica popolare: è il ponte più alto al mondo sul mare. Nel corso del fiume Yangtze, nella provincia di Hubei, è in costruzione invece il ponte sospeso a due piani più grande del pianeta. Circa sei chilometri a monte della centrale idroelettrica di Longtan, nella regione autonoma di Guangxi Zhuang, nel sud della Cina, il mega-ponte di Tian’e Longtan dovrebbe essere aperto al traffico alla fine di quest’anno. Una volta completato, diventerà il ponte ad arco più lungo del mondo, con una campata principale di 600 metri. Tanti record che fanno inorgoglire i cinesi. Ancora per poco, però: ci penserà Salvini e fargli abbassare la cresta con il Ponte sullo Stretto.

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