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Gli incentivi sul lavoro in Manovra: dai buoni pasto agli sgravi per chi assume

Gli incentivi sul lavoro in Manovra: dai buoni pasto agli sgravi per chi assume

Prorogati gli sgravi per le assunzioni stabili e i crediti d’imposta per il Sud. Buoni pasto più alti, Irpef ridotta e premi detassati. Novità anche per sicurezza sul lavoro, congedi parentali e bonus mamme potenziato

Buoni pasto, congedi parentali, sgravi contributivi. Nella Legge di Bilancio c’è un pacchetto di misure sul lavoro che guarda sia alle imprese sia ai lavoratori.

Incentivi al lavoro: sgravi per chi assume giovani, donne e nel Sud

Il cuore del pacchetto “lavoro” della Manovra è proroga degli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato. Le imprese potranno continuare a beneficiare del bonus per i giovani under 35, del bonus donne svantaggiate e dell’incentivo dedicato alle assunzioni nelle aree della Zes unica del Mezzogiorno. La misura prevede un esonero parziale dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per un massimo di 24 mesi, valido sia per le nuove assunzioni sia per la trasformazione dei contratti a termine in contratti stabili. Gli importi concreti dell’agevolazione saranno definiti con un decreto interministeriale, ma la cornice finanziaria è già fissata: 154 milioni nel 2026, 400 milioni nel 2027 e 271 milioni nel 2028.
Viene confermata poi anche per il biennio 2026-2027 la super deduzione del costo del lavoro: il 120% per le assunzioni a tempo indeterminato, che sale al 130% quando riguarda soggetti svantaggiati. Una leva fiscale pensata per rendere più conveniente l’occupazione stabile.

Buoni pasto più ricchi e salari meno tassati

Per fare leva sul potere d’acquisto dei lavoratori c’è l’innalzamento della soglia di esenzione fiscale dei buoni pasto elettronici, che dal 1 gennaio 2026 sale da 8 a 10 euro al giorno. Entro questo limite, i buoni non saranno soggetti né a tasse né a contributi. Resta invece fermo a 4 euro il tetto per i buoni cartacei. Per chi utilizza i buoni elettronici al massimo, il risparmio annuo può arrivare fino a circa 440 euro.
Sul fronte fiscale viene ridotta la pressione su stipendi e premi: la seconda aliquota Irpef scende dal 35 al 33%, mentre vengono potenziate le misure di detassazione. Gli aumenti contrattuali saranno tassati con un’aliquota agevolata del 5%, i premi di risultato e le forme di partecipazione agli utili d’impresa, fino a 5mila euro, scendono all’imposta sostitutiva dell’1%. Sale, inoltre, da 3mila a 5mila euro la soglia dei premi agevolati e viene confermata la detassazione delle componenti salariali legate a turni notturni e festivi.

Sud e investimenti: crediti d’imposta fino al 2028

La Legge di Bilancio estende e rifinanzia il credito d’imposta per la Zes unica del Mezzogiorno, che comprende anche Marche e Umbria. L’agevolazione sarà valida per gli investimenti effettuati dal 1 gennaio 2026 al 15 novembre 2028. Non solo. Per gli investimenti realizzati entro il 15 novembre 2025, è previsto un credito d’imposta aggiuntivo nel 2026 pari al 14,6% dell’importo già richiesto, a condizione che l’impresa non abbia beneficiato del credito Transizione 5.0.

Sicurezza sul lavoro: più ispettori e nuove regole

Per il contrasto agli infortuni sul lavoro è prevista l’assunzione di 300 nuovi ispettori del lavoro e viene introdotta la sospensione annuale dell’attività per le aziende coinvolte in infortuni gravi o mortali. Nei cantieri diventa obbligatoria la registrazione sul portale Siisl e l’adozione del badge elettronico per i lavoratori. Dal 2026 sono inoltre stanziati 35 milioni di euro l’anno per progetti di sensibilizzazione, formazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e campagne informative dell’Inail, anche nelle scuole. Arrivano infine borse di studio per i figli delle vittime sul lavoro, l’estensione della copertura Inail agli infortuni nei percorsi di alternanza scuola-lavoro e sconti contributivi per le aziende più virtuose.

Bonus mamme potenziato e congedi parentali estesi

Per i lavoratori con figli innanzitutto c’è il rafforzamento del bonus mamme, che dal 2026 sale da 40 a 60 euro al mese. La misura è rivolta alle lavoratrici madri dipendenti o autonome con almeno due figli e un reddito da lavoro non superiore a 40mila euro annui, con esclusione del lavoro domestico. Il contributo massimo annuo raggiunge così i 720 euro, è esente da imposte e contributi e viene erogato dall’Inps. Per le madri con due figli il bonus spetta fino al compimento dei dieci anni del secondo figlio; in presenza di tre o più figli, l’agevolazione si estende fino ai 18 anni del più giovane. La Legge di Bilancio amplia l’accesso ai congedi parentali. I lavoratori dipendenti potranno usufruirne anche per figli di età compresa tra i 12 e i 14 anni. Restano invariati i limiti complessivi: 10 mesi totali, estendibili a 11 se il padre utilizza almeno tre mesi. Durante il congedo spetta un’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, che sale all’80% per i primi tre mesi se usati entro i sei anni di vita del figlio. Viene inoltre rafforzata la disciplina dei congedi per malattia dei figli: il limite passa da cinque a dieci giorni lavorativi annui per ciascun genitore e l’età dei figli interessati viene estesa fino ai 14 anni.

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