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Colf, badanti e babysitter: dal 2026 aumenti fino a 83 euro al mese per le famiglie

Colf, badanti e babysitter: dal 2026 aumenti fino a 83 euro al mese per le famiglie

Il nuovo contratto del lavoro domestico introduce scatti salariali graduali, più tutele e un sistema di rivalutazione legato all’inflazione. Ma resta alto il nodo del lavoro nero

Colf, badanti e babysitter costeranno dai 52 agli 83 euro al mese in più alle famiglie dal 2026. L’aumento arriva dall’entrata in vigore degli adeguamenti retributivi previsti dal nuovo Contratto collettivo nazionale del lavoro domestico, firmato da associazioni datoriali e sindacati a fine ottobre e già operativo dal 1° novembre. Ma gli scatti economici partiranno dal prossimo gennaio. Il contratto introduce una serie di novità: aumenti salariali graduali fino a 100 euro lordi mensili, maggiore tutela per maternità e assistenza ai familiari disabili, un rafforzamento del sistema bilaterale e un intervento significativo sulla rivalutazione annuale dei minimi retributivi in base all’inflazione. E resta il nodo irregolarità. Il settore conta 817 mila lavoratori censiti, ai quali si stima si affianchino altrettante persone impiegate irregolarmente.

Colf, badanti e babysitter: quanto aumentano i costi per le famiglie

Gli incrementi introdotti dal contratto sono programmati e scaglionati dal 2026 al 2028. Si parte da un aumento di 40 euro lordi dal 1gennaio 2026, poi 30 euro dal 2027, 15 euro dal gennaio 2028 e altri 15 euro da settembre dello stesso anno. A questi incrementi vanno aggiunti due elementi che incidono direttamente sulla spesa delle famiglie: la rivalutazione annuale dei minimi salariali legata all’inflazione Istat (che passa dall’80% precedente al 90% dell’indice) e l’aggiornamento contributivo, che come sempre scatta all’inizio di ogni anno. Nel concreto? Una badante convivente con un contratto da 54 ore settimanali registrerà un aumento mensile di circa 75 euro, che su base annua si traduce in un costo aggiuntivo compreso fra 850 e 900 euro. Una babysitter pagata oggi 7,10 euro l’ora, vedrà il minimo orario salire a 7,46 euro: in una settimana da 40 ore la spesa aggiuntiva per la famiglia sarà circa di 83 euro al mese, pari a 900–1.000 euro l’anno. Una colf inquadrata al livello B passerà invece da 6,68 euro a 7,02 euro l’ora: per 25 ore settimanali l’incremento medio sarà di 53 euro mensili, cioè circa 600 euro in più in dodici mesi. È un impatto diretto per chi applica i minimi contrattuali, più attenuato invece per chi già riconosce oggi “superminimi” più alti del dovuto. L’aggiornamento salariale è stato deciso per adeguare le retribuzioni al costo della vita e alla crescente professionalizzazione della cura familiare.

Lavoro domestico: nuove tutele, permessi, possibilità per i lavoratori extra UE e le agevolazioni fiscali per le famiglie

Il nuovo contratto allarga poi i permessi per i lavoratori che devono assistere familiari con disabilità gravi e introduce la possibilità di usufruire di un periodo di astensione facoltativa non retribuita subito dopo la maternità obbligatoria. È una misura che punta a conciliare il lavoro domestico, composto in larga maggioranza da donne, con i tempi di cura personale e familiare. A questo si aggiunge il recente decreto sui flussi che amplia il numero di ingressi di lavoratori domestici extra Ue nel triennio 2026–2028. Per la prima volta nel contingente fuori quota sono incluse anche le babysitter di bimbi fino a sei anni, oltre alle figure già previste per l’assistenza agli over 80 e alle persone con disabilità.  Sul fronte economico, resta in vigore l’intero pacchetto di agevolazioni fiscali attualmente disponibile. Le famiglie potranno continuare a detrarre le spese sostenute per colf e badanti fino a 1.549,37 euro l’anno e a dedurre i contributi previdenziali fino a 1.549 euro per collaboratore.

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