Prima un bonus libri, poi un bonus librai che rischia di fare il flop.
Dopo solo due mesi di vita il provvedimento inserito nel decreto Destinazione Italia, lanciato in pompa magna su twitter dal presidente del Consiglio Enrico Letta lo scorso 13 dicembre (questo il cinguettio: “A chi voleva bruciare librerie abbiamo risposto in cdm con intervento di sostegno alla lettura,ai lettori e quindi ai libri. #Vivalalettura”), è già naufragato.
Nella versione iniziale, il bonus libri 2014 prevedeva un’agevolazione fiscale del 19% su testi scolastici e libri di lettura, acquistati da individui o da società per un importo massimo di 2.000 euro: 1.000 per i libri di testo e 1.000 per i libri di lettura.
Lo sconto totale per il consumatore era così di 380 euro.
Il problema emerso poco dopo, tuttavia, riguardava i soldi per sostenere l’iniziativa: 50 milioni di euro dai fondi strutturali europei.
Una cifra non sufficiente a coprire il bonus qualora ne avessero usufruito tutti i potenziali beneficiari, ossia 29 milioni di contribuenti Irpef: con 50 milioni disponibili sarebbero stati in realtà 1,72 euro a persona.
Di qui l’urgenza di presentare un emendamento “correttivo”, a firma Marco Causi (Pd), approvato recentemente dalle commissioni Attività produttive e Finanze della Camera (il prossimo passaggio è al Senato), che ha sostituito l’espressione “persone fisiche e giuridiche” per identificare i destinatari delle agevolazioni con gli “esercizi commerciali che effettuano la vendita di libri al dettaglio” e ridotto il bacino di potenziali beneficiari di ben dieci volte.
In altre parole, il bonus libri si è trasformato in bonus librai, come sottolineato dai detrattori del provvedimento.
Librai che dovranno poi applicare uno sconto del 19% (che sarà poi recuperato con un credito d’imposta) sull’acquisto di libri di lettura, che potranno effettuare però solo i circa 2,7 milioni di studenti delle superiori.
Per usufruirne dovranno presentarsi negli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa con un voucher rilasciato dai presidi.
In questo caso, però, lo sconto scende a 19 euro a studente (la cifra si ottiene dividendo 50 milioni per 2,7 milioni potenziali beneficiari).
E qui sta il bluff, secondo il presidente dell’Associazione Italiana Editori, Marco Polillo: “Da una annunciata detrazione di 380 euro per tutti e su tutti i libri, con un limite generale di 50 milioni annui, siamo passati a uno sconto ridicolo di circa 19 euro a studente delle superiori che esclude i libri scolastici. L’unica strada da percorrere è quella già in uso per le altre detrazioni attualmente in vigore: non è concepibile la differenza di trattamento tra le spese veterinarie, per esempio, e l’acquisto di libri”.