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Il mistero di Tatiana Tramacere: 10 giorni nel nulla. La verità era a pochi metri da casa 

Il mistero di Tatiana Tramacere: 10 giorni nel nulla. La verità era a pochi metri da casa 

La scomparsa di Tatiana Tramacere, il sospetto di un gesto estremo o di un sequestro e il ritrovamento nella mansarda di un conoscente: ora gli inquirenti indagano per chiarire cosa sia davvero accaduto

Il 24 novembre 2025 Nardò (in provincia di Lecce) si è accorto della scomparsa di Tatiana Tramacere, 27 anni, studentessa. Quella mattina, scrivono le cronache, la ragazza era uscita di casa per recarsi al lavoro a Lecce e non era mai più rientrata.

Non risultavano suoi contatti e il cellulare non dava segnali di vita. In questo contesto allarmante si stava instaurando un drammatico pesante silenzio che alimentava il timore di un possibile allontanamento volontario ma anche, nelle peggiori ipotesi, di un gesto estremo o addirittura di un sequestro.

Indagini, sospetti e pista degli amici

Sin dalle prime ore, gli investigatori hanno puntato l’attenzione sugli ultimi che l’hanno vista: in particolare un conoscente, un uomo di 30 anni, Dragos‑Ioan Gheormescu, che secondo le ricostruzioni sarebbe stato l’ultimo a incontrare Tatiana il pomeriggio del 24 novembre.

Il telefono di un amico, ritenuto “tra gli ultimi ad averla vista”, è stato sequestrato dalle forze dell’ordine per verificare chat, chiamate, spostamenti e comunicazioni; sono state prese in carico anche immagini di sorveglianza che potessero far luce su quei momenti. 

Parallelamente, sono emersi alcuni elementi inquietanti: nei giorni precedenti alla sparizione, Tatiana aveva pubblicato sui social versi poetici che molti hanno interpretato come segnali di un malessere interiore. L’ipotesi peggiore, un gesto estremo compiuto volontariamente, non era da escludere.

Secondo alcuni conoscenti, le ultime frequentazioni avvenuti, in particolare alcune insistenze da parte di un uomo, avrebbero destato diverse preoccupazioni nella madre di Tatiana.

Il ritrovamento e la svolta: viva e in una mansarda

La svolta è arrivata la sera del 4 dicembre: la giovane è stata trovata dai carabinieri in buona salute, nascosta in uno stanzino di una mansarda a Nardò, precisamente nell’abitazione di Gheormescu, l’amico sotto indagine.

Il trentenne è stato portato in caserma, interrogato a lungo e formalmente indagato: all’inizio per istigazione al suicidio, anche se, qualora venisse confermata, potrebbe scattare l’ipotesi più grave di sequestro di persona.

Tuttavia, secondo la versione fornita dallo stesso Gheormescu, e confermata da Tatiana in persona, sarebbe stata la ragazza a chiedergli di aiutarla a “isolarla dal mondo”: lei avrebbe spiegato di essersi sentita giù di morale e di voler stare lontana per un po’.

Al momento, gli investigatori stanno accertando se vi sia stata costrizione o meno: «Stiamo lavorando per capire se fosse in stato di costrizione o se fosse una sua volontà», ha dichiarato il colonnello dei Carabinieri di Lecce.

La famiglia, che nei giorni precedenti aveva manifestato di non credere all’ipotesi di allontanamento volontario, ha tratto un enorme sollievo. Il padre ha parlato di “regalo di Natale” in anticipo.

La reazione della comunità e la cautela degli inquirenti

L’annuncio del ritrovamento ha provocato un’ondata di liberazione nella comunità di Nardò: molti, che nei giorni precedenti avevano partecipato alle ricerche attraverso appelli social e raccolte di notizie, si sono finalmente uniti in un applauso catartico. 

«È importante rispettare la privacy di Tatiana e dei suoi cari e lasciare che la giustizia faccia il suo corso», ha commentato il sindaco del paese, Giuseppe Mellone.

Tuttavia, per gli inquirenti la vicenda non è finita: restano molti punti da chiarire. Le analisi sui telefoni, le perizie scientifiche in corso, le dichiarazioni della ragazza e dell’indagato sono ora al centro di un’indagine che dovrà stabilire se si sia trattato di un allontanamento volontario, di un sequestro, oppure di un gesto legato a un disagio psicologico mai manifestato apertamente.

Riflessioni 

Il caso di Tatiana Tramacere, scomparsa, temuta come vittima di un gesto estremo o di un crimine, poi ritrovata sana, ha svelato la fragilità che a volte si nasconde dietro un sorriso sui social e l’urgenza di prestare attenzione ai segnali di chi soffre in silenzio. Una illusione di vita perfetta non è sinonimo di serenità né felicità. Sono i piccoli dettagli che ogni individuo dissemina, come briciole nel bosco, a poter descrivere la realtà interiore che lo pervade. Nulla è trascurabile.
Nondimeno, la momentanea scomparta della ragazza ha mostrato la forza di una comunità che non si è arresa e che ha continuato a sperare. Ora, tra inchieste in corso, analisi e attese, resta solo l’auspicio che la verità, qualunque essa sia, venga alla luce in modo chiaro e definitivo. 

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