Un uomo rompe il silenzio dopo 18 anni e racconta ciò che avrebbe visto il giorno in cui Chiara Poggi è stata uccisa. È lui il supertestimone che ha riacceso i riflettori sul delitto di Garlasco e che è protagonista del nuovo servizio de Le Iene firmato da Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese. Per la prima volta, la sua testimonianza integrale viene trasmessa in TV, insieme a documenti finora inediti, come le dichiarazioni mai ascoltate prima della madre di Andrea Sempio, il nuovo indagato nel caso.
Da nove anni, Le Iene non hanno mai smesso di indagare su questo caso, sollevando più volte dubbi sulla condanna di Alberto Stasi, fidanzato di Chiara all’epoca dei fatti, e oggi condannato in via definitiva per l’omicidio. Ora, però, grazie a questa testimonianza, la Procura ha riaperto le indagini, arrivando a nuove perquisizioni e al ritrovamento di possibili elementi chiave.
Il racconto del supertestimone
Il supertestimone – indicato con il nome fittizio di “Carlo” – ha raccontato ai microfoni di De Giuseppe un episodio avvenuto poco dopo l’omicidio. In ospedale, avrebbe incontrato una donna di Tromello che abitava vicino alla casa della nonna materna delle gemelle Cappa. Quella donna, ha riferito Carlo, gli raccontò di aver visto Stefania Cappa molto agitata, intenta a entrare nella vecchia abitazione con un borsone pesante. “Stefania era nel panico, con un borsone”, aggiungendo un dettaglio significativo: il rumore di qualcosa gettato in un fosso.
Carlo tiene a chiarire anche un dettaglio emerso nei giorni scorsi sui giornali: non avrebbe mai parlato di un alare da camino, smentendo una parte delle ricostruzioni circolate. Secondo il suo racconto, la donna testimone gli aveva anche confidato che le gemelle non erano mai state viste in quella casa prima di allora, e che proprio per questo l’episodio le era sembrato strano e degno di nota.
Il supertestimone, rimasto nell’ombra per quasi due decenni, ha rivelato alle Iene di aver taciuto per paura: “Mi è stato ordinato di non dire niente”, ha detto, aggiungendo di non aver parlato prima “per la mia tutela”. Ma oggi ha deciso di raccontare tutto: “Dopo 18 anni a dover parlare di questa cosa mi sono sentito meglio, a livello emotivo e personale. Lo faccio solo per quella ragazza (Chiara Poggi, ndr), degli altri non me ne frega niente.”
Alla Iena racconta anche di aver annotato tutto in una serie di taccuini personali, per non dimenticare nulla. Secondo lui, molte delle persone che videro la scena all’epoca erano già anziane, e oggi non sarebbero più in vita.
Sulla base delle sue indicazioni, le forze dell’ordine hanno concentrato l’attenzione su Tromello, un comune della Lomellina, in provincia di Pavia, dove in un canale sono stati rinvenuti tre oggetti potenzialmente compatibili con l’arma del delitto: un attizzatoio, una mazzetta da muratore e la testa di un’ascia. Reperti ora al vaglio degli inquirenti.
La testimonianza, consegnata in forma riservata agli investigatori, ha portato a una nuova fase delle indagini e ad una possibile svolta. Nelle ultime battute dell’intervista andata in onda in anteprima, il supertestimone aggiunge: “La cosa che mi dispiace di più è che io dopo un mese [dall’omicidio] avevo queste cose da dire e non c’è stata volontà di ascoltare.”
Il giallo dei messaggi di Paola Cappa
Si arricchisce intanto anche il filone legato ai messaggi vocali di Paola Cappa, cugina di Chiara Poggi e sorella di Stefania. Nei giorni scorsi ha fatto molto discutere la notizia secondo cui Paola avrebbe scritto un SMS con la frase: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. Tuttavia, secondo quanto emerso nel servizio di questa sera, la ricostruzione sarebbe infondata.
Il destinatario di quei messaggi, un ex amico di Paola, ha infatti consegnato spontaneamente a Le Iene centinaia di messaggi e note vocali ricevuti da lei, molti dei quali riguardano proprio la vicenda dell’omicidio di Chiara. Ma quella frase non comparirebbe mai, né in forma scritta né tra i messaggi vocali effettivamente inviati dalla giovane.
Uno dei vocali contenuti in quel materiale – e trasmesso nel servizio – invece dice così: “Guarda io non ho mai aperto bocca, però arriverà il giorno che la apro. Voglio essere pagata fior di milioni… però dirò tutto, tutto, tutto, tutto”.
Una dichiarazione che apre scenari inquietanti e alimenta ulteriori interrogativi sul ruolo delle persone vicine alla vittima, su possibili reticenze e su quanto sia rimasto finora non detto.
Le telefonate con la madre di Sempio
Nel servizio emerge anche un altro documento esclusivo: le telefonate tra la madre di Andrea Sempio e l’inviato de Le Iene, Alessandro De Giuseppe. Le conversazioni risalgono a prima che il nome del figlio finisse ufficialmente tra gli indagati.
La donna contattò spontaneamente la redazione per difendere il figlio dai sospetti che già circolavano nel paese. Nelle telefonate, la madre di Sempio si spinse anche ad accusare l’avvocato Tizzoni, storico legale della famiglia Poggi, di aver fatto trapelare documenti riservati della Procura al difensore di Andrea Sempio.
Un altro passaggio inquietante riferito dalla madre riguarda una presunta testimone che avrebbe assistito a un litigio molto sospetto tra Chiara Poggi e la cugina il giorno prima dell’omicidio. Tuttavia, quella persona non avrebbe mai riferito nulla né ai carabinieri né ad altri, lasciando così potenzialmente inesplorata una pista importante.
Infine, in una delle telefonate, la madre di Sempio ha aggiunto un dettaglio che riflette il clima che si respirava – e forse ancora si respira – a Garlasco: “In pochi credono davvero che Alberto sia l’assassino”, ha affermato.
Nel frattempo, la Procura accelera. Proprio oggi la notizia di un’impronta della mano di Andrea Sempio, mai identificata all’epoca, sarebbe stata trovata accanto al corpo di Chiara Poggi. La perizia, basata su fotografie dei rilievi originali, colloca Sempio sulla scena del crimine. Stasi, unico condannato, è stato interrogato per oltre due ore. Sempio non si è presentato per un vizio procedurale. Il cerchio si stringe su una nuova rosa di nomi. E la verità, dopo anni di silenzi e condanne discusse, potrebbe essere a un passo dalla luce.