Dopo la conferma in appello della condanna all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, a Massimo Bossetti non è rimasto che sperare nella Corte di Cassazione (terzo grado di giudizio).
Esauriti i giudizi di merito (che non possono essere rivisitati) i difensori del muratore di Mapello potranno proporre davanti alla Suprema Corte solo questioni di legittimità, tentando di cancellare la sentenza di secondo grado e di aprire un processo bis.
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Per lui sono tre le opzioni che gli avvocati difensori potranno tentare, in base anche a quale saranno le motivazioni della sentenza espressa.
- Illogicità nella ricostruzione dei fatti – È un caso che si presenta quando la sentenza viene motivata con evidenti illogicità nella ricostruzione dei fatti fino alla colpevolezza del condannato.
- Nullità o inutizzabilità dei dati – Se i difensori avessero eccepito nullità o inutilizzabilità di singoli atti – al centro del processo c’è sempre stato l’accertamento del profilo genetico di Bossetti dopo il ritrovamento del suo dna sulle mutandine della piccola Yara – potrebbero farne oggetto ricorso per “inosservanza delle norme processuali”.
- Mancata prova decisiva – Nel caso del processo Gambirasio questo caso potrebbe essere rappresentato dalla mancata assunzione di una prova decisiva a favore di Bossetti. La difesa aveva infatti da tempo richiesto di poter effettuare una nuova perizia sul Dna ritrovato sulla vittima e attribuito a Bossetti.
È stato del resto questo il tema su cui più si è dibattuto anche in camera di consiglio per oltre 15 ore prima della sentenza di appello: la possibilità di fare una perizia per confrontare la traccia biologica trovata sui leggings e sugli slip di Yara Gambirasio con quella di Massimo Bossetti a cui si era risaliti analizzando il dna. Resta dunque il nodo più controverso che in secondo grado ha visto prevalere la linea colpevolista ma che la Cassazione potrebbe riaprire.
