L’ultimo gradino della salita lo ha confezionato Serge Ibaka a meno di un secondo dalla fine della sfida che l’Olimpia Milano stava faticosamente portando in porto a Monaco di Baviera. Tripla da nove metri, partita ai supplementari, crollo di Milano e sconfitta numero 8 (su 12) in Eurolega che diventano 13 (su 22) contando anche il campionato. Cosa succede alla squadra campione d’Italia e pronosticata da tutti come dominatrice del basket di casa nostra? Costruita senza far di conto per tornare nella Final Four dell’Eurolega e provare a riportare Milano sul tetto d’Europa come non accade da tempo ormai immemore?
Una crisi così profonda di gioco e risultati sorprende e attraversa orizzontalmente il mondo del basket. Sorprende perché investe un marchio vincente per abitudine (Armani) e un uomo (Ettore Messina) che nella sua vita ha collezionato più trofei e trionfi che insuccessi. E che adesso è nel centro del mirino, tanto da aver spinto proprietà e club a una conferma pubblica fino al 2026 che assomiglia a una rete metallica di protezione stesa sotto il coach e il progetto stesso.
Messina che di Milano è il centro di gravità permanente: allenatore, responsabile unico della parte sportiva, presidente in pectore quando lo vorrà. Si può mettere in discussione un uomo così? I risultati lo stanno facendo, ma la crisi va analizzata più in profondità e Panorama lo ha fatto con Davide Pessina, 116 presenze e uno scudetto nella Milano degli anni Ottanta, ora voce e volto della squadra basket di Sky Sport.
Davide, è il momento più difficile della storia recente dell’Olimpia?
“E’ difficile anche se ne ha avuto qualcuno anche negli anni passati, Ora in più c’è la difficoltà in campionato che altre volte è stata meno evidente. Tanti alti e bassi, qualche picco di alto livello e momenti difficili da spiegare”.
Anche perché non si trova un filo a questa prima parte di stagione
“No. Se fosse che perdi contro le corazzate e vinci contro le squadre più deboli, Europa o campionato, è un conto ma quest’anno ci sono stati picchi contro avversari di prima fascia e sconfitte contro altri che sorprendono. Dunque non è un problema di roster non all’altezza, è più probabilmente una questione di insicurezza o di automatismi che non scattano. Quando vengono dubbi in testa tutto diventa più difficile”.
E’ una squadra, un progetto, a fine ciclo?
“Nella squadra ci sono alcuni giocatori che sono a Milano da un po’ di tempo e potrebbero esserlo, ma altri sono cambiati. Si sa dove ci sono mancanze, ad esempio in regia, però non si riesce a trovare la soluzione e correggere in corsa è complicato”.
Messina è stato pubblicamente confermato fino al 2026. E’ stata una mossa della disperazione sportiva?
“E’ stato un messaggio chiaro in un momento in cui giravano voci, non so quanto fondate, di possibili dimissioni o altro. C’è pressione da parte dell’opinione pubblica nel voler dare la colpa al timoniere e questo è un modo chiaro per mettere a tacere tutte le speculazioni. E’ un tentativo che risponde a una logica: se credi nei tuoi uomini e nel progetto, è giusto in una fase di difficoltà ribadirlo con forza, spazzare via le voci”.
Discutere, però, dei più ruoli che Messina ricopre dentro l’Olimpia non può essere un tabù, però. Corretto?
“No. Ha il doppio ruolo ed è a capo di tutto, anche se ci sono altre figure come quella di Stavropulos, che è un general manager molto esperto, che fanno parte del processo decisionale. In Italia non siamo tanto abituati a una posizione come quella di Messina che fa tutto. Milano ha scelto di strutturarsi così e se ci crede è giusto che lo ribadisca in un momento in cui le cose non vanno”.
A fine anno sarà più sorprendente se l’Olimpia sarà riuscita a vincere lo scudetto o se non l’avrà vinto?
“Nessuna delle due. Già negli anni scorsi Milano ha dimostrato che si possono attraversare momenti complicati e poi ci si riprende, rientrando. In campionato è la squadra più forte con la Virtus Bologna e nel basket conta stare bene gli ultimi due mesi con i playoff: se ci arriva stando bene è stra-candidata a vincere un titolo che adesso sembra lontano”.
L’Eurolega sta diventando un’ossessione?
“Manifestazione molto difficile, livello medio molto alto. E’ una maratona in cui conta arrivare almeno nei primi dieci per giocare il play-in, però l’importante è restare a galla e presentarsi in buona condizione nel momento decisivo per giocarsela. Ma la verità è un’altra”.
Quale?
“Che Milano non può pensare così a lungo termine ma solo alla prossima. Senza allargare l’orizzonte. Poi tra un mese alzare la testa e vedere a che punto si trova”.
Davide Pessina è uno dei volti più amati dagli appassionati di pallacanestro. Talent della squadra di Sky Sport, racconta le vicende del basket italiano, dell’Eurolega e della NBA: un impegno senza sosta anche nelle feste natalizie che saranno particolarmente ricche per chi ama la palla a spicchi. Non solo il ‘Christmas Day‘ della NBA con dirette dalle 18 alle 4 e mezza del mattino per un appuntamento ormai tradizionale, ma anche cinque turni di Eurolega che peseranno in maniera decisiva sul cammini di Milano e Bologna verso la seconda fase e l’EuroCup con protagoniste Trento e Venezia. E restando a Milano, la storia di Gigi Datome (fresco di ritiro) ospite di Federico Buffa Talks con Federico Buffa e Federico Ferri a partire dal 22 dicembre.
