morti covid
(Emanuele Cremaschi/Getty Images)
Salute

I veri numeri sui morti per Covid in Italia

i dati dei decessi del 2020 in Italia confrontati con quelli elaborati dall'Istat degli ultimi 5 anni confermano un aumento importante della mortalità rispetto alla media degli anni passati. Dati che oltre a confermare senza rischio di essere smentiti l'incremento delle morti correlato al Covid fanno ipotizzare una stima superiore dei decessi causati dal virus rispetto a quella ufficiale. A dimostralo l'eccesso di mortalità del 2020 messo a confronto con quello nel periodo tra il 2015-2019.
"Durante la prima ondata, sono morte direttamente o indirettamente per Covid più di 52 mila persone in poco più di due mesi, l'equivalente di uno dei tanti capoluoghi di provincia italiani- ad affermarlo è Mirko Celii ricercatore di epigenetica e bioinformatica.

Secondo lei quanti morti in più ci sono rispetto le stime ufficiali dei decessi Covid emerse dalla sua analisi dei dati Istat?

Stabilire il numero esatto di morti per Covid è un'impresa impossibile. L'Istat ha di recente pubblicato i dati completi dei decessi giorno per giorno dal 1 gennaio 2015 allo scorso 30 settembre. Quello che possiamo fare è confrontare la mortalità del 2020 con quella della media dei 5 anni precedenti.La mortalità è maggiore in inverno, con una media di 2100 decessi al giorno circa nei mesi di gennaio e febbraio contro i 1500-1600 circa fra maggio ed ottobre a causa della diffusione dei virus influenzali e degli altri virus respiratori, che sono la causa di tanti decessi di cui generalmente si parla poco. Gli anni 2015-2019 mostrano un andamento molto simile e costante fra loro.Il 2020 erano iniziato con molti decessi in meno (10 mila circa) rispetto agli anni precedenti, ma fra marzo e maggio c'è stato un aumento spaventoso di decessi in corrispondenza proprio della prima ondata del Covid e che è rientrato nel range della media storica solo nella seconda metà di maggio. I numeri di marzo e aprile sono terrificanti e da bollettino di guerra: rispettivamente 2778 e 2413 decessi al giorno contro una media storica di 1880 e 1726, il 44% in più ogni giorno. Il giorno del picco, il 27 marzo, abbiamo praticamente avuto il doppio dei decessi (3450) degli anni precedenti (1785). Se sottraiamo alla mortalità del 2020 quella media degli anni precedenti otteniamo la mortalità in eccesso. Nei mesi di gennaio e febbraio abbiamo registrato 10373 decessi in meno rispetto agli anni precedenti (-8.1%)Nei mesi di marzo, aprile e maggio abbiamo registrato 49808 decessi in più rispetto agli anni precedenti (+31%). Nei mesi da giugno a settembre ci sono stati 2392 decessi in più rispetto agli anni precedenti (+1.2%).

Com'è l'andamento della mortalità in eccesso nel 2020 rispetto agli anni precedenti?

La curva della mortalità in eccesso ha lo stesso identico andamento di quella dei decessi per Covid e vediamo bene che è in realtà anche più alta. Al 31 di maggio contavamo 33415 per Covid, e circa 52 mila in eccesso rispetto alla media storica. Ne mancano all'appello circa 16400.Molti sprovveduti parlano di morti "con" e "per" Covid, sottolineando che la maggior parte delle vittime era molto anziana o aveva patologie pregresse. Gli stessi sprovveduti sostengono inoltre che la vita media dei deceduti è molto simile alla speranza di vita in Italia e che quindi si sia anticipato solo di poche settimane o mesi il corso degli eventi.Ma non è cosi. Gran parte delle patologie pregresse presenti nei deceduti per Covid se curate bene possono garantire una speranza si vita paragonabile con chi è perfettamente sano. Queste patologie pregresse non riguardano affatto una fetta trascurabile della popolazione, ma una grossa percentuali dai 50 anni in su.L'età media dei deceduti per Covid è 80 anni. La speranza di vita alla nascita in Italia è 83.2 anni. Ma per chi arriva agli 80 anni, la speranza di vita ulteriore, non è di 3.2 anni, ma di 9.7! Il Covid quindi, toglie in media circa almeno 6.5 anni di vita per ogni deceduto.

Per quanto riguarda invece la causa di morte dei positivi al Covid, uno studio di Istat ed Iss analizzando circa 5000 cartelle cline dei deceduti, ha concluso che l'89% dei decessi di positivi al Covid è avvenuta a causa del Covid. Questo studio è stato anche pubblicato sul Journal of Clinical Medicine. Quindi, solo l'11% dei decessi (circa 3700) può essere considerato "con Covid", ma sappiamo dai dati dell'ISTAT che durante la prima ondata ci sono stati 16400 circa morti in eccesso, che sono più di 4 volte il numero dei presunti morti "con Covid." È difficile pensare che non sia stato il Covid la causa di questi decessi avvenuto fra marzo e maggio, dato che durante il lockdown si è azzerata la diffusione dei virus influenzali e sono inevitabilmente diminuiti anche i decessi per incidenti stradali e sul lavoro. Un rapporto dell'Iss e sulle RSA, mostra per esempio che in Lombardia il numero di decessi con sintomi simili-influenzali nei mesi di marzo e aprile è stato sei volte maggiore di quelli con tampone positivo. In definitiva, se da una parte potremmo sottrarre dai 33415 decessi ufficiali per Covid quelli "con Covid" 3700 circa, dall'altra dovremmo aggiungere quelli in eccesso che sono 16400 circa, quindi la mortalità per Covid-19 è quindi tutt'altro che gonfiata.

Secondo i dati disponibili di questa seconda ondata si può fare una previsione sull'andamento dei decessi delle prossime settimane?

Chiunque ha fatto previsioni a lungo termine ha in genere sbagliato di molto, in un senso o nell'altro Il dato di fatto è non essendo arrivate cure che cambino la storia dell'epidemia, la letalità è costante a parità di diffusione fra le fasce di età. Ne consegue che il numero dei decessi è grosso modo proporzionale a quello dei contagi di circa 2 settimane prima. Però noi sappiamo per certo che i contagi sono sottostimati. Un parametro che può indicare la corretta stima dei contagi è la percentuale di tamponi positivi. Se questa è sotto il 5%, significa che per ogni positivo abbiamo fatto 19 tamponi negativi e che quindi abbiamo controllato più o meno tutte le possibili persone contagiate. Se questa percentuale sale invece, l'epidemia diventa fuori controllo. Siamo passati dallo 0.5% di tamponi positivi a luglio a circa il 30% di novembre. Questo vuol dire che a novembre riuscivamo a fare al massimo 2-3 tamponi fra i contatti di ogni positivo. Secondo l'Iss il tempo mediano fra contagio e decesso è di 12 giorni. Se dividiamo il numero dei decessi di un giorno per i contagi di 12 giorni prima, possiamo avere una stima approssimativa della letalità apparente (apparente perché sappiamo che stiamo sottostimando i contagi). Guardando questo rapporto vediamo che a settembre era intorno all'1% (con), da ottobre è invece è salita al 2%. Essendo riusciti per un soffio ad evitare la saturazione degli ospedali, non abbiamo motivi per credere ad un aumento reale della letalità. Quindi si potrebbe pensare che questo rapporto è aumentato perché da ottobre in poi ci sono sfuggiti tantissimi contagi, a spanne avrebbero dovuto essere il doppio per mantenere stabile la letalità. Quindi più saremo bravi a contenere i contagi, e meno decessi avremo.

YOU MAY ALSO LIKE