Caracas
FEDERICO PARRA/AFP/Getty Images
Economia

Venezuela e il "pacchetto della fame": l'ultima follia economica di Maduro

El paquete del hambre, ovvero "il pacchetto della fame". Così hanno battezzato le misure economiche introdotte dal presidente Nicolás Maduro a fine agosto i 27 milioni di venezuelani che resistono in quello che sino a vent'anni fa era il paese più ricco del Sudamerica (oltre 5 milioni sono già fuggiti) e ancor oggi possiede le maggiori riserve petrolifere certificate.

Dopo avere cercato di controllare per un ventennio i prezzi di ogni bene, compresa la moneta, centrando il solo obiettivo che tali politiche storicamente centrano, ovvero un florido mercato nero, rendere introvabilii beni sui mercati legali e la moneta senza valore, ora Maduro ha deciso di aumentare il prezzo del gasolio di un milione e 400 mila per cento (è difficile persino da scrivere), quello della benzina del 700 mila per cento, eliminando 5 zeri dal bolivar: moneta passata per decreto da "forte" a "sovrana", nella folle speranza che cambiare nome possa fermare un'inflazione annua al milione per cento (fonte Fmi).

In altre parole: un pollo che, pochi giorni fa, costava 14 milioni di bolivares "forti", oggi con il nuovo conio ne vale "solo" 140. Nulla cambia, però. Soprattutto, Maduro ha moltiplicato per legge di 35 volte lo stipendio che, da settembre, i datori di lavoro del settore privato dovranno pagare ai dipendenti. "Una decisione che costringerà a chiudere le 140 mila piccole imprese sopravvissute a queste follie economiche" spiega Rafael Guzmán, presidente della Commissione Finanze del Parlamento. "Stiamo parlando di panetterie, bar, parrucchieri e macellerie, non di multinazionali".

Una tesi confermata dall'economista venezolanoJosé Toro Hardy, per il quale obbligare le imprese a pagare ogni dipendente 180 milioni di bolivares (prima ne spendevano poco più di5 milioni) porterà a fallimenti in serie: "Oltre tre milioni di lavoratori rischiano il posto".

Maduro ha garantito agli ultimi imprenditori rimasti in Venezuela che sino a fine novembre sarà lo Stato a pagare gli stipendi di tutti. Il problema è che, per farlo, costringerà anche il settore privato a iscriversi al cosiddetto "carnet della patria": il bancomat con cui il regime offre cibo in cambio del voto. "Se non lo faranno saranno espropriati. Per dicembre rimarranno quelli che si sottomettono, tutti gli altri fuggiranno all'estero" dice Julio Coco, un ex comunista che oggi lotta contro Maduro, il "genio" che è riuscito a ridurre sul lastrico la "Venezuela saudita". 


(Articolo pubblicato sul n° 36 di Panorama dal 23 agosto 2018 con il titolo "Quel pollo, simbolo dei venezuelani")


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