Renzi- Verdini
ANSA/GIORGIO ONORATI
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Renzi-Verdini, gli obiettivi della loro alleanza

Il Partito Democratico è di nuovo alle prese con il “caso Verdini”. In occasione della trasmissione di RaiUno L'Arena, Matteo Renzi ha tentato di spostare l'attenzione rispondendo con un secco “è un problema loro” alle polemiche alimentate dal M5S sui processi (sei) in cui è coinvolto l'ex consigliere politico di Silvio Berlusconi oggi leader di Ala.

I numeri di Verdini

In realtà Verdini è un problema tutto interno al Pd visto che la minoranza dem è tornata sulle barricate quando ha appreso che, d'ora in avanti, i verdiniani saranno chiamati a dire la loro su ogni questione iscritta nell'agenda politica.

L'incontro che ha scatenato la reazione della minoranza dem si è svolto venerdì a Montecitorio. Un incontro che doveva essere riservato ma che, finito sulla bocca di tutti, è stato ridimensionato dai due protagonisti: “nulla di che, il Pd incontra anche altre formazioni”, “un contentino per tacitare i parlamentari di Ala che non vogliono votare a scatola chiusa”.

D'altra parte, senza i verdiniani (al Senato sono già una ventina) alcuni degli ultimi provvedimenti del governo, come le unioni civili, non avrebbero mai avuto i numeri per vedere la luce. E altrettanto è probabile che accada in futuro.

Cosa teme la sinistra dem

Senza contare, ed è ciò che ha voluto sottolineare il premier, che anche quando al governo c'era Enrico Letta, Verdini votava con la maggioranza e “nessuno si scandalizzava”. Adesso invece sì. La preoccupazione principale degli anti-renziani del Pd è infatti quella di diventare completamente irrilevanti. 

Il "paradiso" dei verdiniani

All'orizzonte nessuna new entry nel governo e nemmeno nella maggioranza. Ma il sospetto di un “Nazareno bis” c'è. Al termine dell'incontro un raggiante Denis Verdini ha scherzato con la folla di giornalisti accorsi per raccogliere indiscrezioni sull'incontro “segreto”: “noi di Ala non siamo in maggioranza e non siamo all'opposizione- ha detto – siamo in paradiso”.

A cosa si riferisca il “barbablù” (come viene chiamato in Transatlantico) della politica italiana è presto detto: il paradiso verdiniano corrisponde infatti all'aver ottenuto da Renzi quella patente di rispettabilità alla quale gli ex berlusconiani hanno sempre puntato per potersi garantire la sopravvivenza politica.

Il sostegno ai candidati sindaci

A quale prezzo? Quello di un sostegno di fatto incondizionato alla maggioranza in Parlamento e, novità uscita dalla riunione di venerdì, alle campagne elettorali dei candidati sindaci nelle grandi città. Ala presenterà liste in appoggio a Giachetti a Roma, Valente a Napoli e Sala a Milano.

Un incubo per la sinistra dem che paventa la fine del centrosinistra, o come sostiene Roberto Speranza, quantomeno del Partito democratico, “se Denis Verdini entra nella maggioranza – ha detto il giovane bersaniano – semplicemente il Pd non c'è più”.

Chi perde e chi guadagna

Gli avversari interni del premier infatti non credono che un accordo come quello stipulato la scorsa settimana non comporti l'allargamento del perimetro del partito agli ex berlusconiani. Se arrivando a sedersi al tavolo con Renzi, i verdiniani credono di aver ottenuto una sorta di patente di rispettabilità, per la stessa ragione Roberto Speranza va infatti dicendo che il Pd perde “un pezzo di credibilità”. E che è così che man mano gli elettori se ne andranno. Dove non è ancora molto chiaro. Probabilmente ad ingrossare le fila degli astensionisti o indecisi già affollate da elettori pentiti del centrosinistra.

Effetti sulle amministrative

La cartina di tornasole più imminente sugli effetti che questa svolta, già comunque ampiamente compiuta, potrà avere sul sistema nervoso degli elettori dem saranno le prossime elezioni amministrative. Quanto potrà influire l'appoggio di Verdini sul destino elettorale dei candidati del centrosinistra? Probabilmente meno di quanto creda Speranza.

Il post voto

Eppure il giorno dopo del voto si potrà, quasi certamente assistere alla seguente scena: se i cavalli di Renzi (Sala, Giachetti, Valente) ce l'avranno fatta (ipotesi attualmente alquanto remota), Verdini rivendicherà il suo sostegno come fondamentale alla vittoria. Se invece usciranno dalla competizione con le ossa rotte, sarà la sinistra dem a scaricare tutta la colpa sulla liason tra Renzi e Verdini. E saranno entrambe letture piuttosto opinabili.

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