Ecco come il governo intende contenere i conti pubblici

Convincere l'Europa che è plausibile trovare, in tempi stretti, i due miliardi di cui l'Italia ha bisogno per evitare l'innalzamento del deficit pubblico che determinerebbe l'apertura della procedura d'infrazione europea con tutte le catastrofiche conseguenze per la crescita del nostro Paese.

In che modo il Governo intende muoversi

E' quanto sta facendo il premier Giuseppe Contenel mettere a punto la lettera che a Bruxelles dovrà convincere l'Europa a non far calare la scure sull'Italia.

E per raggiungere quota 2 miliardi senza aumentare l'Iva e senza manovra correttiva bisogna necessariamente tagliare fondi governativi destinati a differenti ministeri che dovranno rivedere spese e bilanci.

Le voci di spesa che verranno tagliate

Nello specifico a pagare il prezzo più alto per la mancata quadratura dei conti pubblici saranno gli imprenditori che si vedranno decurtati i 481 milioni che il Ministero dell'Economia era pronto a investire alla voce "competitività e sviluppo delle imprese". A questi milioni vanno aggiunti i 160  circa che il Ministero per lo Sviluppo Economico aveva a disposizione per la stessa finalità.

158 milioni invece sono stati bloccati al Ministero della Difesa e 100 a quello dell'Istruzione e Università. Sforbiciata da 40 milioni al Ministero del Lavoro e altrettanti a quello degli Esteri. Il conto arrivato al Ministero della Salute è di 2 milioni di euro cui si aggiungono 1,4 milioni tolti ai Beni Culturali.

Si tratta di capitali che erano stati congelati dall'ultima legge di bilancioe che adesso il Governo ha deciso di tagliare definitivamente per dare spessore alla cosiddetta clausola di salvaguardiache dovrebbe scongiurare l'apertura della procedura d'infrazione.

Cosa succede adesso

La delibera è stata adottata dal Consiglio dei Ministri ed è il primo atto ufficiale del Governo che mette nero su bianco voce per voce i diversi tagli per permetteranno di mettere insieme i 2 miliardi necessari a non arrivare al deficit del 2,4%.

Il 26 giugno, se la Corte dei Conti darà il via libera, sarà varato, quindi, il disegno di legge di assestamento del bilancio dove saranno riassunti tutti i tagli finalizzati al contenimento della spesa pubblica con l’obiettivo di limitare il disavanzo di quest’anno al 2-2,1% del Pil.

L'appuntamento con l'Ecofin del 9 luglio è sempre più vicino e, se l'Italia vuole sperare di poter tornare a crescere, non può permettersi di perdere tempo.


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