I muri di filo spinato in Polonia e di ipocrisia a Lampedusa

Che sulla questione migranti l'ipocrisia sia una presenza costante tanto quanto la gravità del problema lo si sa da sempre. Sarà un trentennio che ascoltiamo frasi come «dobbiamo accoglierli tutti», seguita da «l'Europa non ci deve lasciare soli, deve fare di più». Parole, solo parole. Perché a fatti la situazione non è cambiata, e difficilmente cambierà a breve.

Ma quanto sta succedendo ai confini tra la Bielorussia e la Polonia da settimane va oltre tutto questo, perché introduce una nuova regola: quella dei muri per cui alcuni vanno bene ed altri no.

Innanzitutto serve un rapido riassunto dei fatti in essere. Il Padre-Padrone della Bielorussia, Lukashenko, un tipo poco avvezzo diciamo così alla democrazia occidentale, viene condannato dalla Unione Europea con tanto di pesanti sanzioni economiche. Lukashenko allora sfida l'Europa. Con la regia di Mosca (che ovviamente smentisce) e l'aiuto di Damasco ecco che viene organizzato un vero e proprio ponte aereo tra Siria e Bielorussia su cui si spostano decine di migliaia di migranti provenienti da Afghanistan, Iran, Iraq ed appunto Siria. I migranti vengono poi portati al confine conta Polonia e pressati, spinti anche con le cattive oltre il confine.

La Polonia si difende a colpi di barriere di filo spinato, Polizia, Esercito. Nessuna porta aperta. E qui cominciano le cose strane. perché da Bruxelles non arrivano dichiarazioni improntate all'accoglienza, anzi. L'input è non cedere al ricatto di Lukashenko.

Ecco l'ipocrisia, che porta diretta all'Italia, al Mediterraneo a Lampedusa, ai lager in Libia. Dove sarebbe la differenza tra la Polonia e quello che accade sulle nostre coste? Che differenza c'è tra Lukashenko ed i trafficanti di uomini libici? Perché noi non possiamo fare alcun blocco navale mentre in Polonia il muro, il filo spinato è consentito da Bruxelles?

Domande che da sole dimostrano la totale mancanza di un progetto unico europeo sulla questione migranti. Si va a tentoni, tra silenzi imbarazzati e doppio pessimo. Oggi ci sono già più di mille km di muri in Slovenia, Polonia, Spagna ed altri paesi. Ma nessuno si straccia le vesti come accadeva quando l'Italia chiudeva i porti. Ipocrisia.

Grande quanto il problema, solo che rende ancor più complesso trovare una soluzione, comune, uguale per tutti.

YOU MAY ALSO LIKE