Letizia Moratti candidata in Lombardia con il Terzo Polo inguaia ancor di più il Pd

La notizia politica del fine settimana è la candidatura (anzi, sarebbe meglio dire «auto candidatura») di Letizia Moratti con il Terzo Polo nella corsa per la guida della Regione Lombardia. Si tratta di una cosa talmente scontata ed attesa che a Milano non si accettavano nemmeno più scommesse ma che comunque ha le sue belle conseguenze politiche, anche nazionali. Soprattutto, se non solo, a sinistra.

Perché ancora una volta Calenda e Renzi hanno sparigliato le carte sul tavolo mettendo in grossa difficoltà il Partito Democratico che proprio in questi giorni sta dando vita alle «primarie di coalizione» in vista delle regionali del prossimo anno; cioè una consultazione con i propri elettori per capire con chi allearsi: M5S (guardando a sinistra) o Azione ed Italia Viva (guardando al centro?). E poi, cosa faranno i grillini? Accetteranno come loro candidata il simbolo vivente della Milano-Bene, dei radical chic, legata ad una delle più potenti famiglie del mondo economico italiano? Nulla è impossibile, come ci ha mostrato la passata legislatura, la figuraccia per tutti i partiti in una coalizione del “tutti dentro» contro la destra, sarebbe planetaria

Insomma, quella che si sta delineando è la medesima situazione già vista nelle ultime elezioni politiche con il centrodestra unito e la sinistra e pezzetti. E così, stando ai numeri, provare a vincere diventa quasi impossibile. Alle regionali infatti non c’è ballottaggio. La coalizione che ha più voti, vince.

Alle politiche di un mese e mezzo fa infatti in Lombardia il centrodestra ha ottenuto il 50,4%. La partita diventerebbe interessante se e solo se tutte le altre forze politiche si mettessero assieme. Ma è evidente che così non sarà. E che la scelta del Pd a Milano è ancora più complicata che a Roma. In Lombardia infatti il Movimento 5 Stelle è uscito con un misero 7,3% dal voto, mentre il Terzo Polo ha portato a casa il 10,1%.

Con chi allearsi, quindi?

Al Nazareno, inutile dirlo, la maggioranza dei dirigenti guarda a Giuseppe Conte, impegnato come non mai nel sorpasso a sinistra rispetto ad Enrico Letta come si è visto nitidamente anche nella giornata delle manifestazioni per la Pace. Il problema è che in Lombardia il bacino elettorale grillino è più scarso rispetto a quello di centro che con l’ingresso della Moratti potrebbe anche crescere… Si rischia quindi che si arrivi ad alleanze differenti a seconda della regione: magari Pd+M5S nel Lazio e Pd+Terzo Polo in Lombardia. Una scelta politicamente suicida che da sola mostrerebbe il declino del Partito Democratic, tra l’altro contemporaneamente alle prese con la battaglia interna tra le varie correnti in vista del congresso che si terrà in primavera, a ridosso delle elezioni regionali.

C’è poi la vicenda personale di Lady Letizia. Il suo addio al centrodestra non ha nulla di politico. Lei è sempre stata di centrodestra, sia quando fu sindaco di Milano che negli ultimi mesi, da vicepresidente di Regione Lombardia. Il passaggio ad Azione/Italia Viva è solo una questione di poltrona, anzi, di candidatura. D’altronde lo ha ammesso lei stessa quando la crisi con Fontana scoppiò in tutta la sua violenza: «Mi aveva promesso il passaggio di testimone». Insomma, doveva essere lei la candidata della coalizione alle prossime regionali. Poi qualcosa è cambiato. Quindi ecco la ricerca di un nuovo polo che la potesse scegliere come candidata; tutto questo senza conoscere programmi e progetto politico. Basta essere la candidata.

Ovviamente la partita si gioca sul capire quanti voti Letizia Moratti porterà con se. Secondo alcuni potrebbe addirittura «svuotare Forza Italia». Frasi già sentite quando il trio Carfagna-Gelmini-Brunetta lasciò Arcore per correre da Renzi-Calenda. Sappiamo tutti com’è andata a finire… Secondo altri invece l’ex sindaco fuori dalla zona pedonale di Milano conterebbe poco o nulla. Solo le urne diranno chi aveva ragione e chi torto. Al voto mancano pochi mesi. Il centrodestra è compatto su Fontana. Dall’altra parte il caos regna sovrano, come sempre.

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