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(Ansa)
Politica

Dove va il Terzo Polo diviso, soprattutto i suoi elettori

Più che il futuro dei due leader, con Renzi che guarda a Forza Italia, c'è interesse per capire dove andranno i loro elettori, forse delusi dalla scissione

Da quando è scoppiata la crisi, definitiva, tra Renzi e Calenda nel mondo politico è partita la domanda: dove va allora il Terzo Polo? Domanda lecita che però merita di essere sdoppiata. Perché chiedersi cosa regalerà il futuro del cosiddetto «centro» riguarda i politici e gli elettori.

Per i primi la situazione pare essere piuttosto chiara. Nessun parlamentare di Italia Viva o Azione ha intenzione di creare scossoni di alcun tipo; si resiste per 4 anni e mezzo, nella speranza che la legislatura (la nomina, lo stipendio etc etc etc) duri fino alla sua naturale scadenza.

Sul posizionamento è evidente che Renzi guardi con profondo interesse a Forza Italia. Non è una novità che il sogno dell’ex sindaco di Firenze sia di portare avanti la tradizione politica di Silvio Berlusconi, che per lungo tempo ha apprezzato quello che alla fine era più di un rivale politico dato che la stima reciproca non è mai mancata. E, d’altronde, nel Terzo Polo ci sono ex esponenti di Forza Italia come Barbara Carfagna e Mariastella Gelmini pronte, si dice, a rientrare all’ovile ora che quella che de sempre hanno considerato una nemica, Licia Ronzulli, e forse una delle ragioni del loro addio agli azzurri non sembra essere più al centro dell’attività politica di Arcore. Alle due donne si può anche aggiungere il fatto che da fresco Direttore Editoriale del Riformista Renzi abbia scelto come Direttore operativo Andrea Ruggeri, ex parlamentare azzurro. Un segnale evidente di dove sta guardando il fiorentino.

Calenda invece sembra fermo nella sua idea di restare fermo al Centro, convinto di trovare in quel luogo nuovi terreni e nuovi elettori, soprattutto ora che il Pd a guida Schlein ha decisamente svoltato a sinistra.

Movimenti che interessano il giusto dato che le prossime elezioni saranno tra più di un anno (le europee); c’è quindi tutto il tempo di fare e disfare…

Un po’ diverso è vedere come reagirà l’elettorato del «fu» Terzo Polo. Numericamente quantificato dai sondaggi tra il 7% e l’8% è chiaro che le possibilità di successo e rilevanza nazionale erano piuttosto scarse, per non dire nulle. Oggi che siamo alla scissione la matematica di fatto certifica l’assoluta inconsistenza dei due partiti divisi.

Ma c’è una cosa per cui quell’8%, anche da diviso, ha un peso notevole: ha impedito lo scorso settembre ed impedisce ancora oggi al centrosinistra di poter competere con la coalizione di centrodestra, soprattutto con l’attuale legge elettorale a trazione maggioritaria.

Per il duo Schlein-Conte la partita contro il trio Meloni-Salvini-Berlusconi è perso in partenza se non arriva l’aiuto dei centristi. Ecco perché oggi, senza dirlo pubblicamente, a sinistra i due leader sperano di poter recuperare parte di quell’elettorato, che forse si è sentito tradito dal fallimento dell’esperienza del Terzo Polo. Va detto che lo stesso ragionamento lo stanno facendo anche nel centrodestra, dove però sono in una situazione di forza e superiorità.

Lunedì ci saranno i primo sondaggi. Staremo a vedere

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Andrea Soglio