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Formula Uno, ecco perché può essere l'anno della Ferrari

L'inseguimento al Mondiale dura per la Ferrari dal 2007. Quella che scatta a Sakhir (Bahrain) è la stagione delle novità perché le delusioni del 2022 hanno prodotto il ribaltone alla guida del reparto corse. Via Mattia Binotto, condannato da troppi errori di strategia, dentro Cedric Vasseur. Si riparte da qui, con la speranza del popolo ferrarista di non risvegliarsi in fretta dal sogno di poter competere fino all'inverno per il titolo iridato.

Che stagione sarà? Panorama.it ha chiesto a Davide Valsecchi di fare le carte al Mondiale di F1. Volto noto agli amanti, parte integrante della squadra di Sky Sport che ormai da diverse stagioni racconta la Formula Uno agli appassionati italiani e che lo farà ancora almeno fino al 2025. Valsecchi è uno dei commentatori di punta, vive le gare nei paddock e box di tutto il mondo e ha competenza e capacità di analisi fuori dal comune.

C'è un motivo per credere che quest'anno andrà diversamente da tutti quelli che l'anno preceduto?

"Se ti dicessi che ci sarà un calo di prestazioni di Verstappen, mentirei. Lui resta l'uomo da battere perché anche l'anno scorso ha dimostrato di essere il più bravo non sbagliando mai e facendo della tranquillità l'arma fondamentale, lui che è sempre stato un agitato".

Però?

"Per la Red Bull deve scontare la penalità presa sul budget cap e durante l'anno avrà meno possibilità di sviluppare la macchina. E il regolamento favorisce gli avversari, perché per arginare la superiorità della Mercedes di qualche stagione fa era stato inserito che il campione avrebbe avuto meno possibilità di lavorare a campionato in corso sul progetto. Quindi alla lunga il gap potrà calare. Spero che da metà stagione in poi verranno fuori gli avversari".

Guardando ai test del Bahrain, la Ferrari da dove è ripartita? E' quella che un anno fa ha debuttato stravincendo o quella che a novembre era diventata la terza forza?

"Dalla parte finale dell'anno scorso. E' quasi impossibile, in un inverno in cui non metti mai la macchina in pista, migliorare 4/5 decimi la vettura. Senza provarla. I progettisti e gli ingegneri lavorano, però è molto probabile che si veda un inizio di campionato simile a come abbiamo finito lo scorso inverno".

Quando cambieranno le cose?

"Si spera dopo le prime 5 o 6 gare, dove si capirà quali sono realmente i livelli e dove si delineerà la stagione".

Giochino di inizio anno: mettiti nei panni di Vasseur, nuovo capo scuderia Ferrari. Cosa dici alla squadra la sera prima del debutto in Bahrain?

"E' obbligato ad azzerare gli errori che si sono ripetuti e che sono costati qualche gara alla Ferrari. E' uno dei motivi per cui anche l'opinione pubblica alla fine non ha visto di buon occhio Binotto: errori in strategia e pit stop in gran premi cruciali. Quindi direi alla squadra che è importante il risultato, massima attenzione e soprattutto nei primi week end errori zero. Non dobbiamo più vedere sbagli per foga o imprecisioni. Verifichiamo il valore della macchina e facciamo più punti possibile".

A Leclerc e Sainz cosa diresti invece?

"Da Leclerc ti aspetti sempre la magia visto il talento smisurato che ha. Sainz non deve sbagliare per foga nelle prime gare. Devono fare il massimo senza gettare via nulla perché il Mondiale funziona così: se non sperperi e poi arriva la macchina da titolo, lo puoi vincere. Altrimenti sei troppo indietro per farcela. La sensazione è che Verstappen e la Red Bulla ripartiranno forte e c'è bisogno di tenere duro. Se non puoi prenderli subito, non sbagliare".

Prima o poi si dovranno decidere le gerarchie nel box. Quando?

"Devi farli andare liberi per 6-7 gare, non puoi tagliare le gambe a uno come Sainz che in due anni in Ferrari è arrivato anche davanti a Leclerc in classifica. E' un concreto pur non essendo il più veloce al mondo. Gli ultimi campionati, però, hanno detto che vince chi fa una scelta netta. Dopo il gp di Imola li chiamerei per fare il conto".

Nei panni di Leclerc, il fatto che Sainz per due dei tre giorni dei test in Bahrain abbia fatto un tempo migliore del tuo ti scoccia?

"Nei test non è indicativo perché so che in qualifica ho una qualità superiore. So per certo, però, che le mie migliori gare le ho fatte con Sainz in difficoltà e non quando lui era in forma e, quindi, so che averlo vicino non è una cosa che mi tranquillizza. Prima me lo tolgo di torno, più sono sicuro nel battagliare per il titolo".

Come si sta nei panni di Sainz, con il mondo intorno che spiega che tutto è stato costruito perché sia la Ferrari di Leclerc?

"C'è il vantaggio che ogni giorno è una sfida nuova e alla fine le parole non contano nulla. Se stai bene con la macchina e fai la pole subito, il pensiero cambia e ti chiedi perché non puoi rifarlo anche la settimana dopo e quella successiva ancora. Fossi in lui avrei la sensazione che la mia vita sarà un po' più complessa in Ferrari, ma fino a qualche anno fa ero solo il figlio di mio padre "il vero matador" e ora io sono uno degli sportivi più famosi al mondo. Gli faccio vedere io chi sono...".

Se la Ferrari dimostrerà subito di essere competitiva, per il mondo sarà la macchina Binotto o quella di Vasseur?

(silenzio) "Difficile poter dire che sia la macchina di Vasseur. Il mezzo è di Binotto, non sbagliare dovrà essere della nuova gestione che però non potrà prendersi i meriti per la vettura".

E se dovesse essere sbagliata?

(ride) "Il mezzo è sempre di Binotto ma per quelli nuovi sarebbe più facile dire che ha fatto tutto lui e il disastro è suo. In ogni caso la responsabilità totale è di chi ha deciso la nuova strategia, compreso il cambio di capo e quello nuovo deve darsi da fare e vincere. Quello di Vassuer è un ruolo difficilissimo perché non corri in pista ma sei il responsabile massimo dei risultati".

Ultima domanda: hai a disposizione un cent da puntare su qualcosa che ci sorprenderà in questa stagione, su chi punti?

"Piastri. Non se lo fila nessuno, non è famoso e viene dall'altra parte del mondo però nelle categorie minori ha avuto un curriculum migliore rispetto a quello di Leclerc. Metto tutto su una sua grande prestazione in qualche gara, pure se la McLaren appare molto lenta. La Formula Uno è bellissima proprio per questo: c'è Verstappen, abbiamo Leclerc e Russell pronti a vincere e alle spalle arrivano nuovi talenti straordinari".

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