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ANSA /Angelo Carconi
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Elezioni 2018: Emma Bonino, la vera outsider della sinistra

"Sgangherata". Così Emma Bonino ha definito questa campagna elettorale, lei che ne ha fatte tante e “perse tutte”.

La sua analisi è lucida e mostra la caratura di una donna che in questi anni è stata candidata a tutto senza cambiare mai idee e soprattutto casacca.

I Radicali pur senza coprire mai ruoli di vertice hanno contribuito al cambiamento dell’Italia “un diritto alla volta”. E così si presentano alle prossime elezioni con la lista +Europa apparentata al Pd.

Una piccola percentuale che vale più dell'oro

Proprio in queste ore Emma Bonino sta assaggiando la possibilità che la soglia del 3 per cento non sia una meta impossibile e che nonostante le frizioni con il Partito democratico, oggi ne potrebbe tirare la volata.

+Europa è apparentata al Pd accanto a Insieme e Civica Popolare della Lorenzin, ma di fatto è l’unica in grado di catalizzare i voti degli scontenti di Matteo Renzi e di quella parte della sinistra che non si sente rappresentata da Leu e Potere al Popolo.

In queste ore in cui il consenso del Pd sta scivolando precipitosamente sotto il 20 per cento, +Europa è l’unica in grado di contenere il tracollo e tenerlo dentro la coalizione.

Ad oggi, dopo Paolo Gentiloni, la leader radicale è la seconda in popolarità, staccando di molte posizioni Matteo Renzi. Una classifica che la stessa Bonino ha liquidato con una battuta “amatemi di meno e votatemi di più”.

Una stima proveniente da più parti

Una franchezza nelle analisi che non risparmia neppure ai propri alleati. A dimostrazione di ciò alcuni rappresentanti di +Europa, tra cui Riccardo Magi, hanno manifestato sabato scorso a Macerata nonostante l’assenza del Pd, Bonino in più occasioni ha criticato la politica migratoria adottata dal Ministro dell’Interno, Marco Minniti e alla riunione di Confcommercio è andata a dire che abbassare le tasse non serve.

Posizioni, le sue, che hanno conquistato anche il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che non fa mancare parole di stima verso Emma Bonino che oggi ha incassato anche parole di elogio dal quotidiano francese Le Monde che scrive "Se l'Europa fosse una persona, si chiamerebbe Emma Bonino. Sessantanovenne italiana appassionata di libertà, di democrazia e di giustizia, ha condotto ogni tipo di battaglia da oltre quarant'anni (...) In termini di battibecchi elettorali ha visto più o meno tutto”.

Controcorrente” potrebbe essere il motto di questa donna che della coerenza ha fatto un sigillo politico. Per questo Emma Bonino è la leader che più brilla in questa campagna elettorale. Perché non ha necessità di mostrarsi simpatica, anzi le sue battute sono infilate a smontare ogni promessa e a dire che c’è bisogno di “più Europa” in Italia. Contrariamente a quanti in queste ore vorrebbero rifugiarsi nei confini nazionali, soffiare sulle paure delle persone per tornare ad un nuovo nazionalismo, la lista +Europa torna al pragmatismo. Nell’ubriacatura delle promesse sono il caffè della mattina dopo.

Aboliremo tutte le promesse” è uno degli slogan più riusciti che pone la lista guidata dai Radicali fuori dal circo della campagna elettorale, consentendogli di poter continuare a parlare un linguaggio che le persone conoscono già, fuori dalle virate degli storytelling che durano una settimana, confezionati apposta per far colpo.

Una lunga storia di battaglie

Emma Bonino si presenta in campagna elettorale con la sua storia, che è quella del Partito Radicale che negli anni '90 metteva in fila le persone per riprendersi le 50 mila lire del finanziamento pubblico ai partiti. Precursori anche in questo e oggi in pieno scandalo rimborsopoli vale la pena ricordare.

Cosa accadrà il giorno dopo le elezioni nessuno sa dirlo con esattezza ed Emma Bonino non ne vuole sentire parlare. Tuttavia se la lista dovesse raggiungere il 3 per cento si costituirà un gruppo autonomo nelle aule parlamentari che rivendichi le istanze del movimento e che riporti in cima all’agenda i temi da sempre cari ai Radicali.

A quelli che stanno ipotizzato un futuro da premier per Emma Bonino, basterebbe ricordare come è andata con la corsa per il Quirinale e che forse questa donna è troppo avanti per qualunque tipo di accordo al ribasso o inciucio da larga intesa.

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