Caso Decaro: la timeline degli eventi

La vicenda del caso Decaro e Bari si snoda tra accuse di infiltrazioni mafiose nell'amministrazione comunale, sospetti di corruzione e compravendita di voti. Il sindaco Decaro difende strenuamente la propria gestione e sostiene di aver sempre lottato contro la criminalità organizzata. Le indagini proseguono mentre la città di Bari resta al centro di un dibattito politico e giudiziario sulle presunte collusioni tra mafia e politica.

Abbiamo quindi creato una timeline, in costante aggiornamento, per rimanere al passo con gli eventi.


2014:

  • Decaro viene eletto sindaco di Bari nel 2014.
  • Durante il suo mandato, Decaro avvia varie iniziative volte a contrastare la presenza e l'influenza della criminalità organizzata nella città.

2015:

  • Decaro intensifica la sorveglianza e le operazioni di controllo nelle aree sensibili della città, riducendo la presenza di spacciatori e gestori di attività illegali.

2016:

  • Il sindaco Decaro promuove la chiusura e il recupero di numerosi locali sospetti di essere coinvolti in attività illegali, come spacci di droga e scommesse clandestine.

2017:

  • Decaro avvia una campagna di sensibilizzazione contro le estorsioni e il racket, incoraggiando i cittadini a denunciare tali pratiche e offrendo sostegno alle vittime.

2018:

  • Il sindaco Decaro lavora a stretto contatto con le forze dell'ordine per identificare e arrestare membri della criminalità organizzata operanti nel territorio comunale.
  • Viene intensificata la vigilanza sulle attività commerciali sospette di collusione con la criminalità, con particolare attenzione alle estorsioni nel settore del commercio e dei pubblici esercizi.

2019:

  • Decaro viene rieletto sindaco e continua la sua lotta contro la mafia, collaborando con le autorità giudiziarie per smantellare reti criminali attive sul territorio cittadino.
  • Il sindaco promuove la trasparenza e l'etica nella gestione amministrativa, contrastando ogni forma di infiltrazione mafiosa all'interno delle istituzioni locali.

2022:

  • L'indagine che fa seguito alle precedenti attività investigative volte a contrastare la presenza della criminalità organizzata nel territorio comunale di Bari porta ad arresti e iscrizioni nel registro degli indagati di diverse persone, tra cui una consigliera comunale eletta col centrodestra, Maria Carmen Lorusso, e altri soggetti. Le accuse principali riguardano il presunto voto di scambio tra esponenti politici e clan mafiosi, con l'obiettivo di influenzare l'esito delle elezioni comunali del 2019 a favore di determinati candidati. Emergono anche sospetti di connivenza e collusione tra alcuni esponenti politici locali e gruppi criminali operanti nel territorio barese, con presunte offerte di favori e vantaggi in cambio di sostegno elettorale.

2024:

  • Gennaio: Il Ministero dell'Interno, sulla base di segnalazioni e sospetti di infiltrazioni mafiose nell'amministrazione comunale di Bari, ordina un'ispezione.
  • Febbraio: Le indagini antimafia sfociano nell'iscrizione nel registro degli indagati di 130 persone, tra cui la consigliera Lorusso e suo marito, l'avvocato Giacomo Olivieri. Emergono sospetti di compravendita di voti per favorire l'elezione della Lorusso. Il sindaco Decaro reagisce vigorosamente definendo l'ispezione un "atto di guerra" e accusando il governo di mettere sotto accusa la città di Bari. Tuttavia, il ministro dell'Interno sottolinea che l'ispezione non implica automaticamente lo scioglimento del consiglio comunale.
  • Marzo: Si organizza una manifestazione di solidarietà a Decaro a Bari, con la partecipazione di esponenti politici locali e nazionali, oltre a leader sindacali. Alcuni membri dell'opposizione e sindacalisti prendono le difese del sindaco, considerando l'ispezione come un attacco politico. Il Ministero dell'Interno decide di istituire una commissione d'accesso per valutare le presunte infiltrazioni mafiose nell'amministrazione comunale di Bari. Il procuratore di Bari, durante una conferenza stampa, esclude il coinvolgimento diretto del sindaco Decaro nelle attività illecite. Ringrazia inoltre l'amministrazione comunale per la collaborazione fornita alla Procura. Intanto il presidente della regione Emiliano sottolinea di aver "portato Decaro a casa della famiglia Capriati". Spunta una foto del sindaco abbracciato a due donne, rispettivamente la sorella e una nipote del boss. Decaro smentisce il coinvolgimento con il clan dei Capriati.

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