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Televisione

Carolina Di Domenico: «La musica in tv, la coerenza e le mie nuove sfide»

Carolina Di Domenico è una di quelle conduttrici che ha fatto della coerenza un punto di forza. Si è fatta le ossa prima a Disney Club poi a MTV, facendo dei programmi musicali – da The Voice al DopoFestival - la sua comfort zone. In venticinque anni di carriera ha trovato il suo spazio senza sgomitare e senza facili stratagemmi e i riflettori si sono accesi in maniera prepotente su di lei lo scorso maggio, quando ha commentato con Gabriele Corsi e Cristiano Malgioglio l’Eurovision Song Contest. Improvvisamente, è stato come se tutti si fossero accorti del suo garbo contemporaneo e della sua professionalità. Intanto ha continuato a macinare ore di diretta su Radio2 e domenica 11 settembre condurrà su Rai1 alle 17.20 lo speciale TIM Music Awards - Dalla radio al palco, in coppia con Nek, in cui tanti artisti si esibiranno dall’Arena di Verona.

Carolina, com’è stata l’esperienza alla conduzione dello speciale TIM Music Awards - Dalla radio al palco?

«È stato come tornare indietro nel tempo, perché è un tipo di evento che nei miei anni a MTV l’ho fatto moltissime volte. Ma con due differenze sostanziali: nel frattempo sono cresciuta e non ho mai condotto dall’Arena di Verona».

Al suo fianco c’è Nek: che partner è?

«Quello ideale. Siamo amici da anni, c’è feeling e infatti ci siamo divertiti sul palco. Quando sai di poter contare su un partner così, lavori in totale tranquillità».

Che effetto le fa il palco dell’Arena?

«È fichissimo ed emozionante, anche perché è come avere tutto il pubblico addosso. Sarà l’effetto acustico, ma quelle ottomila persone sembrano il triplo. E da nostalgica, è bello perché sembra di tornare ai tempi del Festivalbar».

Dunque, persino una apparentemente imperturbabile come lei ha vacillato.

(ride) «Ma l’emozione c’è sempre, però cerco di tenerla sotto controllo: mi preparo molto per avere l’appoggio che non ma permetta di vacillare. È una sorta di difesa, se vuole, dovuta anche al mio essere molto razionale».

Qual è stata invece la volta in cui l’emozione ha preso il sopravvento?

«È capitato molte volte, soprattutto con gli ospiti importanti. Una volta, a Disney Club – sarà stato il ’99 – quando ero alle prime armi: arrivò Elisa e mi dissero che avrei dovuto intervistarla. Ero una super fan e alla prima domanda mi venne il groppo in gola. Un’altra volta a TRL, con i Duran Duran, mi ritrovai completamente sudata per l’emozione: loro mi abbracciavano e io pensato “che figura, sono tutta bagnata”».

Ironicamente le chiedo: la musica nella sua carriera di conduttrice è più un fil rouge o una dolce persecuzione?

«Direi una grande passione, un qualcosa che ho fortemente cercato sin dagli esordi: guardavo MTV e pensavo che era lì che volevo arrivare. Per la verità pensavo di occuparmi di produzione, poi mi sono ritrovata dall’altra parte delle telecamere e ho pensato: “Vediamo che succede, è sempre un’esperienza”. Invece sono venticinque anni che faccio questo mestiere».

Non si sente ingabbiata in un ruolo?

«No, anche perché nel frattempo ho fatto altro, ho condotto programmi sulle nuove forme di comunicazione, sul cambio vita dei calciatori, persino sulla medicina. In Italia però è facile essere etichettati, è un difetto del sistema».

E come se ne esce?

«Mettendosi in gioco, provando a fare cose molto distanti dalla propria comfort zone: si può fare tutto, basta farlo nella maniera giusta».

Qual è la cosa più distante da lei che farebbe?

«Non ho preclusioni, farei pure la Vita in diretta. Ovviamente mettendoci qualcosa di mio, sia di testa che di cuore. Non farei mai i balletti, ecco, quello no».

C’è un no di cui si è pentita?

«Il dramma è che ho detto pochi no. Scherzi a parte, mi sono proposta poco, non vado a feste e non faccio pr. Forse in alcune occasioni ho insistito poco ma non me ne pento: ho rispettato la mia natura, ho messo famiglia e figli davanti a tutto».

A maggio, con l’Eurovision Song Contest, le sono piovuti addosso apprezzamenti e critiche positive: dopo 25 anni si è acceso su di lei un riflettore clamoroso. Se l’aspettava?

«Sono stata felice, lo ammetto, è stata una sorta di riconoscimento del mio percorso e mi ha sorpresa avere addosso tanta attenzione. La risonanza è stata la cosa nuova e ne sono stata lusingata ma ho imparato molto presto che in questo mestiere bisogna restare con i piedi ben ancorati a terra».

“Spero che alle parole seguano i fatti”, disse in un’intervista dopo l’Eurovision. Cos’è successo in questi mesi?

«Poco o nulla, non mi è cambiata la vita lavorativa e sarebbe difficile negarlo. Ma so che questo è un mondo pieno di variabili e io vado avanti per la mia strada: cerco di essere coerente con me stessa, non mi faccio delle illusioni».

C’è la tv e poi c’è da dieci anni la radio, il suo porto sicuro.


«Inizialmente doveva essere il lato b del mio lavoro ma alla fine è diventata la mia costante. La radio crea dipendenza, anche a livello inconscio, ti riempie la vita e ti permette di guardare e raccontare il mondo da un’altra prospettiva. La radio ha una potenza, anche culturale, molto spesso sottovalutata».

Lei conduce due programmi su Rai Radio2, uno con suo marito, il musicista e cantante Pier Ferrantini, e poi 610 con Lillo e Greg.

«Sono due mondi distanti ma il bello è proprio diversificare, spaziare e non restare incasellati. Mi piace che la gente, soprattutto nell’ultimo anno grazie ad un inaspettato boom di visualizzazioni su YouTube, notino un’empatia e un’ironia che prima forse celavo troppo. Mi riconoscono dalla voce e mi dicono: “Sei una di noi”. Rido, mi lascio andare… del resto con Lillo e Greg è difficile non farlo».

Il suo prossimo sogno professionale?

«Un programma di storie. Mi piacerebbe raccontare il lato inedito dei personaggi famosi, scoprire i loro mondi inesplorati. È una scommessa che ho in testa da tempo».

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