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Brexit: il nodo Irlanda del Nord, spiegato bene

È l'Irlanda del Nord il tema più caldo dei negoziati sulla Brexit.

Michel Barnier, il responsabile per la negoziazione dell'Unione Europea, presentando la bozza di accordo, ha ipotizzato che l'Irlanda del Nord possa rimanere comunque nell'unione doganale dell'Ue, superando così il problema del confine esterno dell'Unione che si creerebbe fra Irlanda e Irlanda del Nord post Brexit.

L'Ue, in sostanza, propone una "area comune" per l'intera isola, in base alla quale l'Irlanda del Nord resterebbe nell'unione doganale nel caso in cui non venisse trovata nessun'altra soluzione.

Ma Theresa May frena: Londra non accetterà mai un accordo sulla Brexit che rimetta in causa l'integrità costituzionale del Regno Unito. "Il progetto d'accordo pubblicato dalla Commissione europea, se applicato, nuocerebbe al mercato comune britannico e minaccerebbe l'integrità costituzionale del Regno Unito, creando una frontiera doganale e regolamentare nel Mare d'Irlanda e nessun primo ministro britannico la accetterà", aveva già spiegato May nei giorni scorsi.

Cosa ha detto Theresa May

Nel suo discorso-manifesto alla Mansion House di Londra del 2 marzo, inoltre, May è tornata sull'argomento.

Ha parlato di "progressi nei negoziati" in cui comunque nessuna delle due parti otterrà tutto ciò che vuole e che devono portare a un accordo commerciale con l'Ue "il più ampio possibile edi beneficio per tutti", impegnandosi a "riunire il Paese" nel cammino verso il divorzio da Bruxelles. Ma si è limitata alla prospettiva di un'intesa di libero commercio per il dopo Brexit, senza manifestare per ora ripensamenti sul "no" a un mercato unico e all'unione doganale.

Il governo britannico considera "incompatibile" la permanenza nell'unione doganale europea con l'impegno previsto dalla Brexit di recuperare la propria "indipendenza". May ha poi indicato due opzioni: "una partnership doganale fra Regno Unito e Ue", o un serie d'intese su specifici punti per evitare dazi e alleggerire il confine irlandese.

I 5 principi

Ma la May è andata oltre e ha indicato 5 principi cardine cui un accordo con Bruxelles sull'uscita dall'Ue dovrà aderire:

  • "il rispetto del risultato del referendum", con il recupero del "controllo sui nostri confini, sul nostro denaro, sulle nostre leggi";
  • un'intesa duratura, da non rimettere in discussione;
  • la tutela del "lavoro e della sicurezza" dei cittadini;
  • la coerenza "con il tipo di Paese che vogliamo", cioè "una democrazia europea aperta, affacciata sull'esterno e tollerante";
  • il non indebolimento "dell'unione delle nazioni e dei popoli" del Regno.

La Corte Europea

Finita la Brexit finiranno anche la giurisdizione della Corte europea sulla Gran Bretagna, "la libertà di movimento delle persone" e inizierà invece il "recupero del controllo delle frontiere" da parte di Londra. Queste le intenzioni espressa dalla May che ha parlato della necessità di un "meccanismo indipendente d'arbitrato", un organismo terzo e imparziale.

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