La Bce alza ancora i tassi contro l'inflazione. La tempesta economica persiste

La notizia era nell’aria e, puntuale, è arrivata. La Bce ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base. È il secondo rialzo consecutivo dopo quello dello 0,5% di luglio; così oggi il tasso di riferimento si attesta a 2%. Ma non è finita qui. Si guarda già al prossimo rialzo, che ci sarà, e verrà stabilito come tempistica e quantità nelle prossime riunioni della Bce.

La situazione economica dell’Europa quindi resta molto complicata, come ha spiegato la Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde: «il mercato del lavoro continua ad andare bene ma il calo dell'attività potrebbe portare in futuro a una maggiore disoccupazione. I rischi per lo scenario di crescita sono chiaramente al ribasso, specie nel breve termine; un rischio significativo è quello che la guerra si trascini e che la fiducia potrebbe peggiorare ulteriormente, così come le strozzature all'offerta. I governi devono perseguire politiche di bilancio che portino alla discesa dei debiti elevati, e le politiche strutturali devono aumentare il potenziale di crescita».

Ovviamente il punto centrale delle preoccupazioni monetarie sono legate al livello dell’inflazione che non accenna a diminuire. La ultime rilevazioni parlano di un valore medio nella Ue del 9,9%, molto, troppo elevato e che stando alla banca centrale dovrà essere ricondotto al 2%, soprattutto a colpi di rialzi dei tassi.

Le cattive notizie arrivano un po’ da tutte le parti. L’inflazione da una parte è dovuta ad una strozzatura dell’offerta, legata a quella che sembra essere una ormai cronica o quantomeno prolungata carenza nel campo delle materie prima e dall’altra parte c’è l’immancabile contributo del caro energia. Non solo. Lagarde ha spiegato che i dati del quarto trimestre di questo 2022 come quelli della prima parte del 2023 fanno pensare ad una ulteriore frenata. Tutto questo mentre invece dall’altra parte dell’Oceano le cose vanno meglio del previsto con il pilota del terzo trimestre a +2,6%, rispetto alle previsioni che raccontavano di un +2,4% ad ulteriore riprova del fatto che la quasi indipendenza energetica di Washington ponga gli Stati Uniti in una posizione di grande forza.

La crescita dei tassi, se da una parte dovrebbe fare del bene alle tasche degli italiani con un calo dei prezzi, dall’altra influisce sui presiti bancari per le aziende (che stanno vivendo un periodo di grande difficoltà e scarsa liquidità) e sui mutui. Le prime ipotesi parlano, per chi ha scelto un tasso variabile, con un aumento mensile medio della rata di 100 euro.

Unica nota positiva resa nota dalla Bce è che i salari stanni mediamente e lievemente aumentando; si parla infatti di un +2%, poco, troppo poco dato che sono quasi 8 punti in meno del livello di inflazione.

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