24 maggio 1915. L'Italia va alla guerra

Olycom
600 soldati e un cannone da trainare a mano. Uno dei problemi principali dell'Esercito italiano allo scoppio delle ostilità fu la mancanza di trattori per l'artiglieria pesante.
Getty Images
Cordata di Alpini sul fronte dell'Isonzo, zona del Monte Nero, 1915.
Getty Images
Fanteria italiana in parata. 1915.
Olycom
I primi feriti austriaci vengono evacuati verso gli ospedali. Prima battaglia dell'Isonzo, 1915.
Getty Images
Rifugiati italiani e soldati si incrociano lungo il corso del fiume Isonzo, 1917
Getty Images
Alpini italiani difendono la trincea con ogni mezzo, massi compresi. 1915.
Getty Images
Il guado problematico dell'Isonzo da parte della Cavalleria italiana
Getty Images
La trincea italiana. Giugno 1915.
Getty Images
Bersaglieri ciclisti il 24 maggio 1915.
Getty Images

Maggio 1915: ponte sul fiume Isonzo e baraccamenti italiani.
Getty Images
La sosta dei Bersaglieri nei pressi del fronte nel giugno 1915.
Getty Images
Alpini schierati sul ghiacciaio del Rutor, in un'immagine prebellica. Indossano ancora l'uniforme blu ed il cappello "a bombetta". DAlla guerra di Libia indosseranno il grigioverde.
Il primo ministro quando l'Italia entrò in guerra. Antonio Salandra, alla guida di un governo di destra.
Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito italiano dal 1915 al 1917 generale Luigi Cadorna.
La prima pagina de "La Stampa" del 24 maggio 1915.

Nei mesi precedenti al maggio 1915, l' Italia era stata investita da fiumi di parole.

In guerra oppure neutrali: le piazze e i giornali erano stati invasi dalla polemica virulenta e dalla fine retorica di D'Annunzio e dei compagni interventisti. Gli industriali si erano uniti all'idea della guerra, pur mantenendo un silenzio formale che  tuttavia pesò in modo determinante sulle decisioni del Governo.

- LEGGI ANCHE: 24 maggio 1915, l'Italia nella prima guerra mondiale

Poi le declamazioni altisonanti degli intellettuali cedettero il passo ai dialetti, alle imprecazioni, agli ordini urlati alla truppa. Il Patto segreto di Londra con Francia, Gran Bretagna e Russia era stato siglato appena il 26 aprile, appena un mese prima. Già i vertici dell'Esercito avevano ammassato le truppe sul confine orientale e il 3 maggio era scattata ufficialmente la mobilitazione delle classi dal 1894 al 1899 nell' Esercito Permanente.

L'inquadramento era stato frenetico, l'addestramento lacunoso. Si decise il reclutamento regionale per impedire una blocco logistico alle ferrovie, con un passaggio dei soldati nei cosiddetti "depositi" Reggimentali sulla via per il fronte. Così in breve tempo circa 500.000 soldati in realtà scarsamente armati ed addestrati si ammassarono al confine, il cui punto nevralgico fu il corso del fiume Isonzo.

Secondo la strategia del generale Luigi Cadorna gli Austriaci, in netta inferiorità numerica, avrebbero ceduto il passo agli italiani verso una rapida corsa su Vienna. E' evidente che le cose andranno molto diversamente. L'ottimismo del Re, dei generali, degli industriali e della minoranza degli italiani che decisero per la guerra annegò pian piano nel fango sudicio delle trincee.

YOU MAY ALSO LIKE