Le "tre Aeronautiche italiane" dall'Armistizio alla Liberazione
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Le "tre Aeronautiche italiane" dall'Armistizio alla Liberazione

L'8/9/1943 si dissolve la Regia Aeronautica. Al Sud gli aviatori italiani affiancano gli Alleati, al Nord nasce l'aviazione della RSI

Cielo di Frascati, 8 settembre 1943. L'ultimo atto della Regia Aeronautica
L'armistizio con gli Alleati era stato firmato 5 giorni prima a Cassibile, ma non era ancora stato reso noto ufficialmente. Per il comando della Regia Aeronautica la guerra proseguiva dunque come prima. La mattina dell'8 settembre, 131 B-17 "Flying Fortress" si alzano dagli aeroporti della Tunisia e dell'Italia meridionale per bombardare Frascati.

L'obiettivo è il Comando tedesco e il feldmaresciallo Kesselring, comandante delle forze germaniche in Italia. Circa a mezzogiorno una trentina di caccia della Regia Aeronautica decollano su allarme dagli aeroporti di Ciampino Sud, Tarquinia, Roma Cerveteri. Sono per lo più logori caccia Fiat CR-42 e Fiat G-50. Solo due velivoli sono in grado di poter affrontare ad armi pari la scorta dell'USAAF, i nuovissimi Fiat G.55 "Centauro".

Il confronto è impari. Gli americani perdono solo un bombardiere e quando si allontanano la città di Frascati è un cumulo desolante di macerie e morte. Oltre il 50% degli edifici è raso al suolo, Kesselring si è rifugiato a Nord di Roma, nei bunker scavati nel ventre del monte Soratte. Alle 19,45 dello stesso giorno Eisenhower annuncia l'armistizio. Da quel momento sulle imprese della Regia Aeronautica cala per sempre il sipario.


Le due aeronautiche: ottobre 1943-aprile 1945

Aeronautica Cobelligerante (ICAF)
Quando l'armistizio spacca l'Italia in due, l'aviazione militare italiana versa in condizioni assai difficili. Molti apparecchi erano andati perduti al suolo per i bombardamenti alleati. Altri erano stati abbattuti o resi inservibili. L'industria aeronautica, pesantemente danneggiata dalle incursioni anglo-americane, non era in grado di rimpiazzare i velivoli perduti. Molti piloti e tecnici della Regia ripararono al Sud e nelle Isole occupate dagli Alleati. Sono circa 200 i velivoli in condizioni di poter combattere. Altrettanti sono i velivoli che si sono sottratti alla requisizione tedesca e hanno raggiunto l'Italia meridionale.

Il primo combattimento aereo tra tedeschi e italiani avviene a soli tre giorni dall'armistizio durante il trasferimento di uno stormo da Bombardamento da Perugia in Sardegna. In quei giorni, 40 velivoli della Regia in volo verso gli aeroporti del sud sono abbattuti dalla Luftwaffe. Il 13 settembre il governo Badoglio dichiara guerra agli ex alleati tedeschi.

I reparti superstiti della Regia Aeronautica assumono da quel momento il ruolo di cobelligeranti  (per non essere considerati alleati dagli anglo-americani) e riconosciuti nella forza aerea dell' ICAF (Italian Co-Belligerent Air Force). Il teatro di operazioni scelto dal comando dell'USAAF per i reparti italiani è quello dei Balcani, per evitare lo scontro diretto con i piloti italiani rimasti al Nord. Inizialmente gli americani sono diffidenti nei confronti dell'ex-nemico, che ha bisogno di integrare i pochi velivoli di fabbricazione italiana superstiti. Così l'USAAF comincia a fornire ai piloti italiani gli "scarti" dei reparti americani e inglesi. Per le operazioni di aviolancio e bombardamento, accanto ai Cant Z.1007 "Alcione" compaiono i bimotori MartinBaltimore. Nei reparti da caccia i Macchi MC 202 e 205 combattono assieme ai Bell P-39 Airacobra e ad alcuni vecchi Supermarine Spitfire ex RAF. La coccarda tricolore sostituisce i fasci subalari, i numeri seriali sono quelli americani. 

Le missioni sui Balcani evidenziano il grande spirito che animava i piloti italiani, spesso costretti a operare in condizioni precarie e a rischio. Molte furono le azioni dei Baltimore del 4° Stormo compiute senza scorta, alla mercè della rabbia dei caccia tedeschi. Altre rischiose operazioni furono i mitragliamenti di strade ponti e ferrovie oltre alle operazioni di atterraggio su campi di fortuna per i rifornimenti ai partigiani italiani e jugoslavi. In territorio balcanico la combelligerante svolse anche funzioni di evacuazione sanitaria e recupero in mare con gli idrovolanti Cant Z. 506.

Aeronautica Nazionale Repubblicana (ANR)

La notizia dell'armistizio arriva al Nord la sera stessa, anche presso i reparti della Regia Aeronautica dell'Italia Settentrionale. Di fatto gli aviatori italiani sono presi in consegna dai tedeschi. Il 16 settembre il generale Tessari e Pavolini si recano da uno degli uomini più stimati della Regia Aeronautica. Si tratta del tenente Ernesto Botto, detto "Gamba di Ferro" per via della mutilazione subita nel 1937 nel cielo di Fuentes de Ebro mentre combatteva nell'Aviazione Legionaria. I tedeschi erano risolutamente contrari alla ricostituzione di una forza aerea italiana. Volevano semplicemente inglobare tutto nella Luftwaffe e sciogliere i reparti italiani. Fu Botto a convincere Richtofen e Blodorn, plenipotenziari della Luftwaffe in Italia, alla concessione di alcuni reparti da caccia italiani. Il 22 novembre nasce ufficialmente la ANR, l'Aeronautica della Repubblica Sociale. La vita di Botto con i tedeschi fu subito difficile, in quanto i vertici della Luftwaffe volevano in cambio uomini da affidare ai reparti tedeschi. In più Richtofen avrebbe voluto che gli ufficiali italiani fossero trattati come soldati semplici e impiegati nelle missioni a più alto rischio, incluse le incursioni aviotrasportate in territorio nemico. Per la frattura ormai insanabile con i Tedeschi, Botto lascia l'incarico il 7 marzo 1944 con due reparti da caccia ricostituiti, il 1° e il 2° equipaggiati da Macchi 205 Veltroe Fiat G.55 Centauro. A fianco dei caccia italiani furono affidati alla ANR alcuni Messerschmitt BF 109G ai quali erano state cancellate le svastiche sostituite con i nuovi fasci subalari e il tricolore. 

Durante il 1944 i tedeschi cominciarono a ritirare i reparti per trasferirli in Germania nel tentativo di organizzare la difesa del Reich devastato dai bombardamenti a tappeto alleati. La ANR resta praticamente sola, con pochi mezzi e logori, senza ricambi e carburante sufficienti, a contrastare il dominio alleato dei cieli. La lotta è impari e ad un certo punto del 1944 Richtofen con sommo disprezzo vorrebbe sciogliere l'ANR, che per un mese rimane praticamente inerte. Nei primi mesi del 1945 la situazione si fa insostenibile. I pochi aerei in condizioni di volo sopravvissuti alle bombe alleate sugli aeroporti escono sempre meno. I voli su allarme sono quasi dei suicidi, nonostante i caccia Macchi e Fiat di ultima generazione fossero tecnicamente pari ai caccia dell'USAAF. L'ultimo volo dell'ANR è del 19 aprile 1945 quando gli ultimi 5 caccia repubblicani sono abbattuti da un nugolo impenetrabile di P-38 Lightning. Gli ultimi aerei, danneggiati o senza carburante, vengono distrutti in pista e i reparti di volo si arrendono.

Un "Veltro" con la livrea dell' Aeronautica Cobelligerante alla fine del 1944.

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Edoardo Frittoli