Partito come ballerino nel West End londinese con il musical teatrale Billy Elliot, è stato il più giovane attore a indossare il costume dell’Uomo Ragno nella saga Marvel. Ora arriva sul piccolo schermo con The Crowded Room, serie tv basata su una storia vera in cui interpreta un giovane problematico accusato di aver sparato sulla folla. A Panorama racconta la sua vita, da bullizzato a scuola fino all’incontro sul set con l’attuale compagna, la bellissima Zendaya.
È supereroico al cinema ed eroico nella vita. A 27 anni appena compiuti e nonostante la faccia imberbe, Tom Holland ne ha passate e combinate di ogni, anche se il pubblico lo ricorda soprattutto per Spider-Man. Del resto l’attore e ballerino inglese ha registrato un record: è il più giovane che si sia mai calato nella tuta di un personaggio Marvel sul grande schermo. Ha dato il volto all’Uomo Ragno in sei film dall’età di vent’anni. Nel 2016 viene inserito in Captain America: Civil War tra celebrità come Robert Downey Jr. e Chris Evans. L’anno successivo inizia la sua ascesa da protagonista con la trilogia interamente dedicata al suo personaggio: Spider-Man: Homecoming (2017), Far From Home (2019) e No Way Home (2021) totalizzano oltre tre miliardi e mezzo di dollari ai botteghini del pianeta. La scelta di Tom non è casuale: lo studio della danza e l’allenamento ginnico lo avevano portato, già 12enne, a interpretare il musical teatrale Billy Elliott nel West End londinese rendendolo così papabile anche per l’acrobatico Spider-Man che, pur disponendo di molti stuntman, vanta pose e mosse molto coreografiche. Ora però la carriera di Holland è pronta a nuove piroette.
Nella vita amorosa ha avvolto nella sua tela la coprotagonista Zendaya, con la quale si è fidanzato a inizio saga, ma professionalmente è iniziata l’era post Spider-Man, per giunta con un personaggio che più antieroico non poteva essere. Dal 9 giugno lo possiamo vedere infatti in The Crowded Room: una serie in 10 episodi su AppleTV+ che il 27enne inglese non solo ha interpretato ma anche prodotto. «Non è la prima volta che partecipo a una produzione ma non ero mai stato così coinvolto e, con l’aiuto del creatore della serie, Akiva Goldsman, ho imparato moltissimo anche su questo mestiere» racconta Holland. «Ho scoperto che il produttore appare come un cigno, apparentemente è fermo, in realtà fa una faticaccia perché sott’acqua le zampe si muovono freneticamente».
Così il look supereroico ha lasciato il posto al viso misterioso e spaesato di Danny, il personaggio al centro di questo thriller psicologico a puntate, ispirato a una storia realmente accaduta a fine anni Settanta, a New York. L’attore interpreta un teenager che, dopo aver lasciato la casa materna per sfuggire a un patrigno violento, entra in una rete di relazioni ambigue e si ritrova sotto arresto per aver sparato nella folla e seminato il panico a Manhattan. Mentre una detective-psicologa (Amanda Seyfried) lo interroga per capire la verità, la storia di Danny si dipana nei flashback rivelando traumi e ricordi ingannevoli, incongruenze e disagi psichici mascherati dalla dolcezza, fino alle sorprendenti rivelazioni finali.
«È una vicenda ricca di suspence e colpi di scena, che mi ha colpito per la scrittura offrendomi l’occasione di mostrare quello che potrei fare in futuro» ha detto Holland. «Ho passato talmente tanti anni a interpretare l’Uomo Ragno, un personaggio forte che dà sicurezza a chi gli sta intorno, ora trovo stimolante esplorare il mio lato più vulnerabile. Danny è un ragazzo in cerca di affetto, pieno di buone intenzioni eppure frustrato dagli altri. E qualcosa dentro di lui si è spezzato». Se l’attore inglese mostra empatia per un personaggio così complesso è anche per le esperienze vissute in un’infanzia difficile. Nato a Kingston upon Thames, a sud-ovest di Londra, da madre fotografa e padre attore-autore, gli viene diagnosticata la dislessia all’età di 7 anni. Per facilitarne gli studi, i genitori lo iscrivono a una scuola privata e, vista la sua propensione per la danza, a 9 anni lo iscrivono a un corso di hip-hop.
Viene notato e incoraggiato fino all’ingaggio nel West End, però la danza diventa il pretesto dei compagni di scuola per bullizzarlo. Non smettono neppure quando il successo lo porta sulla strada professionale con l’ingaggio in Billy Elliot the Musical. Holland dà sempre il massimo pur di avere successo, con il desiderio forse inconscio di conquistare gli altri e di integrarsi. Alla prima gli viene mal di gola ma, pur di non deludere, non dice nulla e fa la sua performance, ritrovandosi costretto a letto dal giorno successivo. Da quel momento viene soprannominato «Sick note», nota malata. «Ancora adesso mi sento a disagio quando ci penso. Forse ero troppo giovane e vulnerabile per iniziare la carriera così presto. Sono diventato un “people pleaser”, faccio di tutto per piacere agli altri perché non sopporto il contrario. Non tollererò mai più soprannomi frustranti».
In realtà il futuro sembra soprattutto promettere bene. Grazie alle sue doti di ballerino è stato cooptato per Astaire di Paul King, biografia di Fred Astaire. Spider-Man è un capitolo chiuso? Forse non proprio, visto che in preparazione per il 2024 sembra esserci ancora un sequel. Un lato positivo c’è di sicuro anche per lui. Che alla domanda dei fan «Qual è stata la cosa più bella della saga?» ha risposto così: «Conoscere Zendaya».